SBK, basta uno Scott Redding per “salvare” il WSBK e la… Ducati?
Sboccia un inedito leitmotiv riguardante il BSB, in particolare il dominatore Scott Redding visto come il salvatore della patria, da portare nel WSBK per spingere il mondiale delle derivate in affanno e anche per portare in Ducati l’asso vincente
In estate, si sa, sbocciano gli amori che, però, di solito non superano la prova post feriale. Nel motociclismo dominano in MotoGP la “questione Rossi” e la “questione Ducati” e nel Wsbk l’interesse riguarda il campionato da montagne russe dell’inedito binomio Bautista-Ducati, le beghe contrattuali dello stesso asso spagnolo con la Casa di Borgo Panigale sempre invischiata nel ginepraio della gestione piloti, il ritorno in vetta di Rea-Kawasaki dati troppo presto per spacciati.
Ora, nella calura estiva di fine luglio, sboccia un inedito leitmotiv riguardante il BSB, in particolare il dominatore stagionale del campionato inglese, Scott Redding – una vera e propria cotta mediatica – visto come il salvatore della patria, da portare nel WSBK per spingere il mondiale delle derivate in affanno e anche per portare in Ducati l’asso vincente. Addirittura il 26enne pilota ex MotoGP, dopo le sei vittorie su 13 round del BSB e alcune scenette fin troppo montate, tipo quella di aver lanciato in tribuna a Snetterton il proprio … abbigliamento (in realtà i guanti e poco altro) viene considerato il campione-show, il corridore-star in grado di far “impazzire” e rilanciare la WSBK. Intendiamoci, Redding è un bel manico, di cui si conoscono pregi e anche limiti già dimostrati nella già lunga militanza nelle corse, addirittura nel Motomondiale in sella all’Aprilia RS 125 R già nel 2008 all’età di 15 anni, poi nel 2010 in Moto2 con la Suter MMX (un secondo posto, un terzo, 8° posto finale) e infine nel 2014 in MotoGP con una Honda RCV1000R (specifiche Open) del Team Gresini con due settimi posti e il 12° posto finale. Il resto è cronaca, fino al 2017 e il ritorno in MotoGP (Team Pramac insieme a Petrucci) con ancora due settimi posti e la 14esima piazza finale. Infine nel 2018 con l’Aprilia nel Team Gresini insieme ad Aleix Espargarò, miglior risultato 11° e al termine 21esimo.
Nel 2019 è nel Campionato britannico inglese (campionato molto seguito e combattuto anche se non certo dello stesso livello qualitativo del WSBK come dimostra anche il ritorno non esaltante di Haslam dopo il gran 2018 nel BSB…) sulla Ducati V4R in configurazione “inglese”. Niente da dire, ripetiamo, sulle qualità di Scott in pista e fuori ma ci vuole ben altro per dimostrare di essere un campione-fuoriclasse vincente in pista e carismatico fuori ed entrare negli albi d’oro del motociclismo e nel cuore degli sportivi di tutto il mondo. Così come non basta un nuovo “galletto” per riaccendere il mondiale SBK in crisi di identità, senza più l’appeal tecnico e agonistico dei tempi passati. Comunque, Redding è un pilota da seguire, che merita la “controprova” nel giro iridato e quindi l’attenzione di un grande Team, qual è quello ufficiale della Rossa. Ma ciò vale solo se si entra dalla porta principale, non da quella di servizio, come “riserva” o “tappabuchi”.