Cristian Gabarrini: “Jorge si sta ancora adattando”
“Lavorare con un pilota così è un piacere per noi tecnici: Jorge è un vero professionista, lucido e preciso”. A dirlo è Cristian Gabarrini, ex ingegnere di pista di Casey Stoner ora al fianco di Lorenzo nella sua nuova avventura in Ducati
Christian Gabarrini, 45 anni e due titoli in MotoGP come ingegnere di pista di Casey Stoner (2007 con Ducati e 2011 con Honda), è tornato a Borgo Panigale dopo l’esperienza in HRC: nel 2017 lavorerà al fianco di Jorge Loenzo, l’uomo che deve riportare la Ducati sul tetto del Mondo.
Dopo aver lavorato a lungo con Casey, Gabarrini si ritrova nel box di uno dei suoi più acerrimi e rispettati rivali: è stato uno degli uomini che ha accompagnato Stoner nel cammino per il Titolo 2007, l’unico vinto da Ducati in MotoGP, ed è la persona giusta per tentare nuovamente quell’impresa a 10 anni di distanza, ma con un pilota diverso.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ingegnere di pista del pentacampeon maiorchino ha parlato della sua nuova avventura in Rosso: il rapporto con Jorge, inanzitutto, sembra andare a gonfie vele.
“Al di là delle capacità di guida, che non sono in discussione, Jorge è molto preciso, professionale e dettagliato nelle sue analisi. Ha una visione lucida di quello che succede sulla moto: per un tecnico è un piacere lavorare con un pilota così. E’ vero che ci sono i dati, ma chi è in sella rimane il sensore più importante e sofisticato”
“Lo conoscevo di vista, mi ero fatto un’idea, che è stata confermata: è un ragazzo gentilissimo, finora non l’ho mai visto perdere la pazienza, è sempre molto disponibile, ascolta attentamente tutto quello che viene detto dentro al box. Umanamente è una persona piacevolissima”
In una parola? “Maniacale. Cura ogni particolare, come è giusto che sia per un professionista del suo livello”. E’ forse proprio questa attenzione al dettaglio, l’esigenza che tutto sia messo a punto nel migliore dei modi, la causa delle difficoltà di adattamento a una moto complessa e nervosa come la Desmosedici. Stoner, l’unico che è riuscito a “far girare” a dovere la Ducati, se ne stupisce.
“Lo conosco, capisco il suo stupore: Casey è unico al mondo nella sua capacità di adattarsi a una moto. Ma ha grande stima e rispetto di Jorge, anche lui è convinto che andrà forte. Tenendo conto di quelle che possono essere le potenzialità di Lorenzo e della Ducati, siamo tra il 75 e l’85%: diciamo che il processo di adattamento di Jorge alla Desmosedici e della moto al pilota sta procedendo bene”
Stoner ha effettivamente sempre avuto uno stile di guida molto particolare, e ha sempre usato un setting che, probabilmente, a tutti gli altri piloti, può risultare indigesto. Non è un caso che Lorenzo abbia scelto di avere Michele Pirro come coach, un pilota meno veloce di Casey in termini assoluti ma le cui indicazioni sono forse più utili a Lorenzo nel processo di adattamento alla Desmosedici.
“Non è solo una questione di velocità: magari Michele non arriva al livello di Casey, ma è comunque uno rapido e che ha una visione a 360° . Perché Pirro, a differenza di Stoner, prova tutto il materiale sviluppato per Ducati. Pirro è importantissimo: per carattere, tende a tranquillizzare Lorenzo. Portando la moto al limite in pista, vedendo le cose da fuori, dà un contributo fondamentale che un tecnico non può dare al suo pilota”
Negli ultimi test del Qatar Jorge è andato bene: un quarto tempo che fa ben sperare per la prima gara di Campionato, la “notturna” di Losail. C’è la possibilità che Lorenzo possa vincere in Qatar, una pista dove sia lui che le Ducati sono sempre andate molto forte? Molta gente, forse, se lo aspetta.
“Non vedo il motivo di questa aspettativa, anche perché significherebbe avere poco rispetto per un pilota forte come Dovizioso. Sicuramente ci sono le possibilità per fare bene, che significa salire sul podio, ma per vincere devono accadere tante di quelle cose… Vincere la prima gara permette al pilota di affrontare le successive in modo differente, ma da tecnico dico che cambierebbe poco tra un podio e un successo. Diciamo che mi interessano poco queste ‘imprese'”
Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse e padre delle Desmosedici del dopo-Preziosi, ha ammesso che al momento il binomio Lorenzo-Ducati è lontano dall’essere in grado di puntare concretamente al Titolo Mondiale. Lo stesso pilota spagnolo, in un’intervista di qualche giorno fa, si è auto-escluso dalla corsa all’Iride 2017: che ne pensa Gabarrini?
“La discriminante sarà la costanza nei diversi circuiti: in generale, il processo di adattamento tra moto e pilota è in crescita, ma non è ancora completato e, soprattutto, soltanto in gara si possono percepire certi aspetti. E’ troppo presto per dirlo, ma possiamo essere competitivi per tutta la stagione”.