Rossi come Doohan: ad Aragon con il freno “a pollice”
Il primo ad usare questa soluzione fu il campione australiano, dopo il gravissimo incidente del 1992 che gli compromise l’uso della gamba destra
Alla fine Valentino Rossi ce l’ha fatta: ha corso ad Aragon, nonostante un serio infortunio alla gamba e una prognosi che non deponeva affatto a favore del rientro del marchigiano già in Spagna.
Eppure il 9 volte Campione del Mondo, uomo e pilota dalle mille risorse, è riuscito a mettersi in sella e finire la gara: non solo giungendo al traguardo, ma addirittura tallonando per un bel po’ di giri il leader provvisorio Jorge Lorenzo e passando sotto la bandiera a scacchi in un’onorevolissima 5^ posizione, una manna dal cielo in quelle condizioni.
Il merito di quest’autentica impresa non va solo alla straordinaria forza di volontà di Valentino e all’assoluta professionalità dei medici che lo hanno preso in cura, ma c’è anche un fattore prettamente… tecnico. Eh sì, perché a venire in soccorso al vecchio leone e permettergli dunque di prendere parte al GP d’Aragona è stata anche Brembo, l’azienda bergamasca leader nella produzione di impianti frenanti ad alte prestazioni.
In che senso? Partiamo dal presupposto che, nonostante le cure, gli antidolorifici e tutte le precauzioni del caso, la gamba destra di Rossi non era certo al 100%. Impossibile, dunque, per lui, riuscire ad agire in maniera decisa sulla leva del freno posteriore, che sulle moto -come ben saprete- si trova proprio in corrispondenza della pedana destra. Per ovviare a questo problema, in Brembo hanno approntato in tempo record un sistema di frenata “a pollice” da montare sulla YZR-M1 n°46, in modo da permettere a Valentino di frenare agendo su una leva sistemata sotto al semimanubrio sinistro.
Un sistema simile non è certo una novità assoluta nel Motomondiale: a introdurlo fu nientemeno che Mick Doohan, in seguito al disastroso incidente del 1992 che gli compromise il corretto uso della gamba destra. L’australiano – che in quell’occasione rischiò addirittura l’amputazione dell’arto – si ritrovò senza la forza necessaria a spingere energicamente sulla leva del freno posteriore, pertanto chiese a Brembo di approntargli un sistema “a pollice”: Mick non solo riuscì a tornare in pista, ma proprio guidando con questo particolare impianto frenante conquistò anche i suoi cinque mondiali nella 500 cc, allora Classe Regina del Motomondiale.
La particolarità della soluzione adottata da Valentino, però, sta nel fatto che questo sistema prevede due circuiti idraulici separati e due pompe, che permettono dunque di azionare contemporaneamente il freno sia con la mano sinistra sia con il piede destro. La soluzione “standard” -che adotta una sola pompa freno collegata sia al pedale che alla leva a pollice- non prevede invece questa possibilità.
A dire il vero Rossi aveva già provato questa versione “classica” nel corso dei test successivi al Gran Premio di Brno, ma per Aragon ha preferito utilizzare il sistema “doppio” che consente una maggiore modulabilità.
Al momento il pesarese non è il solo pilota ad usare il freno posteriore a pollice (anche se non sappiamo se continuerà ad utilizzarlo anche quando la gamba sarà completamente guarita): adottano un sistema analogo, anche se non necessariamente in tutte le piste, anche Andrea Dovizioso, Jorge Lorenzo, Maverick Viñales e Danilo Petrucci. Oltre a Doohan, uno dei pionieri del freno posteriore al manubrio è stato Troy Corser, che in Superbike lo ha utilizzato per moltissimi anni.
Nel video qui sotto, Danilo Petrucci vi spiega il funzionamento di questo sistema, che non viene usato solamente per rallentare ma anche come una sorta di “traction control manuale”, per evitare il pattinamento della ruota posteriore in uscita di curva e per “aggiustare” la traiettoria: un sistema che Brembo rende disponibile anche per i semplici appassionati e amatori di ogni giorno.