Home Vacanze finite e prezzo della benzina in calo. Perché solo adesso?

Vacanze finite e prezzo della benzina in calo. Perché solo adesso?

Prima delle vacanze estive la benzina (e il gasolio) sale di prezzo, dopo l’esodo scende. Quando il petrolio aumenta, la benzina pure, quando scende invece no. Non è che qualcuno ci guadagna su?

Le vacanze estive sono ormai, per molti di noi, alle spalle. Almeno per tutti quelli che hanno consumato l’eterno rituale del rientro che, insieme alle immancabili code, ha riservato la sorpresa di un consistente calo del prezzo della benzina.

Ebbene sì, a Luglio il prezzo medio era ben superiore ad 1,6 € al litro, mentre in questa settimana sono state segnalate diverse pompe (specie bianche), che vendono la 95 ottani a meno di 1,5 €/litro.

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Ora, se le code, quando siamo in sella, riusciamo a dribblarle abbastanza bene, nonostante lo sport preferito di una parte degli automobilisti sia ancora quello di impedirci di saltarle, a nulla si può contro il costo dei carburanti i quali, ogni anno prima del grande esodo, aumentano di prezzo (o restano stabili a fronte di un avvenuto calo della quotazione del petrolio).

Tornano poi ad essere più economici a vacanze terminate, quando cioè le persone tornano alla normalità, ergo si spostano (e consumano) meno, ma tanto i produttori ci hanno già guadagnato, festeggiando il loro Natale con quattro mesi di anticipo (e io pago).

Ci raccontano da sempre che in realtà il prezzo dei carburanti non può seguire strettamente quello del petrolio a causa del fatto che i produttori fanno scorte, ed è vero, anche se resta un mistero il come sia possibile che quando il petrolio aumenta, a stretto giro salgano anche benzina e gasolio.

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State forse pensando che, quando il prezzo del greggio scende, i carburanti vengano comunque venduti allo stesso prezzo, facendo realizzare guadagni più ampi? Tsk… siete dei malfidenti. La verità è che, sfiga vuole, le scorte i produttori le fanno solo e sempre quando il petrolio diventa più economico.

Ci raccontano poi altrettanto spesso di come i carburanti, in Italia, abbiano dei costi allineati alla media europea, tralasciando il piccolo particolare che sono le accise, a fare la differenza (come dimostrato in questo post) ed il risultato è che benzina e gasolio all’ombra del Tricolore sono tra i più cari, per non dire i più cari in assoluto, di tutta l’Europa, come sperimentato ogni volta, di cui l’ultima  in questo viaggio Italia-Scozia e ritorno.

Saltano quindi fuori, a questo punto, quelli che mettono a confronto il prezzo dei carburanti con il reddito medio, ma anche qui le bugie hanno le gambe corte, perché in nazioni con guadagni pro-capite superiori a quelli dell’Italia (Francia e Germania in primis), diesel e benzina costano comunque meno che sull’italico suolo. Sì ma, direte voi, questo accade spesso nei distributori all’interno degli ipermercati? Ahhh… forse quelli che in Italia cercano di ostacolare in ogni modo? Sì! Ok, e dunque?

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No… per questa volta evitiamo di dire che, sempre in quei Paesi, le benzine a 98 ottani costano qualche centesimo più di quelle a 95, mentre in Italia o non ci sono, o occorre portare qualcosa al banco dei pegni per fare un pieno con esse.

Siamo tornati dalle vacanze e tutto è come prima, con noi che continuiamo ad essere cornuti e mazziati, anche con la parziale riforma del bollo, l’abolizione del P.R.A. ecc ecc, ma quella è un’altra storia e ci arrabbieremo la prossima volta. Tenetevi pronti! 🙂

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