Jorge Lorenzo: “I fischi al Mugello? Ci temono!”
Lorenzo non teme i fischi del Mugello: “La guerra psicologica è inutile se poi non dai gas in pista”. La Ducati? “Non l’ho fatto per soldi”
Interpellato dagli spagnoli di AS, Jorge Lorenzo non ha mancato di rispondere in modo pungente alle domande postegli dagli intervistatori in merito alla situazione di tensione che va delineandosi in concomitanza con il Gran Premio del Mugello, gara di casa dei piloti italiani e “tana del lupo” per gli spagnoli. Prevedibilmente Marquez e Lorenzo non verranno certamente accolti con il tappeto rosso dalla maggioranza dei tifosi, che sul tracciato toscano saranno ovviamente in maggioranza sostenitori di Rossi.
La prossima gara è il Mugello, dove hai vinto quattro volte negli ultimi cinque anni. Ti aspetti un ambiente più ostile rispetto ad altre occasioni?
Credo che l’ostilità derivi dall’opinione che Rossi e i suoi sostenitori hanno dei fatti dell’anno scorso, però penso che se alla fine non ci sarà una situazione violenta, cosa che spero, potrà andare tutto bene. Come diceva Cervantes nel Don Chichotte, “Ci abbaiano, è segno che stiamo cavalcando”. Se fischiano me e Marquez, che siamo i principali rivali di Rossi e che stiamo vincendo più gare e titoli, è perchè ci temono. Voglio ricordare che Rossi non vince un mondiale dal 2009, e da quando abbiamo la stessa moto e le stesse gomme ho vinto tre titoli a fronte di uno suo, e il doppio delle gare. E’ lo stesso che accade quando Messi va al Bernabeu o Ronaldo al Camp Nou… sono quelli che ricevono più fischi.
Sulle tribune, l’ambiente è cambiato?
Prima l’ambiente era di massimo rispetto, ora il clima sta po’ diventando quello di uno stadio. E’ qualcosa che noi non possiamo cambiare: Rossi con Iannone in Australia cercò di smorzare i toni e placare gli animi, ma con noi non lo ha fatto. Forse, dipende da lui. Se ci fischiano, vuol dire che ci temono perchè siamo più forti: significa che dobbiamo essere contenti del lavoro che stiamo facendo.
Dopo le vicende dell’anno scorso tra Rossi e Marquez, hai chiesto una sanzione per il tuo compagno di squadra. L’ambiente nel box Yamaha è diventato irrespirabile?
Nient’affatto. Il nostro è uno sport individuale, e anche se fosse uno sport collettivo non è che devi per forza andare d’accordo con il tuo compagno. Nel calcio ci sono stati attaccanti che erano tutt’altro che amici, eppure giocavano nella stessa squadra e continuavano a segnare gol. Evidentemente, se riesci ad essere amico di tutti, tanto meglio. Ma se ciò non è possibile, non è un problema. Alla fine i risultati si fanno in pista: puoi essere molto intelligente e molto bravo con le parole e la guerra psicologica, ma se poi non dai abbastanza gas in pista…
Credi che la guerra di Rossi e Marquez possa manifestarsi nuovamente in pista?
No. Sono piloti esperti che sanno bene che rischio corrono a fare stupidaggini: dubito che cercheranno di causarsi danno a vicenda, per lo meno intenzionalmente.
Jorge si è espresso anche su altri temi caldi: il suo passaggio a Ducati e i problemi delle Michelin.
Le Bridgestone andavano meglio delle Michelin?
Non è facile fare pneumatici per una moto da quasi 300 cavalli. Michelin è stata molti anni lontana da questo campionato, è tornata dopo tanto tempo e deve adattarsi un po’ per risolvere i problemi che si stanno manifestando, e a poco a poco ci sta riuscendo. Non è ancora a livello di Bridgestone, ma sta migliorando.
Congratulazioni per il tuo passaggio in Ducati, che ti ha reso il pilota più pagato del mondiale.
Lo sono fin dal 2012. Anche Yamaha aveva rilanciato, ma la Ducati si è spinta oltre. Tuttavia non è il denaro che ha determinato questa scelta: è stata la motivazione di fare qualcosa di stimolante, provare a vincere il titolo con due moto diverse tra cui una con la quale ci è riuscito solo Casey Stoner. Sarà una sfida.