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MotoGP, Marquez a caccia di … Agostini

Tanto si è detto e scritto dopo Indy per la decima vittoria consecutiva nella classe regina del formidabile Marq Marquez, un record paragonato a quello del mitico Giacomo Agostini nel 1970.

A onor del vero l’asso di Lovere centrò all’epoca dieci vittorie nella 500 (nove nella 350) ma non una in fila all’altra perché al GP di Spagna – ottavo round stagionale con Ago assente – vinse Angelo Bergamonti (il pilota di Gussola fece la doppietta 350 e 500) chiamato dalla MV Agusta a tener … “sveglio” il caposquadra.

Ago poi rimise presto i conti a posto, dominando le restanti corse iridate 1970 e “stracciando” il compagno della MV nell’ultimo appuntamento tricolore di Ospedaletti-San Remo. Marquez, al suo secondo anno di MotoGP, sta dominando questa stagione, lasciando agli avversari solo gli altri due gradini del podio.

Il fenomeno spagnolo ha già di fatto in tasca il suo secondo titolo mondiale della premier class, portando il bottino a quattro titoli: questo all’età di … 21 anni! Nel 1970 Agostini aveva 28 anni e alla fine di quella “facile” stagione intascava il suo quinto titolo della 500 (settimo con i due della 350) avviandosi verso il record insuperato e (forse) insuperabile dei 15 titoli.

Mino era passato dalla 250 (Morini monocilindrica) alle 350-500 (MV Agusta 4 cilindri) nel 1966, 24enne, compagno di squadra di un certo Mike Hailwood che nel primo incontro nella corsa tricolore di Riccione dovette piegarsi all’esuberante irriverenza dell’italiano. Ma fu un fuoco di paglia, con l’inglese mattatore del mondiale 1966 e con l’italiano divenuto disciplinato scolaro. Poi Hailwood passò alla Honda e nella 500 Agostini, unico vessillifero della MV, riportò l’iride in Italia nove anni dopo l’exploit di Libero Liberati (Gilera). Per tre anni consecutivi Ago accumulava la classica doppietta delle due maggiori cilindrate.

Erano altri tempi, era un altro motociclismo! Oggi ci si lamenta per il dominio di Marquez e quindi di corse poco combattute, quando il fuoriclasse spagnolo taglia il traguardo con pochissimi secondi di vantaggio e i suoi avversari si giocano spesso il podio in volata. In quel ricordato 1970 Agostini dominò la prima gara delle 500 nella bufera del vecchio e micidiale Nurburgring.

Chi scrive queste note c’era e ricorda che il secondo classificato (Barnett su Seeley monocilindrica) giunse dopo … 3 minuti (sì, tre minuti!) e nella 350 Agostini tagliò il traguardo per primo con 4 minuti (quattro minuti!) di vantaggio su Kel Carruthers! Nella 500 la stagione si svolse più o meno sulla stessa falsariga. Poi i tempi cambieranno anche per Agostini, con le Honda di Hailwood e Redman competitive, con il passaggio dell’italiano alla Yamaha e l’arrivo alla MV Agusta di Read, quindi il ritorno di Ago con le moto di Cascina Costa e sulla Yamaha l’ingresso del fenomeno Saarinen.

La morale? A nostro parere è una sola: il motociclismo in pista è spettacolo, sempre e comunque. Va solo “interpretato” da ognuno di noi semplici spettatori sui circuiti e davanti alla tv. Se la passione è vera, non si può non trovare la soddisfazione che cerchiamo nei campioni, nelle moto, nelle piste che da sempre hanno fatto sognare e fanno sognare tutti, in tutto il mondo.

Guarda le foto del GP di Indianapolis 2014 della MotoGP

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