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Ducati Panigale V4: ecco la Rossa figlia della MotoGP

Presentata alla Ducati Premiere di Milano, costerà 22.590 €, la versione V4S arriva invece a 27.890 €; la Panigale V4 Speciale sarà venduta a 39.900 €.

EICMA – Ducati si mette l’abito rosso e nella sua serata di gala più importante dell’anno – la Ducati World Premiere – si prende le luci dei riflettori con la supersportiva più attesa degli ultimi anni. Rivoluzionaria fin dal suo cuore, perfino più dell’allora Panigale, Ducati ha presentato ieri sera a Milano la nuovissima Panigale V4. Era la regina attesa di questo salone, già pregustata con la presentazione a Misano del propulsore, il quattro cilindri a V di 90 gradi denominimato Desmosedici Stradale, sviluppato in collaborazione con Ducati Corse.

Si sa però che la Rossa vuol sempre fare le cose in grande, dunque spazio anche alle sorprese nelle sue tre declinazioni: Panigale V4, Panigale V4S, come oramai da tradizione, ma ecco in aggiunta anche la Panigale V4 Speciale portata sul palco da Casey Stoner.

Il cuore V4 di 90°

Dunque, per questo gioiello della tecnica, non si può che partire dal suo cuore pulsante, da quel motore che lo caratterizza. Come detto, schema V4 di 90° ruotato all’indietro di 42° come per la MotoGP al fine di ottimizzare la distribuzione dei pesi ed ospitare al contempo dei radiatori più copiosi, la Panigale V4 è figlia del progetto GP15 da cui è partita la dinastia GP16 e la vincente GP17. Nella versione standard è in grado di erogare 214 cavalli a 13.000 giri, con un allungo ad oltre 14.000. L’eccezione è la Speciale, con scarico Akrapovic in titanio e centralina dedicata, in grado di arrivare a 226 cavalli allo stesso regime. La coppia invece attesta il suo valore a 12,6 kgm a 10.000 giri.

Il peso di questa unità – parliamo del blocco sia chiaro – è di 64,9 chilogrammi. Si tratta solo di 2,2 chili più del Superquadro bicilindrico. 1103cc la cilindrata, onde poter sviluppare con tutta calma la versione R da 1000. In questa versione abbiamo un alesaggio di 81 mm – limite imposto in MotoGP – il Desmosedici stradale ha funzione portante, con il telaietto anteriore fissato al semicarter superiore, e nella testata posteriore. Il forcellone è imperniato direttamente nel carter così come la sospensione posteriore. Si tratta di una soluzione presa direttamente dalla MotoGP, come sottolineato dallo stesso Domenicali.

Il rapporto di compressione è di 14:1. L’albero motore controrotante con bronzine di banco, poggia su tre supporti, ed è realizzato in acciaio nitrurato con perni di biella a doppia rettifica sfasati di 70°. Questo per definire la fasatura d’accensione irregolare. L’ordine di accensione infatti è quello per cui si accendono prima i due cilindri sul lato sinistro, poi quelli su lato destro con schema 0°-90°-290°380°.

L’alimentazione è affidata a dei corpi farfallati con doppio iniettore a sezione ovale. Per la prima volta inoltre, ecco i cornetti d’aspirazione ad altezza variabile. Prestazioni che spostano in alto l’asticella, ma i cui intervalli di manutenzione risultano invariati. 12.000km o 12 mesi, e controllo/registrazione gioco valvole Desmo Service ogni 24.000.

Stile e design simile

Se dal punto di vista squisitamente tecnico il cambiamento è epocale, dal punto di vista stilistico si è evidentemente cercato di mantenere un family feeling con la generazione attuale della Panigale, con un discorso costante ma attorniato alla tecnica e gli ingombri di un V4. Certo è che il telaio front frame al posto dell’inscatolato risulta essere una novità decisamente importante, cosi come lo schema a doppio strato della carena per avere una miglior ventilazione. Un telaio che, vale la pena sottolineare, si mostra come evoluzione del monoscocca del Panigale. A questo si collega il telaietto posteriore ed il telaietto anteriore in magnesio. Il cannotto è inclinato a 24,5° con un avancorsa di 100mm

Ciclistica ed elettronica

Come da “tradizione” poi, è nel comparto delle sospensioni che la versione base si discosta dalla S. La prima è dotata di una Showa BPF da 43mm e mono Sachs, conmpletamente regolabili. Sulla V4S e sulla Speciale sono presenti invece una forcella Öhlins NIX-30 e un monoammortizzatore posteriore Öhlins TTX 36 oltre all’ammortizzatore di sterzo. Il tutto è gestito dal sistema di controllo elettronico Öhlins Smart EC 2.0, con nuova interfaccia OBTi.

Ci si disitngue anche in tema di cerchi, e non potrebbe essere altrimenti. La base ha i cerchi fusi in alluminio, mentre le altre due hanno unità forgiate. Una novità assoluta riguarda invece lo pneumatico posteriore, il Pirelli che fa esordire il Diablo Supercorsa SP, con l’inedito posteriore 200/60 ZR 17.

Evoluzione anche per quanto concerne l’impianto frenante e non potrebbe essere altrimenti. Al debutto assolut ecco la nuova pinza Brembo Stylema a 4 pistoncini da 30 mm. Dischi? 330 all’anteriore, singolo da 245mm al posteriore.

Ed infine ecco l’elettronica: la Panigale V4 eredita la piattaforma inerziale a sei assi che viveva già sulla Superleggera lo scorso anno. Dunque presente l’ABS Cornering in versione EVO, il traction control DTC EVO, lo Slide Control DSC,il quickshifter DQS EVO attivo in innesto e scalata, il Wheelie Control DWC EVO, il sistema di partenza DPL, il controllo del freno motore EBC EVO , la gestione elettronica delle sospensioni DES EVO. Tutti questi sistemi si sincronizzano agli oramai classici tre riding mode. race, sport e street.

Ultime parole per i prezzi: la Ducati Panigale V4 costerà 22.590 €, con la versione V4S si arriva a 27.890 €; la Panigale V4 Speciale sarà venduta a 39.900 €.

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