MotoGP, Argentina: sciabolata di Miller, i “big” in difesa
Toc toc, sono Jack Miller, e ho appena fatto il miglior tempo (1’47.153) nelle qualifiche MotoGP nell’infido circuito argentino.
Toc toc, sono Jack Miller, e ho appena fatto il miglior tempo (1’47.153) nelle qualifiche MotoGP nell’infido circuito argentino di Termas de Rio Hondo. Una pole, la prima per lo scanzonato Jack, inaspettata quanto straordinariamente splendida-splendente, fatta “a tempo scaduto” da un pilota capace di prestazioni a dir poco mozzafiato ma d’autore, in situazioni dove nessuno scommetterebbe un euro bucato sul fatto che uno così possa terminare il giro a vita persa sulla moto e non steso a terra.
Certi exploit si fanno non perché sei uno svitato ma perché sorretto da un intuito e una perfezione di guida concessa solo ai grandi campioni. E il 23enne australiano di Townsville è campione di dura scorza, raffinato nella guida, estremamente sensibile sul bagnato. Fu proprio lo scorso anno sotto il diluvio olandese di Assen che Miller colse una magistrale vittoria in MotoGP lasciando tutti di stucco.
Jack, va ricordato, aveva dato grandi dimostrazioni già in 125 e soprattutto in Moto3, facendo poi direttamente il gran salto dalla classe cadetta in MotoGP per volere di mamma Honda e del patron Dorna. Quindi il passaggio con la Ducati Pramac, il trionfo già ricordato ad Assen 2017, i piazzamenti, le bagarre con la baionetta in canna, non sempre supportate adeguatamente dai risultati finali.
La pole di oggi è la ciliegina sulla torta, un meritato succoso frutto dovuto alla capacità del Team, alla sua Ducati, all’ardimento e all’intuito del pilota che ha cercato l’azzardo finale, entrando nel modo giusto (gomme slick) nel momento giusto, centrando magistralmente l’obiettivo e beffando Pedrosa, fino a un attimo prima davanti a tutti. Quindi Ducati in pole. Ma non una Rossa super factory, solo ottava con l’attento Dovizioso (terza fila, ottavo tempo 1’48.247 +1.094) dietro al sorprendente Aleix Espargaro con l’Aprilia da quasi miracolo(+0.692) e davanti al presente Vinales (nono +1.891) e ancora più indietro con il rabbuiato Lorenzo, in quinta fila (14° tempo +1’50.063) addirittura dietro alla Ducati di Karel Abraham e la terza Rossa – satellite – quella di Petrucci ultimo della sesta fila 18° tempo (1’50.449).
Insomma Jack salva, almeno in pole, la Ducati e c’è domani da sperare nel risveglio del Dovi per non permettere a Marquez (straordinario funambolo, seconda fila sesto tempo: 1’47.754, anch’egli ha tentato l’azzardo delle slick, desistendo subito) di prendere il volo in classifica generale. Marc, si sa, è capace di tutto, forse anche supportato dal fido Dani Pedrosa (ottima prima fila, secondo tempo: 1’47.330) capace oggi di tenersi dietro gente indiavolata quali Zarco (1’47.385), Rabat con l’altra Ducati satellite (1’47.681), Rins ( Suzuki1’47.743).
Detto di Vinales, cerchiamo Rossi, 11esimo tempo (1’49.326) fra il 10° Crutchlow e il 12° di Iannone. Il pesarese avrà il suo bel da fare per uscir fuori dal ginepraio dei primi giri. Si vedrà. E’ un animale da gara ed è abituato a far saltare pronostici.
Ottava fila per il rookie Morbidelli (1’51.012) cui, per adesso, non si può chiedere di più. Ovvio che queste sono condizioni anomale con risultati che, se pur reali e probanti, vanno presi con le pinze. Speriamo in una gara dal meteo definito: o bagnata o asciutta. Perché lo show, quello vero, non è il giro della morte nel circo equestre. Corsa da non perdere. Vietato scommettere.