Home Aprilia RSV4 e Tuono 2019: la prima volta (a Imola) non si scorda mai… (VIDEO)

Aprilia RSV4 e Tuono 2019: la prima volta (a Imola) non si scorda mai… (VIDEO)

In sella ai due bolidi di Noale in una delle tappe degli Aprilia Racer Days. In compagnia di Lorenzo Savadori

Girare su un circuito come Imola con una moto non molto distante da quelle che i piloti utilizzano nel mondiale Superbike non è una cosa che capita tutti i giorni. Al di là dell’aspetto legato alla bellezza di andare in moto, ricalcare le traiettorie dove si sono scritte pagine di storia a due e a quattro ruote, mette i brividi. Per me, tra l’altro, è la prima volta su questa pista, considerata da molti esperti tra le più difficili al mondo. Perché? Perché ci sono un sacco di saliscendi, ci sono curvoni da fare “al buio” in salita con lo scollino da affrontare fidandosi della propria memoria. E anche perché è una pista lunga e faticosa. È vero, non si raggiungono velocità folli, non ci sono molte staccate violente, ma prima di elaborare il layout ci vuole un po’ di tempo.

Io a disposizione ho una giornata intera, scandita da diversi turni. Ce ne sono diversi in sequenza: alcuni riservati alla Academy – una vera e propria scuola di guida con istruttori qualificatissimi che guidano gruppetti di “piloti” che voglio imparare da zero o migliorare le proprie performance – altri dove ci fionda dentro con altri appassionati. È una delle tappe dei celebri Aprilia Racer Days, giornate organizzate dalla Casa di Noale per clienti acquisiti e potenziali, concessionarie e appassionati che vogliono provare in alcuni dei circuiti più prestigiosi d’Italia la Aprilia RSV4 1100 Factory e la Tuono 1100 Factory.

Via dentro, primo turno con la Tuono 1100 Factory. È una maxi-naked, di quelle che su strada ti fanno rabbrividire, ma qui posso sfruttare tutti i suoi 170 CV di potenza massima. Raccordo le prime curve senza piegare troppo: è presto, saranno le 9.30, l’asfalto è ancora un po’ scivoloso. Intanto ci sono le nuove sospensioni elettroniche che funzionano benissimo e un motore che non aspetta altro che ruggire. E lo metto subito alla frusta, tanto c’è l’elettronica che mi aiuta. Il circuito sembra non finire mai, ma è divertentissimo. Cerco di capire, di prendere i primi riferimenti, ma tanto so già che finirò per frenare molto prima di quanto potrei in quasi tutte le curve. Sono casualmente entrato nel turno della Academy, così mi ritrovo a ridosso del gruppetto capitanato dagli istruttori e ne faccio tesoro: vedo le linee giuste e capisco sempre di più dove va la pista.

Rientro e penso: “È spaventosa. Non devo strafare, devo fare un passo alla volta, anche perché non ho una grande preparazione fisica e non posso permettermi di essere cotto dopo due turni”. E così rientro dopo una manciata di minuti, sempre con la Tuono. Ora la spremo ben bene, inizio a piegare di più, tocco il ginocchio, e sento che la moto scivola sempre di meno. È precisa, stabile, scende in piega in un attimo. Tiene la traiettoria. Poi esco, apro il gas e il controllo della trazione mi aiuta. Ma avevo sottovalutato l’impennata: d’istinto chiudo il gas, mezzo spaventato, dimenticando che c’è l’elettronica che la controlla (su tre livelli). Così alla seconda occasione apro il gas in seconda in uscita e la moto sale di giri con l’anteriore che si solleva: una goduria per la quale non riesco a trovare le parole adatte. Ora inizio a divertirmi. La pista diventa un po’ più familiare e alzo ad ogni giro il ritmo.

Rientro con poca saliva e con un po’ di fiatone. E ci sta, non sono allenato. Ma non mollo. “Sei pronto già a rientrare con la RSV4?”, mi chiedono. “Assolutamente, no”, rispondo. “Devo riposarmi almeno 10 minuti”. Ma per la RSV4, però, si, sono pronto. Non la sfrutterò mai al 100%, ma forse nemmeno al 70%, ma ora sento che posso iniziare a godermi la giornata con lei. I 217 CV sono troppi per me, lo so, ma in fondo tra piattaforma inerziale, controllo di trazione e di impennata, buona parte del lavoro lo svolge la moto: io devo solo pensare a fare le linee giuste e a frenare in tempo per non sdraiarmi.

Via dentro ed è subito adrenalina. La spinta della Tuono era già corposissima, ma ora è diventata spaventosa. Devo ricalibrare il mio fisico e il mio cervello. La moto non ha un setting rigidissimo e va bene così, perdona di più i miei errori. Vado con il Traction Control a 1 e l’anti impennata a 1 (i meno invasivi, per intenderci). E inaspettatamente sono a mio agio, nonostante le fucilate. La moto è sensibilissima ad ogni mio movimento, e fa esattamente quello che le dico di fare; che poi non è detto sia la cosa giusta, ma questo è un altro discorso. Frena fortissimo, è stabile e precisa, e anche rapida nei cambi di direzione – qui ci sono due esse importanti: variante alta e variante bassa – mi trasmette fiducia e ad ogni giro che passa le chiedo sempre di più. Rientro, devo rifocillarmi.

Non prendo mai il tempo sul giro, so che non servirebbe. Sono troppo lento in molti punti della pista e capisco che rallento più del dovuto. Ma d’altronde se non sei un pilota ci metti un po’ ad alzare il ritmo, comprendendo che quella determinata curva è molto meno stretta di quello che sembra. Un po’ però me ne pento: il cronometro mi avrebbe comunque permesso di capire quanto miglioravo di turno in turno. Rientro sempre più confidente, conosco meglio la moto e il circuito. E giro meglio, lontanissimo da quelli veloci, ci mancherebbe, ma miglioro di giro in giro. C’è solo un problema: che inizio ad essere stanco. Così finito il turno, mi svesto e vado a pranzo.

Con me oggi c’è Lorenzo Savadori, un talento enorme: dentro e fuori dalla pista. Mi dà consigli, mi incoraggia e decide anche di rientrare con me per vedermi guidare: un po’ come se un calciatore di Serie A ti dice “stasera giochiamo a calcetto insieme”. Quello che mi ha detto dopo il turno effettuato insieme preferisco lo ascoltiate nel video che trovate qui sopra. Io, nel frattempo, porto a casa 2 turni con la Tuono e 5 con la RSV4. Sono sfinito, ma entusiasta. Perché ho guidato due moto molto potenti, che per quanto evolute dal punto di vista tecnologico richiedono comunque una certa preparazione. E pur non essendo un pilota mi sono divertito un mondo.

Ed è proprio questo il punto: se per mestiere corri, sali sulla RSV4 e vai fortissimo, se sei un amatore vai molto meno forte, ma “chissenefrega”, ti diverti comunque e togli il casco con un sorriso a ottanta denti.

Abbigliamento utilizzato

Tuta Dainese Laguna Seca D1
Stivali Dainese Torque D1 Out
Casco AGV Corsa R

 

 

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