Home MotoGP: KTM, la strada per le stelle è ancora lunga

MotoGP: KTM, la strada per le stelle è ancora lunga

Al termine dei test invernali, la RC16 ancora mostra dei limiti di gioventù prestazionali. Espargaro e Smith “manca potenza e trazione”

E’ l’unica casa motociclistica impegnata in tutte e tre le classi del motomondiale e, più di ogni altra cosa, ha mostrato nella sua “Era Pierer” una predisposizione ed un’attitudine al motorsport piuttosto spiccata. D’altro canto, nel mondo dell’off-road KTM è stata da sempre una certezza, riuscendo a conquistare tutta una serie di vittorie e titoli che hanno resto Mottighofen una certezza, una realtà conclamata. Non è un caso che il team Rinaldi con Tony Cairoli sia passato proprio alla casa austriaca anni fa, tanto per dire.

Nel mondo della velocità, il primo assaggio dell’era recente giunse con la 250, protagonista con Hiroshi Aoyama e Mika Kallio. In 125, la casa arrivò con grandi proclami, chiudendo la sua avventura nel 2009 con un titolo costruttori vinto, e con la prima vittoria centrata da un tale Casey Stoner.

Poi l’era della Moto3 con subito il titolo conquistato da Sandro Cortese, fino all’ultimo di Brad Binder. Ora l’approdo in Moto2 – con motore della tanto odiata rivale Honda – e, sopratutto, La MotoGP.

Mica roba da poco, e proprio in Austria il pensiero ed il progetto era nato nelle menti dei vertici nel 2014. Prima il motore al banco, poi la moto con tutta una serie di collaudi nel 2016. Tante prove e test privati, tanti piloti scelti, a partire da Mika Kallio, tester per la casa, affiancato poi anche dai vari Abraham, De Puniet.

DOHA, QATAR - MARCH 12:  Bradley Smith of Great Britain and Red Bull KTM Factory Racing speaks with mechanics in box during the MotoGP Tests In Losail at Losail Circuit on March 12, 2017 in Doha, Qatar.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Un progetto roboante, con l’appoggio di un’azienda come Red Bull, idee filosofiche ben definite e, sopratutto, l’ingaggio di due ottimi piloti come Pol Espargaro e Bradley Smith.

Grandi le parole a supporto del progetto, con ambizioni elevate, tanto che Mika Kallio si era lasciato andare – prima dell’esordio da wild card a Valencia – a proclami di competitività elevata. Il risultato non fu dei migliori, ed anche la prestazione – in termini assoluti – non fu il migliore possibile. Ma come poter criticare, quando concettualmente si trattava di una prova generale della RC16?

Una moto decisamente particolare, in grado di rispettare i dettami di KTM. Tanto per fare un esempio, l’esperienza nel campo del tubolare è stata riportata nella massima serie a due ruote. Una scelta convinta da parte degli uomini di Pierer abbinato al motore quattro cilindri con quella V stretta che, non a caso, la rende non dissimile alla Honda e alla Ducati. D’altro canto, i dettami della casa sono questi.

Ora che l’inverno si è concluso però, ai proclami bisognerà dare seguito con le prestazioni. Il che, a vedere i test di Sepang, Phillip Island e Losail, sono stati rispettati, ma in parte. O meglio, le prestazioni sono state in linea con quello che è il normale sviluppo di un progetto nuovo e decisamente complicato come la MotoGP.

DOHA, QATAR - MARCH 12: Pol Espargaro of Spain and Red Bull KTM Factory Racing looks on in box during the MotoGP Tests In Losail at Losail Circuit on March 12, 2017 in Doha, Qatar.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Certo è che proprio durante gli ultimi test sono nati diversi problemi per la moto di Mottighofen. Manca accelerazione alla RC16, e la moto è ancora acerba nonostante un anno di sviluppo in pista. Un elemento positivo è stato sicuramente quello dettato dall’affidabilità, con simulazioni di gara andate a buon fine. Il problema si ritrova quindi nelle prestazioni.

Due secondi di ritardo dalla vetta, al termine di un inverno di prove non sono pochi. Certo, probabilmente Losail non è la pista più semplice per la moto, ma comunque la questione rima tale. C’è da aggiungere poi che, ovviamente, non si son viste sulla RC16, sperimentazioni varie in termini di appendici e canalizzazione dei flussi, come tutte le altre case hanno fatto.

Smith ha effettuato delle prove comparative su quale telaio utilizzare, Pol Espargaro ha parlato di uscite lunghe con gomme usate, ma comunque la questione rimane tale “sicuramente i tempi sarebbero potuto essere migliori, ma ci siamo concentrati sulla gara. Ci manca ancora qualche cosa sia in accelerazione che nelle curve.”

Comprensibile il discorso. D’altronde negli ultimi anni, tutte le case che sono entrate – o rientrate – sono andate incontro a varie problematiche. Certo è che la 21esima piazza di Bradley Smith e la 23esima di Espargaro al termine dei test di Doha, cozzano un po’ con le volontà di una casa come KTM.

E, ripercorrendo indietro gli esordi con moto nuove, vien da pensare a Ducati che si presentò nel 2003 quasi centrando la vittoria mentre Suzuki nel suo rientro di due anni fa arrivò a conquistare anche una pole a Barcellona. Aprilia esordì a Losail con la RS-GP in maniera zoppicante, ma la moto era stata svezzata solo pochissimi mesi prima. Male andò invece Kawasaki nella sua esperienza cominciata nel 2003, con le verdone che solo dopo alcuni anni, riuscirono a conquistare podi e prestazioni con le Bridgestone ed il talento di Nakano.

Ora è il turno della casa austriaca. Un progetto interessante, affascinante, ambizioso con almeno tre anni di investimenti e con capitali e test sviluppati oramai da oltre un anno. La strada per le stelle sembra ancora lunga per KTM. Gli ingredienti ci sono tutti per poter far bene. Serve – evidentemente -ancora tempo e pazienza per diventare protagonisti in MotoGP.

DOHA, QATAR - MARCH 10:   Pol Espargaro of Spain and Red Bull KTM Factory Racing rounds the bend during the MotoGP Tests In Losail at Losail Circuit on March 10, 2017 in Doha, Qatar.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

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