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Suzuki Address 110 2015: il nostro test su strada

Uno scooter economico, affidabile e accogliente. Il Suzuki Address 110 2015 si è rivelato un mezzo senza dubbio nato per affrontare il traffico cittadino in tutta semplicità.

Testo: p.a.fina

Il concetto di mobilità urbana può essere interpretato secondo una moltitudine di sfumature: il car sharing rappresenta l’opzione più attuale e modaiola, Uber quella più discussa, l’automobile elettrica quella per cui i governanti nutrono maggiori aspettative.

Le vetture classiche mantengono giocoforza una quota di fedelissimi, e le biciclette sono oggi diventate un’alternativa per alcuni imprescindibile. Rimane ovviamente il trasporto pubblico. E gli scooter? A mio avviso soffrono un po’ la concorrenza, ma non per questo motivo il loro successo va ritenuto concluso.

Anzi: un mezzo come il Suzuki Address 110 può rivelarsi la soluzione migliore per muoversi senza troppe difficoltà e complicazioni da un punto A ad un punto B. È economico, costa pochissimo da mantenere e non mette in difficoltà nemmeno il neofita.

Ha un bel vano sottosella (dove si può infilare un casco integrale), la pedana piatta e con 185 euro si può acquistare il bauletto. In opzione è comunque disponibile il parabrezza basso, quindi una cifra nell’ordine dei 2.200 euro va ritenuta sufficiente per acquistare un veicolo fra i più adatti alla città ed al traffico più severo.

E’ in vendita da 1.899 euro. Per 300 euro in più si possono avere il bauletto ed il parabrezza, che rendono l’Address un perfetto veicolo da città.

La Guida su strada

[rating title=”Voto” value=”7″ value_title=”prima impressione” layout=”left”]

La massa inferiore al quintale rende l’Address decisamente sgusciante, la sella dista appena 97 centimetri dall’asfalto ed il piccolo motore da 110 cc si rivela piuttosto brillante, ancorché dal fiato corto non appena la strada inizia a salire.

Del quattro tempi non siamo comunque rimasti delusi: è vivace, abbastanza rapido a salire di giri e per nulla allergico all’apri-chiudi, accontentandosi di appena 1 litro ogni 50 chilometri.

Sviluppa 9 CV ed eroga 8,6 Nm di coppia. Le origini piuttosto umili dell’Address vengono tradite dall’impianto frenante e dalle sospensioni posteriori, ma questi difetti non inficiano sulle qualità globali del mezzo: il tamburo posteriore arriva facilmente al bloccaggio, mentre il mono dietro si rivela piuttosto secco. Avremmo gradito anche la presenza di un orologio nella strumentazione, che si rivela in ogni caso facile da leggere e bella chiara.

La posizione di guida è ottima, in ragione di una sella ampia ed accogliente per i piloti di altezza superiore alla media. Non è altrettanto valido il riparo dall’aria, come migliorabile è anche la silenziosità del motore.

Qualche rinuncia va certo messa in preventivo, ma il rapporto qualità/prezzo conferisce allo scooter giapponese un ruolo a nostro avviso da favorito nella corsa al miglior mezzo di trasporto per ambienti urbani.

La Tecnica

L’Address utilizza un motore quattro tempi da 113 cc, raffreddato ad aria, per cui la casa dichiara una potenza massima di 9 CV (ad 8.000 giri/minuto) ed una coppia di 8,6 Nm (a 6.000 giri/minuto). L’impianto frenante si compone di un disco all’anteriore e un di tamburo posteriore.

Lo schema sospensivo non riserva sorprese: all’anteriore è prevista una forcella telescopica con precarico molla regolabile, mentre al posteriore troviamo un mono (anch’esso regolabile). Lo scooter giapponese misura 1.854 mm in lunghezza e vanta un interasse di 1.260 mm, è largo 665 mm e la sella si trova a 755 mm da terra. Pesa 97 chili. I cerchi sono entrambi da 14 pollici.

Design ed Estetica

Le matite giapponesi hanno disegnato un mezzo dallo stile personale e riconoscibile, sportiveggiante, capace di mascherare l’impostazione low cost. L’Address è spigoloso come la maggior parte dei veicoli orientali, ma allo stesso tempo non risulta eccessivo o troppo carico di linee.

Non ci è piaciuto solamente il pannello a contrasto sullo scudo, di aspetto un po’ troppo povero e che mal si abbina quand’è prevista la vernice grigia: l’effetto bicolore è assai migliore in abbinamento al bianco, colorazione a nostro avviso più azzeccata.

Belli invece sono gli indicatori di direzione, dallo stile quasi a boomerang, che riempiono a dovere lo scudo e danno spessore al becco. Abbiamo trovato riuscita anche la sezione posteriore, seppur d’impronta più tradizionale.

Pregi & Difetti

Piace

Motore vivace
Consumi
Agilità
Vano sotto-sella

Non Piace

Sospensione posteriore
Freno posteriore

Caratteristiche Tecniche

Lunghezza totale: 1.845 millimetri
Larghezza totale 665 millimetri
Altezza totale: 1.095 millimetri
Interasse: 1.260 millimetri
Altezza dal suolo: 120 millimetri
Altezza sella: 755 millimetri
Peso a secco: 97 kg

Tipo di motore: monociclindrico, 4 tempi, raffreddato ad aria, SOHC
Alesaggio × corsa: 51,0 millimetri x 55,2 millimetri
Cilindrata: 113 cm3
Rapporto di compressione: 9.4: 1
Avviamento elettrico a pedale primaria
Sistema di lubrificazione: a carter umido
Trasmissione: CVT

Sospensione:
Anteriore: forcella telescopica
Posteriore: Forcellone
Rake / Trail: 25 ° 45 ‘/ 97 mm

Freni:
Freno a disco anteriore
Freno a tamburo posteriore
Pneumatici
Anteriore 80/90-14 M / C 40P
Posteriore 90/90-14 M / C 46P
Sistema di accensione: Accensione elettronica (transistorizzata)
Capacità serbatoio: 5,2 L
Capacità olio: 0,8 L

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