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MotoGP: Crutchlow, storica leadership nel Mondiale

Per ritrovare un altro pilota satellite in cima alla classifica bisogna andare indietro di 14 anni. Per un altro britannico, invece, addirittura di 39: ecco perché quella di Cal Crutchlow è una leadership storica

Se il contatto tra Marquez e Rossi a Rio Hondo non avesse catalizzato tutta l’attenzione della stampa, Cal Crutchlow sarebbe certamente celebrato come l’uomo del momento. Sì, perché il britannico del team LCR non ha solo vinto il Gran Premio d’Argentina, ma ha anche conquistato la vetta della Classifica Mondiale.

Certo, a due sole gare dall’inizio della stagione, il fatto che Cal guidi il campionato ha un’importanza relativa, certamente più simbolica che pratica: ben presto i Top Rider affileranno le armi, ed è improbabile (ma mai dire mai…) che il pilota di Cecchinello si giochi il titolo fino alla fine. Come ha ammesso lui stesso, d’altra parte “Per lottare per il titolo bisogna avere un costruttore alle spalle. Noi non abbiamo il materiale per riuscirci.”

La sua, tuttavia, è una leadership densa di significati, che non esiteremmo a definire “storica” per svariati motivi: innanzitutto un pilota privato in testa al Mondiale è un qualcosa di eccezionale, che solo qualche anno fa sarebbe sembrato pura fantascienza. Per ritrovare una moto clienti là davanti, infatti, bisogna andare indietro di ben 14 anni: era il 2004, il team era quello di Fausto Gresini e il pilota era Sete Gibernau. Lo spagnolo, che pur se in un team satellite guidava una Honda RC 211 V full-spec, rimase in testa al Mondiale dal GP di Spagna al GP di Catalunya, venendo poi sorpassato ad Assen da Valentino Rossi.

Da allora c’è stato un lento declino dei team privati, che con l’evolvere della tecnologia e pacchetti tecnici sempre più complessi, si sono ritrovati sostanzialmente tagliati fuori dalla vittoria. Prima del 2016, anno in cui trionfarono anche Jack Miller (Honda Marc VDS) e lo stesso Crutchlow su Honda LCR, l’ultimo successo di un pilota non-ufficiale era quello di Toni Elias all’Estoril 2006, vale a dire 10 anni prima: ora, negli ultimi 2 anni, la situazione per le squadre clienti sembra essere leggermente migliorata.

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Ma la particolarità non sta solo nel fatto che LCR non è un team factory. Cal è un britannico, e di piloti d’Oltremanica vincenti in MotoGP non se ne sono, sostanzialmente, mai visti: per scovare un suddito di Sua Maestà in cima al gruppone della Classe Regina, infatti, bisogna andare a spulciare negli annali della vecchia 500.

Per ritrovare la Union Jack ai vertici del Mondiale è necessario andare a ritroso fino all’inizio della stagione 1979, e precisamente al Gran Premio Motociclistico del Venezuela. Il nome è di quelli leggendari, che fanno venire un brivido a tutti gli appassionati (soprattutto quelli con i capelli bianchi): Barry Sheene, due volte Campione del Mondo nonché ultimo pilota britannico ad aver guidato la Classifica iridata.

Non è, tuttavia, finita qui: Crutchlow è il primo pilota proveniente dal Mondiale Superbike a vincere più di una gara in MotoGP e a guidarne la classifica mondiale. Un passaggio, quello dalla SBK alla Classe Regina, rivelatosi difficoltoso per molti: tra gli altri ci hanno provato Colin Edwards, Troy Bayliss, James Toseland e Ben Spies. Tutti Campioni del Mondo delle derivate di serie, tutti piuttosto sfortunati quando hanno tentato il salto in Top Class.

Cal, vincitore del titolo iridato SuperSport nel 2009 e autore di tre vittorie in Superbike nel 2010, si sta invece togliendo le sue belle soddisfazioni anche in MotoGP: eroe dei due Mondi?

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Di Manuele Cecconi

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