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Passo Rolle: i Carabinieri fermano 250 moto

Maxi controllo, sul Passo Rolle, da parte dei Carabinieri della Compagnia di Cavalese, a 250 motociclisti. Non sono mancate le sorprese, tra cui un tentativo di fuga.

C’è già chi l’ha chiamata retata, chi un giusto giro di vite nei confronti di quei (pochi) motociclisti per i quali ogni uscita è un GP dal primo metro fuori il garage fino all’ultimo prima di rientrarvi.

E’ quella che hanno fatto i Carabinieri della Compagnia di Cavalese su alcuni tratti stradali della loro zona, in particolare la S.S. 50 del Passo Rolle, conclusasi con un buono numero di sanzioni ai centauri.

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Quattro pattuglie impegnate, per un totale di 250 motociclisti oggetto di controlli, che hanno riguardato la verifica della documentazione del mezzo, l’assicurazione, l’inclinazione della targa, gli scarichi, la velocità ed il rispetto della segnaletica.

Le multe hanno riguardato una ventina di centauri, vale a dire l’8% del totale, un numero non certo esiguo, ma neppure trascendentale, a dimostrazione che, nel complesso, i criticati biker tricolori non sono poi così indisciplinati come a volte vengono descritti, specie da chi è estraneo al mondo delle due ruote.

I sanzionati sono stati protagonisti di violazioni come il superamento della linea di mezzeria su strada con striscia continua, velocità pericolosa e sorpasso in curva. Non è poi mancato “l’artista”.

Definire motociclista una persona che manomette la propria targa, cambiandone i numeri, risulta difficile, ma è esattamente ciò che ha fatto un quarantenne padovano, che ha pensato bene di non fermarsi a posto di controllo, salvo poi essere inseguito, bloccato e, giustamente, denunciato.

Nulla di nuovo sotto il sole dunque, con le Forze dell’Ordine che fanno il loro dovere, così come i motociclisti. In mezzo a tutto ciò, una legislazione che definire perfettibile è poco e qualche mela marcia che, da un lato, prende ogni strada come se fosse il Mugello o Monza, e dall’altro applica in modo forse eccessivamente zelante le regole di cui sopra.

Con la sicurezza non si scherza. Oltre alle luci, di acceso, giorno e notte, serve anche il cervello, perché diversamente, dovendo definire il tutto in tre parole, si potrebbe chiamare semplicemente “guerra dei poveri”, una lotta che non ha vincitori, ma solo sconfitti, con tra essi, qualcuno che, insieme alla battaglia, perde la vita (o la fa perdere agli altri).

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