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MotoGP: Vergani-Lorenzo, una “sberla” tira l’altra

Noblesse oblige! A Borgo Panigale non hanno nulla da dire? Con il Conte Agusta, all’autore di certe dichiarazioni sarebbe stato posto il divieto di ingresso nel box della Rossa…

Sono peggio dei botti di Capodanno queste polemiche alimentate dai manager di Case, Team, piloti e zone limitrofe. Anno nuovo, beghe (da pollaio) vecchie e potremmo chiuderla qui. Sapendo, però, che nelle corse il rinfocolare polemiche fa oramai parte del “pacchetto”, con la stessa “dignità” di altre componenti quali il pilota, la moto, lo staff tecnico ecc.

Non riteniamo che quelle dei manager di “alto livello”, quali ad esempio le ultime “sparate” di Alberto Puig (Team manager Honda-Hrc) e di Alberto Vergani (manager di Danilo Petrucci), siano “voci dal sen sfuggite” ma siano pensate a tavolino “pro” amici e “contro” i nemici.

E’ una tattica basata sul: “chi mena per primo mena due volte” nell’ambito di una strategia che tende a condizionare psicologicamente gli avversari della propria squadra o dei propri piloti. In altre parole si tirano bordate per far uscire dai gangheri l’avversario o gli avversari che, di solito, cade nel tranello della provocazione.

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Abbiamo già parlato nei giorni scorsi di Puig e delle sue fiocinate prima contro l’ex pupillo Pedrosa, poi rivolte – non proprio velatamente – contro Rossi e il suo entourage e quindi contro Dovizioso per tentare di mettere zizzania, in funzione pro Marquez, che di tutto ha bisogno meno dell’aiutino del Team manager della propria squadra. Non la facciamo lunga neppure sulle esternazioni di Vergani (peraltro, oltre che manager di Petrucci – prima ancora di Checa e di Melandri – imprenditore di noti marchi del settore) anche se non si può tralasciare un suo passaggio: “Danilo non ha ancora vinto un GP ma Jorge Lorenzo ha preso 25 milioni in due anni, la differenza fra i due piloti è questa. Un team che paga quella somma ha diritto di aspettarsi molti successi. Anche Casey Stoner ha guadagnato molto in Ducati, ma lui vinceva il Mondiale. Danilo è entrato in Ducati con un ingaggio da pilota da squadra satellite. Si sta giocando una grande opportunità…”.

Tutti possono dire tutto di chiunque? Sì. Ma nel bar o sui social. Ma qui Vergani, non uno qualsiasi ma un manager di alto livello, l’ha fatta fuori dal vaso. C’era davvero bisogno di rapportare così, Petrucci con Lorenzo, un outsider con un pluri iridato? I compensi non li determina il mercato? O si possono prendere 25 milioni di euro perché … “raccomandati”? Che c’azzecca, insomma, la questione economica con il compenso dei 25 milioni di euro dati al maiorchino dalla Ducati per il biennio 2017-208 rispetto all’ingaggio 2019 al pilota ternano ( 300 mila euro n.d.r) in funzione dei risultati raggiunti o da raggiungere?

Forse che Danilo può permettersi risultati modesti quest’anno sulla Rossa ufficiale in proporzione all’ingaggio preso e in un rapporto fra i 300 mila euro e i 25 milioni divisi per due? A stretto giro di posta, sui social, la risposta di Jorge è una frustata rasoterra: “Beh, in realtà ha ragione il suo manager, se ignoriamo i 5 titoli, le 68 vittorie e i 146 podi non ci sono differenze”. Botta e risposta. Come si dice, cotta e mangiata.

MotoGP: Vergani-Lorenzo, una “sberla” tira l’altra

Considerazioni finali. Punto uno. Nel merito il maiorchino ha risposto con la sberla dei fatti, cioè dei suoi eclatanti risultati in pista. Possibile, però, che, con il giro di chi gli cura (a Jorge) l’immagine, l’ufficio stampa, le Pr, non c’è nessuno che può rispondere al suo posto, evitando la discesa in campo personale ogni volta che qualcuno lo… pizzica? Punto due. Vergani è andato… lungo. Eccesso di zelo? Un mettere le mani avanti in previsione di una stagione tutt’altro che facile e scontata per il proprio assistito? Uno zolfanello acceso gettato in un bidone di benzina può alimentare una fiamma incontrollata.

Alla fin fine poco importa se – così facendo – un manager guadagna o perde in immagine o quant’altro. Chi non ci guadagna è Petrucci, nella sua stagione agonistica decisiva, cui si impone un procedere extra corse a “ passo felpato”, tenendo un “basso profilo”, evitando beghe e polemiche di ogni tipo. Chi ci guadagna ancor meno è Ducati, impelagata in polemiche alimentate da altri che, in questo caso, però, coinvolgono direttamente uno dei due piloti ufficiali in MotoGP e uno dei due ex piloti nel 2017-2018, nel 2019 in Honda con Marquez.

Noblesse oblige! A Borgo Panigale non hanno nulla da dire? Con il Conte Agusta, all’autore di certe dichiarazioni sarebbe stato posto il divieto di ingresso nel box della Rossa. Oggi tutto cambia e (forse) tutto è consentito. Poi, si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

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