Home MotoGP, Rossi: “Non cambio idea su Marquez”. Non è pace ma armistizio.

MotoGP, Rossi: “Non cambio idea su Marquez”. Non è pace ma armistizio.

Non è pace vera fra Valentino Rossi e Marc Marquez. Tutt’al più un armistizio, pur se scritto sull’acqua.

Non è pace vera fra Valentino Rossi e Marc Marquez. Tutt’al più un armistizio, pur se scritto sull’acqua. Poco? Meglio di niente. Sperando che, senza un faccia a faccia fra i due campioni e quindi in mancanza di un chiarimento diretto, la tregua regga. L’attesa conferenza stampa di Valentino Rossi nel giovedì di Austin nell’hospitality Yamaha data come “straordinaria” (forse perché fuori dalla “ordinaria” conferenza stampa ufficiale) non ha modificato gran che i termini della contesa dopo i “fattacci” del GP d’Argentina.

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Di fatto, 10 giorni dopo, un Rossi con lo “stato d’animo buono” ha confermato le gravissime accuse formulate a caldo nel post gara contro Marquez quando disse:

“E’ pericoloso, io ho paura di stare in pista con Marquez, lui ti viene addosso, io non mi sento tutelato dalla direzione gara, lui ti viene apposta addosso. Ti punta la gamba in pieno e sa che lui non cade e spera che cadi tu, il problema è che lui è recidivo e corre così con tutti; non ha alcun rispetto per i suoi avversari”.

Così Rossi insiste: “Ho riguardato il GP d’Argentina, non ho cambiato idea su quanto successo e non ritratto nulla.”. Aggiungendo poi: “Ma meglio guardare avanti e tornare in pista. Quello che dovevo dire su Marquez l’ho già detto. Non è il momento di parlare con lui”. Quel Marquez che poco prima, lì a due passi, nel paddock di Austin aveva ammesso di fronte ai media alcune sue responsabilità per le vicende di Termas de Rio Hondo:

“Ho commesso alcuni errori e sono stato penalizzato, mi servirà di lezione”.

Solo frasi di circostanza? Si spera di no. A dire il vero – come già scritto ieri a caldo da Motoblog a firma di Umberto Schiavella – cose ben più significative e sensate sono state dette nella conferenza stampa ufficiale di avvio di questo importante Gran Premio delle Americhe a cominciare da Jack Miller e da Andrea Dovizioso.


Tornando sulle bollenti vicende del GP d’Argentina i due campioni – e non solo loro – hanno invitato tutti a smorzare i toni (“Le battaglie devono rimanere solo in pista”) mantenendo il confronto in modo rispettoso e civile, impegnandosi tutti a trovare soluzioni per aumentare la sicurezza nei circuiti.

Un messaggio, anzi una frecciata, per Dorna e Fim, i convitati di pietra, cui spetta tenere ben saldo il pallino di un gioco complesso quanto rischioso, con mano d’acciaio in guanto di velluto. Oggi, venerdì 20 aprile, Carmelo Ezpeleta dovrebbe incontrare in Safety Commission Rossi e Marquez: se così sarà, c’è da sperare che il boss della Dorna non si limiti ai convenevoli di circostanza, con un saluto: “Come va, ragazzi?” ma richiami autorevolmente entrambi al senso della misura e delle loro responsabilità, in pista e fuori. Guai soffiare sul fuoco ma guai credere che la cenere messa sopra alla meno peggio sia risolutiva. “Bisogna preoccuparsi del futuro – ho chiosato ieri Valentino – non del passato: tornare in pista è la migliore medicina”. Giusto. Che la giostra torni a girare.

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