Home Aprilia MotoGP, l’illusione del “bicchiere mezzo pieno”

Aprilia MotoGP, l’illusione del “bicchiere mezzo pieno”

Da italiani, non si può non sostenere il forte impegno dell’Aprilia nelle corse e anche la decisione di tornare nel motomondiale di velocità, nella categoria più ambita e difficile, in MotoGP.

Ma non si può non guardare in faccia la realtà, con la Casa di Noale negativamente oltre le difficoltà del “novizio” nei primi test ufficiali 2015, con Alvaro Bautista sempre oltre il 15esimo tempo con distacchi pesanti e con Marco Melandri inchiodato nell’ultimo tempo, nell’abisso di oltre 4 secondi di gap dalla pole virtuale di Marc Marquez.

Non vogliamo qui addentrarci in disquisizioni tecniche (Motoblog ha ampiamente trattato i test di Sepang) ma aprire una riflessione sul perché di una situazione che, al di là del perdurante ottimismo del gran capo Romano Albesiano, rischia di precipitare in un vero e proprio flop.

Qui non si tratta di limature tecniche (comprensibili per svezzare una MotoGP) ma di capire se a poche settimane dall’inizio della stagione 2015 l’Aprilia è in grado di sostenere un progetto strategico per partecipare al mondiale almeno dignitosamente o solo come cenerentola, o peggio, come “maglia nera”.

A dire il vero, c’è una situazione diversa fra i due piloti e, con tutta onestà, non si capisce se questo è bene o male, se cioè c’è un potenziale su cui far perno per progredire o se è tutto da buttare, ricominciando da zero. Qui si parla di una grande Casa, di un grande gruppo motoristico. Si parla di fior di piloti ufficiali, con un supporto tecnico, finanziario, organizzativo e di immagine, di altissimo livello.

Bautista è in una zona “grigia”, ma con la possibilità di agganciare il vagoncino finale del treno della top ten. Altro discorso per Melandri, oggi completamente “out”, non in grado (in questa fase) di contribuire in positivo allo sviluppo del progetto.

Inutile girarci attorno: con gap di oltre 4 secondi al giro non si sviluppa niente e ci si avvita in una illusione di speranze fuorvianti, una interminabile spirale negativa che, in mancanza di immediato recupero, mette ko l’intero progetto. Qual è il nodo di fondo?

Melandri “non apre” perché demotivato, “costretto” dall’Aprilia a correre in MotoGP invece che puntare al titolo Sbk? Nella sua carriera, il pilota ravennate ha avuto altre fasi di alti e bassi, ma non si può pensare che un campione di questo livello possa precipitare in una situazione al limite del … ridicolo. Stiamo parlando di un campione del mondo, di un corridore iridato del mondiale Sbk e del motomondiale, competitivo in varie cilindrate e con moto molto diverse fra loro.

Può capitare che fra pilota e moto non ci sia gran feeling, ma anche in tal caso un gap così pesante non trova spiegazione se non quella – ripetiamo – del “rifiuto” del pilota di mettercela tutta.

Non vogliamo assolutamente mettere in discussione la buona fede di Marco (tanto meno di quella dell’Aprilia) ma il binomio italiano è chiamato a guardarsi allo specchio, senza schermi o lenti deformanti. Il cronometro è impietoso: così non va e la logica del bicchiere mezzo pieno, a lungo andare, porta al precipizio. O la situazione cambia velocemente verso (non a metà stagione…) o altra via non c’è se non quella di prendere provvedimenti drastici. Tocca ad Albesiano decidere. Qui e adesso.

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