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Suzuki Economy Run: sfida ai consumi dichiarati

Suzuki Economy Run, sfida ai consumi dichiarati, gara al risparmio alla ricerca della massima efficienza. I risultati? Incredibili!

Royal Park i Roveri – Venaria Robassomero (TO), a due passi dalla sede Suzuki Italia; parte da qui la sfida Suzuki ai consumi dichiarati. 16 giornalisti, 4 stint di guida per oltre 240 km di test su strada in percorsi a tempo imposto, in sella all’Address 110, Burgman 200, Inazuma 250, e V-Strom 1000. Una gara di regolarità nel rispetto del C.d.S. per verificare con mano quanto – poco – possono consumare scooter e moto di Hamamatsu.

In un mondo, quello delle moto, in cui ancora si parla troppo poco di efficienza, emissioni e consumi, Suzuki è stata una delle prime, dal 2012 a inserire nelle proprie schede tecniche e a rimarcare i consumi dichiarati. Oggi la provocazione: quanto consumano realmente su strada? I dati dichiarati nel ciclo WMTC sono reali?

L’abbiamo scoperto insieme ai tecnici di Dekra che hanno rilevato e certificato i consumi effettivi individuando le differenze di peso prima e dopo la prova su strada. L’abbinamento moto/partecipante è stata a sorteggio, così ad ognuno di noi sono state affidate moto in perfetta efficienza con pressione pneumatici standard e serbatoi pieni e “sigillati”. Niente sconti, una gara vera, anche perché in palio c’era un Suzuki Address 110! Vediamo come è andata.

Risultati incredibili: quanto sono veri?


Se non fossi stato presente, e se non conoscessi la meticolosità e avessi piena fiducia nelle certificazioni di Dekra, non ci avrei mai creduto. Eliminati i dubbi sulla veridicità dei rilevamenti, avrei rivolto le mie perplessità al percorso e ai tempi imposti. E invece, non c’è dubbio e non c’è inganno. Sulla mia pelle ho scoperto percorsi “reali” e tempi imposti per nulla “truccati”. Per fare bene alla Suzuki Economy Run c’era da saper guidare prima di tutto, ma anche tenere una media sicuramente eco, ma anche “brillante”.

Chi, come me, pensava di dover fare la lumaca ha pagato lo scotto di un recupero in chiusura con tutti i contro di dover accelerare in una gara al risparmio. La chiave di lettura quindi è questa. E’ vero, è una gara: quindi abbiamo viaggiato in carena, possibilmente in scia a qualcuno, spento i motori al semaforo e sfruttato l’abbrivio ogni volta che era possibile. Ma i risultati sono comunque veri e impressionanti. Federico Aliverti ha vinto con una media di 79,8 km/l con l’Address 110, 73,3 km/l con la Inazuma, 42,4 km/l con la V-Strom 1000, e 89,5 km/l con il Burgman 200. Numeri incredibili, poco vicini alla realtà. Più veritieri invece i consumi medi dei 16 “concorrenti” che comunque parlano di un’efficienza inimmaginabile. La media complessiva è di 82,9 km/l per Address, 56,2 km/l per Inazuma, 67,1 km/l per Burgman 200 e 41,1 km/l per la Sport Enduro Tourer V-Strom 1000. Difficile replicarli nelle condizioni di traffico e stress urbano, ma il potenziale c’è, e con una guida attenta si può risparmiare davvero tanto!

Inazuma 250: 60 km 1 ora e 43.47 km/l


La gara. Divisi in due gruppi da 4, siamo pronti a partire. Cominciamo con la Suzuki Inazuma naked entry level, pratica, confortevole e ovviamente parca. E’ spinta da un bicilindrico frontemarcia di 248 cc per 18 kW (24,48 CV) e 22 Nm 6.500 rpm dotato di iniezione elettronica e contralbero di bilanciamento. Pesa 182 kg in ordine di marcia e vanta un consumo dichiarato di 30,4 km/l che grazie al serbatoio di 13,3 litri assicura un’autonomia dichiarata di 404 km. In sella stupisce per facilità e usabilità; sella bassa, buona posizione di guida, una strumentazione piuttosto completa con anche l’indicatore di marcia inserita, comandi morbidi e intuitivi.

La gara in sella a Inazuma prevede 59 km da percorrere in un’ora. Parto quindi “tranquillo”, cercando di mantenere una media di 60 km/h, ma ben presto tra centri urbani, stop, semafori e tratti guidati mi rendo conto che c’è da recuperare. Non è il caso di spremere i 24 CV ma di mantenere un’andatura fluida e scorrevole: un filo di gas e via accucciati per guadagnare qualcosa in termini di aerodinamica! Il Tom Tom ci dice l’orario di arrivo previsto e sono decisamente in ritardo. Pensavo di dover tenere un’andatura lenta e invece per stare dentro ai tempi imposti bisogna viaggiare a codice, compreso il tratto di tangenziale con limite a 100 e 130 km/h. Mi metto in scia a un camion e accelero! In breve sono di nuovo al parco per il rientro e il cambio di moto. Concludo il mio stint in un’ora con un consumo medio di 43,47 km/l, ben lontano dalla media degli altri concorrenti di 56,2 km/l e lontanissimo dagli impressionanti 73,3 km/l del vincitore Aliverti!

Burgman 200: 60 km in un 1 ora – 65,86 km/l


E’ il turno del Burgman 200, stesso tratto di 59 km in un’ora, ma questa volta conosco il percorso. Viaggiare sul Burgman è tutta un’altra storia. Classica posizione un po’ sdraiata da scooterone, una buona protezione aerodinamica e tutte le informazioni sotto controllo. La strumentazione qui è super completa con consumo istantaneo e medio e la “magica” spia Eco che aiuta a contenere i consumi.

I dati dichiarati qui parlano di motore monocilindrico a iniezione diretta da 200 cc 13,5 kW (18,36 CV) 17 Nm 6.000 rpm e 160 kg con un consumo medio di 30,1 km/l per un’autonomia globale di 316 km. Su strada il Burgman fila liscio anche con poco gas. Tra le curve si apprezza una dinamica sportiva e precisa che permette di disegnare le curve come fosse uno scooter sportivo. Lo scotto da pagare arriva con le buche cittadine in cui l’assetto rigido alla lunga, anche perché sono appena sceso dal comfort di Inazuma, si fa sentire.

C’è abbastanza vento e anche in questo caso cerco una scia per il tratto più veloce in tangenziale, riuscendo a viaggiare tra i 90 e 100 km/h con il motore che ronza poco sopra i 5.000 giri. Concludo la prova intorno ai 65 km/l, niente male per un percorso misto collinare e variegato come quello della prova, ma come al solito c’è chi ha fatto meglio! Il record è di 89.5 km/l per Aliverti e una media di 67,1 km/l. Valori incredibili, se non fossero certificati da Dekra.

Address 110: 41 km in 45 minuti – 82.31 km/l


Pranzo light per non appesantirci troppo e viaggiare leggeri e si riparte. Questa volta è il turno del Suzuki Address 110. Il più piccolino, il più lento e parco di tutta la gara. In questo caso dobbiamo percorrere 41 km in 45 minuti. Il Tom Tom montato sul cruscotto ci guida nel percorso e ci aiuta a stare dentro al tempo imposto. Come nelle altre prove parto piano cercando di stare nei 60 km/h di media. Ma il percorso in questo caso è più cittadino, con rallentamenti, stopm semafori, e un attraversamento dei binari che ovviamente troviamo chiuso.

L’Address è compattissimo e leggerissimo; solo 97 kg in ordine di marcia. Si guida praticamente con il pensiero! Agile e intuitivo è anche preciso e piacevole da guidare anche quando si affrontano un po’ di curve. Me ne accorgo meglio quando superata la metà del percorso capisco che sono in netto ritardo. Come al solito non è il caso di ruotare tutta la manetta, ma per recuperare sono costretto a viaggiare “accucciato” per un lungo tratto tra i 90 e i 100 km/h, sfruttando quasi per intero i 113 cc i 6,7 kW (9 CV) e gli 8,6 Nm 6.000 rpm. Un errore di valutazione, quasi una tappa sprint per non prendere la penalità di 100 ml imposta dal regolamento per ogni 5 minuti oltre il tempo imposto. Un’ammenda che vanifica ogni tattica di gara perché con un consumo dichiarato di 51 km/l l’Address va quasi ad aria. Un recupero inutile perché il controllo orario dice che sono in ritardo. Prendo 100 ml di penalità e concludo 40,5 km in 50 minuti con un consumo di 582 ml. Nonostante il recupero ho percorso 82,31 km/l, in linea con la media degli altri giornalisti. Anche in questo caso un valore pazzesco che equivale a un costo di 82 centesimi di Euro per 41 km.

V-Strom 1000: 80 km in 1h e 20, 41,1 km/l


E finalmente saliamo in sella alla V-Strom. Il percorso in questo caso è il più lungo 80 km in un 1 h e 20, e prevede urbano, extraurbano con un passaggio in quota e un bel passo montano. Anche in questo caso prendo il riferimento del Tom Tom per stare dentro al tempo imposto e inizio a gustarmi la dinamica della V-Strom. 208 kg a secco, 101 cv a 8.000 e oltre 10 kgm di coppia a 4.000 del bicilindrico a V si riesce a tenere un ottimo passo senza eccedere con il gas. L’erogazione è molto fluida e senza strappi fin dai bassissimi regimi e grazie al computer di bordo controllo il consumo istantaneo sempre ben oltre i 30 km/l dichiarati.

L’equilibrio dinamico di V-Strom invita a tenere un buon passo, e tra curve e tornanti è difficile rinunciare alla spinta possente del bicilindrico a V di 90°. Ma anche con un filo di gas la V-Strom fa strada, mostrando una precisione e un piacere di guida entusiasmante, permettendo di tenere un passo di tutto rispetto. Il percorso molto vario impone un ritmo medio piuttosto veloce e come per le altre prove sono costretto ad accelerare per stare nei tempi imposti. La V-Strom ha una rapportatura lunga con cui si può viaggiare oltre i 100 km/h con il motore poco sopra i 3.000. Rientro al controllo orario in tempo per non prendere penalità e con un consumo medio decisamente interessante. Meno di due litri per 80 km, ovvero 41,15 Km/l in media con gli altri concorrenti, ma soprattutto quasi doppio rispetto ai 21 km/l dichiarati nel ciclo misto dalla casa.

Efficienza prima di tutto


Efficienza, riduzione e contenimento di consumi ed emissioni. Queste i concetti chiave di Suzuki che utilizza tecnologie avanzate per la riduzione degli attriti interni come lo SCEM (Suzuki Composite Electrochemical Material), un trattamento della superficie dei cilindri che riduce gli attriti ed ottimizza la dissipazione del calore. Particolare attenzione anche ai pistoni e le fasce costruiti con tecniche e materiali che ne riducono il peso e gli attriti. A livello di efficienza possiamo citare gli iniettori multifori che insieme ai rapporti di compressione elevati ottimizzano la combustione e contribuiscono a ridurre consumi ed emissioni. I cuscinetti per i bilancieri della distribuzione sono a rulli, mentre il sistema ISC ottimizza gli avviamenti a freddo.

Particolare attenzione quindi per efficienza ma anche affidabilità, che incide direttamente sui costi di manutenzione. Suzuki offre poi estensione della garanzia, di 1 o 2 anni fino ad un totale di 4, ma anche pacchetti di manutenzione a prezzo concordato e un programma Sara di assistenza stradale che copre fino ad 8 anni di vita del mezzo. Insomma una grande cura per i propri veicoli, ma anche una particolare impegno per i propri clienti con una serie di attenzioni post vendita interessanti, come anche la digitalizzazione del libretto con cui si certificano tagliandi e veridicità delle informazioni sul libretto.

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