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MotoGP, ascolti TV sempre in crisi

Dopo i primi dieci Gran Premi, due sono oramai le “certezze” della MotoGP 2014: la prima riguarda la travolgente cavalcata di Marc Marquez, dittatore e ammazza campionato con i suoi dieci trionfi consecutivi, la seconda riguarda la sconfitta di Sky, con gli ascolti permanentemente in crisi.

Solamente 1,2 milioni di telespettatori (per la precisione 1 milione 182 mila telespettatori medi pari all’8,08% di share) hanno seguito su Cielo domenica scorsa alle ore 20 italiane la diretta della bella corsa MotoGP di Indy: un flop che non fa neppure più notizia perché in linea con gli ascolti negativi che si susseguono gara dopo gara dall’inizio dell’anno ad oggi. Siamo oramai costantemente attorno al milione di telespettatori o poco più contro i 4-5 (ma anche 6) milioni dell’era Mediaset, quando la Casa del biscione trasmetteva in chiaro.

Adesso, anche quando Sky offre il contentino a singhiozzo delle corse gratis, la sostanza non cambia, perché il telespettatore (italiano ma non solo) perdendo la continuità dell’appuntamento e il legame diretto e costante con l’iter del campionato, si allontana dalle corse, seguendole solo a spizzichi e bocconi. Trattasi di fidelizzazione, difficile da conquistare ma molto facile da perdere.

Che succede? C’è chi incolpa della debacle i commentatori, “incapaci e incompetenti”: ma se (solo) così fosse dovrebbe esserci una discesa dopo un picco di audience iniziale, proprio a causa dei telecronisti non all’altezza, quindi incapaci di tenere avvinto il telespettatore. Ma qui il picco non c’è mai e il segnale resta sempre … piatto.

La tivù a pagamento non sfonda perché costa (troppo) e il passaggio dal tutto “gratis” al (quasi) tutto a pagamento ha disaffezionato i più. Una domanda s’impone: perché per oltre 4 milioni di telespettatori italiani la corsa non vale i soldi chiesti da Sky?

La questione non può essere tagliata con l’accetta e la risposta non può che essere articolata investendo la realtà odierna della MotoGP (e dell’intero motomondiale, di fatto in piena crisi di identità che si traduce spesso anche con tribune vuote) e non solo lo strumento principale di comunicazione, la tv. Lo sport spettacolo è incentrato sul business: da anni anche il motociclismo è incentrato sullo show, quindi sorretto dalle leggi del business. Senza business non c’è sport professionistico, ma di solo business lo sport non può vivere. Così facendo anche gli investimenti in questo sport non producono il business desiderato e si riducono, con conseguente impoverimento generale: è il classico gatto che si morde la coda.

Ma il nodo di fondo è un altro e riguarda lo zoccolo duro della passione verso le corse di moto. Abbiamo già scritto su Motoblog. evidentemente i 4 o 5 (anche 6) milioni di telespettatori delle stagioni precedenti erano spettatori reali davanti alla tv (gratis) ma… “virtuali” sul piano della passione per il motociclismo e per il motomondiale, prevalentemente “tifosi” di un singolo pilota. In altre parole il motociclismo non gode nel Belpaese di così tanti appassionati: quei dati “gonfiavano” una passione che c’è ed è forte in Italia ma non così estesa e non così a prova di bomba. Ciò vale anche per altri sport: quanta gente seguirebbe il ciclismo se diventasse a pagamento? Quanti italiani hanno seguito lo sci del dopo Tomba? Nel nostro caso, nel momento in cui si doveva metter mano al portafoglio, si è preferito passare dai virtuosismi in pista di Valentino&C alla telenovela da pennichella. Quei 4-5 passa milioni erano davvero tanti: nessuno vuole mettere in discussione la veridicità dei numeri Mediaset sugli ascolti passati.

Il motociclismo ha vissuto periodi alti e bassi e questa fase di assestamento può sfociare in una rinascita delle corse o in un ritorno allo sport di nicchia. La politica dei “pochi e buoni” non ha mai portato bene, neppure nello sport. Tanto vale, quindi, modificare oggi per migliorare ciò che resta di uno sport complesso e costoso ma unico sul piano tecnico e agonistico.

Il rischio è che si voglia spremere le pietre puntando tutto sul business. Finchè la barca va. Così facendo, del grande motociclismo resterà solo il ricordo. Non c’è nulla da togliere. Né da aggiungere.

Guarda le foto del GP di Indianapolis 2014 della MotoGP

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