Norton Motorcycles sull'orlo del fallimento
Il futuro dell marchio britannico torna di nuovo in bilico dopo la messa in amministrazione controllata. Il CEO Stuart Garner: "Ho perso tutto"
Nuvole nerissime si addensano sul futuro di Norton Motorcycles, celebre marchio britannico che è stato posto ieri in regime di amministrazione controllata per il mancato pagamento di circa 300.000 Sterline di tasse dovute (poco meno di 357.000 Euro agli attuali tassi di cambio).
Norton Motorcycles fu fondata nel 1898 a Birmingham, nelle West Midlands inglesi, e oggi, dopo i grandi successi sportivi della prima metà del ‘900 (in particolare al TT dell’Isola di Man) e varie vicissitudini societarie, ha i suoi Quartier Generali a Castle Donington – vicino al tracciato di Donington Park – nel Leicestershire, dove la recente richiesta di messa in liquidazione mette a rischio circa 100 posti di lavoro.
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“A capo” della Norton Motorcycles c’è l’imprenditore e promotore immobiliare Stuart Garner, che acquisì i diritti sull’utilizzo del nome nel 2008 per tentarne il rilancio, a partire da un nuovo motore sviluppato “in casa” da 961 cc che avrebbe generato la Commando poi seguita altri modelli, tra cui la Dominator. Nelle sue prime dichiarazioni, confermate dalla BBC, Garner avrebbe dichiarato che l’ammontare delle 300.000 Sterline in questione sarebbe “largamente coperto” da eccezionali agevolazioni fiscali relativi a ricerca e sviluppo “già dovuti” dovute all’impresa.
Solo lo scorsa primavera, Garner aveva formalmente dichiarato che l’azienda si stava “comportando molto bene” e che stava anche pianificando l’apertura di una nuova fabbrica. Oltre a Norton, altre due società di Mr.Garner sono in amministrazione controllata, compreso il suo Priest House Hotel da 42 camere a Castle Donington.
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Dopo che la notizia è stata resa pubblica, sono tuttavia emersi altri dettagli riguardo ai creditori dell’azienda, riportati da Leicester Live: il fondo locale Leicester and Leicestershire Enterprise Partnership (LLEP), ad esempio, vanterebbe un credito 750.000 Sterline per un prestito concesso per sostenere la costruzione di un nuovo stabilimento a Castle Donington, anche se il maggior creditore di Norton sarebbe la banca Metro Bank.
Tutto ciò senza dimenticare i milioni di sterline in prestiti ricevuti dal governo britannico (da aggiungere ad altri provvedimenti “di sostegno” ministeriali post-referendum sulla Brexit) e i frequenti report sui lunghi ritardi nelle consegne di moto anche già pagate da parte dei clienti (con modelli che arrivano a costare fino a 50.000 Euro).
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Inoltre, come riportato da The Guardian, Norton sarebbe anche implicata in uno scandalo che coinvolgerebbe 228 pensionati truffati che, tra 2012 e 2013, avrebbero trasferito i loro risparmi in tre nuovi piani pensionistici controllati da Garner, dove i soldi sarebbero rimasti bloccati per 5 anni ma investiti in un solo modo: acquistando azioni Norton. Tale raccolta di fondi sarebbe stata effettuata in modo fraudolento da uno stretto collaboratore di Norton, poi condannato alla reclusione per questo.
Espirato il periodo dei 5 anni però, Garner avrebbe ripetutamente rifiutato di restituire l’accesso al denaro ai pensionati in questione, per un ammontare totale di circa 14 milioni di Sterline (circa 16.5 milioni di Euro). Riguardo a quest’ultima circostanza, Garner ha affermato di non avere idea tali fondi fossero stati raccolti in modo fraudolento quando li ha accettati, qualificandosi a sua volta come “vittima”, e che pensava di avere più di 5 anni per rimborsare i soldi.
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Per la gestione degli affari dell’azienda, proprio Metro Bank ha provveduto ad appuntare la società di contabilità BDO che in una nota ufficiale ha così espresso il suo approccio alla questione:
“Stiamo prendendo tutte le misure necessarie per garantire che clienti, personale e fornitori siano supportati durante il processo di amministrazione controllata.”
“Il nostro compito è determinare ed eseguire il più rapidamente possibile la strategia più appropriata per proteggere gli interessi dei creditori, tenendo presente la necessità di ridurre al minimo il disagio per tutte le parti.”
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In alcune dichiarazioni rilanciate da VisorDown, il principale imputato Stuart Garner, da parte sua, ha così spiegato la drammatica situazione in cui è precipitato l’ultra-centenario marchio britannico:
“Sono devastato dagli eventi delle ultime ore ed io, personalmente, ho perso tutto. Tuttavia, in questo momento davvero difficile, il mio pensiero va alla grande famiglia Norton e a tutti i soggetti coinvolti, dai clienti ai fornitori fino agli azionisti.”
“Senza alcun dialogo, Metro Bank ha nominato amministratore BDO e ora stiamo lavorando in modo positivo e proattivo con loro per garantire a Norton le migliori possibilità di trovare un acquirente. È diventato sempre più difficile produrre nel Regno Unito, con un carico fiscale crescente e le incertezze relative alla Brexit come tariffe, esportazioni e disponibilità di finanziamenti che incidono su molte cose.”
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Al momento non è chiaro quali saranno i più immediati effetti del provvedimento – non è stato confermato se la produzione continuerà – né se ci siano già potenziali acquirenti per l’azienda.
Ad ogni modo, al momento il sito web di Norton è ancora funzionante con l’eccezione delle sezioni “shop” e “factory tour”, mentre restano apparentemente attivi pure i canali social ufficiali, anche se non aggiornati da inizio Gennaio.
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