Home Kawasaki al lavoro sul suo “3-ruote”

Kawasaki al lavoro sul suo “3-ruote”

La casa di Akashi ha appena chiesto il brevetto per una nuova configurazione a due ruote dell’avantreno, ma resta qualche dubbio…

Anche Kawasaki si appresta ad entrare nell’arena dei motoveicoli a tre ruote, ma probabilmente lo farà con un approccio estremamente diverso da quello fin qui adottato dagli altri produttori impegnati in questo particolare segmento del mercato.

Sono queste le principali indicazioni che emergono da una recente richiesta di brevetti presentata negli Stati Uniti dalla casa di Akashi in riferimento a una nuova configurazione a due ruote per l’avantreno, dove al posto delle convenzionali forcelle spunta un sistema di bracci orizzontali a fare da tiranti che permettono comunque alle ruote anteriori di sterzare e all’intero mezzo di “piegare” in curva.

Le due ruote si muovono all’unisono, sempre come un “parallelogramma mobile”, ma il loro orientamento dipenderà da questo leveraggio che andrà ad agire in modo comunque indiretto, inevitabilmente “sfalsato” rispetto all’azione sul manubrio. Dietro di loro, piuttosto sorprendentemente, ci sarà un singolo ammortizzatore a sobbarcarsi tutti i compiti di sospensione dell’anteriore.

Quella di Kawasaki dovrebbe essere una soluzione volta a risparmiare peso e mantenere basso il baricentro, ma sembra trattarsi comunque di una struttura piuttosto complessa rispetto a quanto visto sui classici scooter a 3 ruote come il ‘pioniere’ Piaggio MP3 o il Peugeot Metropolis, oltre che nei confronti della dispendiosa doppia forcella adottata dalla pirotecnica Yamaha Niken.

Tutto ciò sembra inoltre implicare una rilevante concentrazione del peso sul davanti, diverse masse non sospese e un allungamento del passo della moto – alimentando dubbi sugli effettivi benefici di questa configurazione in termini di pura maneggevolezza – ma al momento è difficile farsi un’opinione basandosi sul solo documento di richiesta dei brevetti e relativi disegni a corredo.

L’idea in sé resta comunque affascinante e Kawasaki merita certamente un plauso per aver essersi avventurata “fuori dagli schemi”: ora staremo a vedere se e quando questa sua visione si tradurrà in qualcosa di più concreto. Già la precedentemente citata Niken non ci ha messo molto a smentire buona parte dei pregiudizi che ne avevano circondato il lancio (clicca qui per la nostra prova) e Kawasaki potrebbe ripeterne l’exploit con questo suo nuovo e ambizioso progetto.

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