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MotoGP, rocambolesco tango argentino

Il fuoriclasse della Honda – in una giornata di foga oltremisura – nei suoi sorpassi costringe Aleix Espargaro al largo e poi addirittura a terra Valentino Rossi.

Se la MotoGP è show, ecco lo show servito a Termas de Rio Hondo in un piatto colmo di minestrone adatto per tutti i gusti. Il meteo ballerino ci ha messo del suo, ancor di più di quanto fatto prima della classe regina, in Moto3 e in Moto2. Quindi gara dichiarata bagnata con gomme da bagnato, ma pista a chiazze, ancor più infida e malandrina del solito, decisioni incerte sul da farsi, scorrettezze in pista e (anche) fuori, penalità, polemiche, musi lunghi, pochi sorrisi, qualche parolaccia e di più.

Qui, addirittura, c’è stata la… novità della maggioranza dei piloti (cioè di tutti meno il poleman Miller già in griglia con le slick montate) già schierati e rientrati autonomamente in fretta e furia in pit lane senza nessuna autorizzazione della direzione corsa. Quindi ritardi, un quasi caos o caos pieno dovuto al fatto che i regolamenti mai chiari e sempre da interpretare non si sa ad uso e consumo di chi, in questo caso arrivando al compromesso di riportare tutti in griglia rispettando i tempi delle qualifiche, ma tre file indietro, lasciando al solitario incavolato Miller (che era stato l’unico a rimanere schierato e a non rientrare come tutti gli altri) il vantaggio di una cinquantina di metri.

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Una pezza peggiore del buco, con la comprensibile e legittima insoddisfazione di Miller e del suo Team che avevano azzeccato la scelta di gomme e avrebbero potuto centrare il colpaccio. Non bastasse tutto questo, si aveva proprio sulla inedita griglia lo (strano) spegnimento della Honda di Marquez, costretto al rodeo: scendere-spingere-rimettere in moto-risalire – ma contromano – con la successiva (prima) punizione, proprio nella fase di gran rimonta, di un rientro nel box per ride through e ritorno in pista da… forsennato.

Le Peripezie del Campione del Mondo in carica non finiranno qui perché il fuoriclasse della Honda – in una giornata di foga oltremisura – nei suoi sorpassi al gancio costringerà prima Aleix Espargaro al largo e poi addirittura a terra Valentino Rossi beccandosi alla fine – appunto – un’altra sanzione (30 secondi di gap) che lo sfila in 18esima posizione, zero punti.

MotoGP, rocambolesco tango argentino

Dritti dritti nel nuovo casino MarquezRossi? Si vedrà. Marquez ha esagerato ma ha anche dimostrato – se ce ne fosse stato bisogno – di che pasta è fatto, sia rispetto alla classe sia rispetto alla determinazione che oggi è sfociata in veri e propri arrembaggi. Tant’è. Tutto qui? E no. Perché la corsa, dopo il tentativo di fuga e tanti bei giri di Miller alla fine finito quarto causa svarioni (+4.349), l’ha vinta meritatamente – su un terreno in cui ci sguazza – Cal Crutchlow, in volata sugli indomiti Zarco e Rins, primo podio.

Come dire, la giornata dei “gragari di lusso” su moto satelliti: Honda 1°, Yamaha 2°, Suzuki 3°, Ducati 4°. Ovvio che, davanti e dietro, dall’inizio alla fine sia successo un po’ di tutto, iniziando dal ko di Pedrosa dopo il contatto con Zarco. Ducati factory? Dovizioso si è visto in zona alta ma mai in lizza per il podio, cercando di non fare errori, alla fine sesto, dietro a Vinales e davanti a Rabat e Iannone assai lontano. Di Lorenzo, 15°, meglio tacere. Bay bay Argentina, senza rimpianti.

La nuova classifica? In testa Cal Crutchlow (38 punti) con Dovizioso retrocesso al secondo posto (35), poi Zarco 3° (28), Vinales 4° (21), Marquez 5° (20), Miller 6° (19), quindi Petrucci, Rossi, Iannone, Rabat ecc. ecc. Lorenzo 20° (1 punto) che la dice lunga su come gira il feeling fra il maiorchino e la Rossa. Tutto da rifare? Tutto da rifare.

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