Home MotoGP Argentina, domina Marquez. Acuto di Rossi a danno di Lorenzo

MotoGP Argentina, domina Marquez. Acuto di Rossi a danno di Lorenzo

Sono solo qualifiche, ma sotto il cronometro che fa calare ogni millesimo come gocce di sangue e picchia inesorabile come un martello, la MotoGP offre sul tracciato scivoloso di Rio Hondo uno show magistrale, antipasto prelibato della corsa di domani.

Sono solo qualifiche, ma sotto il cronometro che fa calare ogni millesimo come gocce di sangue e picchia inesorabile come un martello, la MotoGP offre sul tracciato scivoloso di Rio Hondo uno show magistrale, antipasto prelibato della corsa di domani.

Sorride, anzi ride, felice come una Pasqua Marc Marquez sul tetto di una pole (1’39.411) – qui la terza – abissalmente lontana da quella del 2015 (1’37.802) fatta dallo stesso Marc in condizioni di grip ben differenti di quelle odierne, ma muro invalicabile per tutti gli avversari.

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Marquez voleva anche superarsi ma una scivolata nel finale (la seconda dopo quella in FP3) lo ha indotto a più miti consigli, accontentandosi del gran bel lavoro fatto. Infatti, solo la classe, la temerarietà, la volontà di dare un inequivocabile segnale di forza del “diavoletto” spagnolo della Honda poteva domare oggi le velleità del binomio della Yamaha, Rossi e Lorenzo (o Lorenzo e Rossi), per nulla rassegnati e decisi invece a centrare l’exploit.

Ci ha provato prima Jorge – ancora “impolverato” dal volo subito poco prima nelle ultime prove – fino all’1’39.944, risultato alla fine insuperabile performance personale tenendosi dietro Pedrosa per soli 67 millesimi.

Spain's biker Jorge Lorenzo falls from his Yamaha during the MotoGP free practice of the Argentina Grand Prix at Termas de Rio Hondo circuit, in Santiago del Estero, Argentina on April 2, 2016. AFP PHOTO / JUAN MABROMATA / AFP / JUAN MABROMATA        (Photo credit should read JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images)

Poi, proprio sotto la bandiera a scacchi, la zampata feroce di Valentino Rossi, un 1’39.876 “inventato” come sberla beffarda per il proprio compagno di squadra, surclassato sul filo del tempo scaduto, il grido di guerra per la corsa di domani.

Prima fila di fuoco, dunque con la lepre Marquez sotto il tiro dei due “cacciatori” della Yamaha che solo una inconsulta bagarre intestina può rendere vana la caccia a Marc.

In seconda fila, un ritrovato Pedrosa (+0.533) sbarra la strada alle due Ducati di Dovizioso (quinto tempo +0.787) e di Iannone (+0.866). Qui si dimostra ancora che Honda senza il “manico” di Marquez non conquisterebbe la vetta e in questo caso specifico, su un asfalto così malandrino e traditore come uno specchio insaponato, la moto dell’Ala Dorata è più “domabile” delle Ducati, ritornate ai … “bei tempi” del toro imbufalito.

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Se Marquez non fa… testo perché capace con la propria stoffa di piegare a proprio vantaggio anche le teorie più negative e azzardate e se Rossi e Lorenzo guidano anche qui alla grande – sui binari – le 4 cilindri della Casa dei tre diapason, chi paga dazio sono proprio i piloti della Casa di Borgo Panigale, con gap pesanti, attorno agli 8-9 decimi, un abisso.

Poi, nono tempo, c’è il quasi secondo di gap di Vinales, inspiegabilmente ingrigito, con la trave del +0.964.

Insomma, una gara sicuramente al cardiopalma, davanti, ma – stando ai tempi di queste qualifiche – con i due tronconi ben definiti i cui nomi è inutile qui ripetere. C’è un favorito? No. Lorenzo cerca il bis di Losail, Rossi il colpaccio che vale ben più dei punti in palio, Marquez la rinascita Honda. Non è detto che fra i litiganti annunciati non siano proprio quelli dietro a godere. Vedremo. Corsa da non perdere.

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