Home MotoE 2020, sette gare in cinque circuiti: interrogativi vecchi e nuovi

MotoE 2020, sette gare in cinque circuiti: interrogativi vecchi e nuovi

MotoE 2020: 3 maggio Jerez; 28 giugno Assen; 16 agosto Spielberg; 12 e 13 settembre Misano; 14 e 15 novembre Valencia. Cancellata Le Mans

Dopo aver debuttato quest’anno in chiaroscuro, il nuovo campionato “mondiale” con moto alimentate da propulsori elettrici denominato MotoE si ripresenta nel 2020 con un calendario che la dice lunga sul vento che tira. Già la denominazione ufficiale: “FIM Enel MotoE World Cup” dà la misura di cosa è davvero nei fatti questo campionato vinto quest’anno da Matteo Ferrari: un tentativo per aprire una nuova via, con tante perplessità e punti interrogativi pur non privo di interesse tecnico-agonistico, un torneo di “passaggio”, tant’è che si tratta di una “Coppa” e non di un Mondiale vero e proprio. La conferma viene proprio dal calendario MotoE 2020 dove si evince lo “status quo” di questa Coppa, con 7 gare previste la prossima stagione ma da disputarsi solo su 5 diversi circuiti, in quanto nel penultimo appuntamento di Misano (12 e 13 settembre 2020) e nell’ultimo appuntamento di Valencia (14 e 15 novembre) si effettueranno due gare, una di sabato e l’altra di domenica. Salta subito agli occhi la cancellazione della tappa di Le Mans, un nome che parla da solo, così come la sua assenza. Tant’è. Sotto certi aspetti, invece di puntare a un nuovo stimolante futuro, pare di tornare ai primordi del Motomondiale quando si disputavano una manciata di gare, peraltro in un lasso di tempo ristretto. Qui in questa Coppa MotoE 2020 di fatto si corre (solo) in cinque circuiti, da maggio a novembre, ma con un solo round a maggio, un solo round a giugno, nessuna gara a luglio, un solo round ad agosto, una gara a settembre, nessuna gara ad ottobre. Qui siamo. Come dire, questo passa il convento. Se di più e meglio non si può fare un motivo ci sarà e riguarda in primis le difficoltà riscontrate dalla nuova categoria nella sua prima stagione al debutto: difficoltà di identità, di posizionamento, di appeal e, perché no, di prospettiva reale, al di là del (debole) pompaggio mediatico. Non è stato un fallimento ma non è stato neppure un inizio trionfale.

Comunque questo il calendario 2020: 3 maggio Jerez; 28 giugno Assen; 16 agosto Spielberg; 12 e 13 settembre Misano; 14 e 15 novembre Valencia. Tornando al dunque, va ribadito quanto da noi scritto a luglio 2029 sulla MotoE: “Una rivoluzione, una sfida, comunque una novità attesa e non priva di curiosità ma anche di interrogativi, dubbi, polemiche specie dopo il rogo di Jerez a marzo che ha costretto gli organizzatori a rinviare la prima corsa a questo week end. Come noto, si tratta di un “monomarca” con un’anima italiana marcata Energica, con 18 piloti iscritti, per lo più corridori “maturi” o comunque rimessi in attività grazie ad ingaggi impensabili altrimenti, piloti oramai fuori dalla prima linea del Motomondiale, classe inedita con uno sponsor di rilievo, il Gruppo Enel”. il colosso dell’energia punta anche sulla MotoE racing quale strumento promozionale per spingere l’avvio dell’era dell’elettrico, intesa – fin troppo ottimisticamente – quale toccasana per risolvere i complessi problemi dell’inquinamento atmosferico attraverso la riduzione delle emissioni. Ovviamente il successo (tutt’altro che scontato per le moto, come già si è visto nel 2019) delle corse motoristiche con propulsori elettrici favorirebbe l’immagine dei nuovi propulsori ad energia elettrica, spingendo la produzione di serie, quindi il mercato.

Il “FIM Enel MotoE World Cup” è, come noto e detto, un campionato monomarca (per contenere i costi, si dice) con prototipi forniti dall’azienda modenese ENERGICA, moto denominate EgoGP, strettamente derivate dalla Ego, il top della sua gamma stradale. La moto è equipaggiata con un motore sincrono a magneti permanenti raffreddato ad olio con una potenza dichiarata di 110 KW (circa 147 cv) e una coppia di 200 Nm, una accelerazione da 0 a 100 Kmh in 3 secondi e una velocità massima di 250 Kmh e peso complessivo di 240 kg senza pilota. Non c’è né cambio né frizione: c’è il ride-by-wire che consente in accelerazione di dosare la coppia erogata dal motore mentre in frenata c’è il recupero di energia. Pacco batterie agli ioni di litio da circa 20 Kw/h. Peso delle batterie circa 110 Kg. (il motore della MotoGP pesa circa 55 Kg). Telaio in tubi d’acciaio e forcellone in alluminio. Non torniamo sui problemi tecnici e sui limiti delle prestazioni, come dimostrato quest’anno ad esempio nei tempi sul giro ecc. Allo stato della fiera si può dire che l’elettrico avrà un successo crescente per la mobilità urbana, (scooter, ciclomotori, veicoli commerciali, vetture car-sharing, oltre i mezzi pubblici ecc.), non altrettanto per le moto stradali di alte prestazioni. E per le corse? Gli attuali problemi tecnico-tecnologici (e di costi) non consentono nel breve-medio periodo uno sbocco positivo. C’è da sperare che, almeno per la curiosità, la “Coppa E” piaccia agli appassionati negli autodromi e al grande pubblico davanti alla tv. Un po’ di più, nel 2020, di quanto è piaciuta nel 2019.

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