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Pedaggio autostradale: petizione per abbassare i costi per le moto

Il Coordinamento Italiano Motociclisti ha lanciato una petizione per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per dimezzare i pedaggi ai motoveicoli.

Ricevono minori servizi, consumano meno asfalto, inquinano meno e occupano meno spazio, ma i motociclisti pagano la stessa cifra ai pedaggi autostradali, equiparati dal 1990 per autoveicoli e motoveicoli. Una scelta che si scontra con i sistemi di pagamento delle tariffe autostradali nel resto d’Europa, dove le motociclette pagano un pedaggio differenziato rispetto alle autovetture.

Per questo motivo il Coordinamento Italiano Motociclisti ha lanciato una petizione online per richiedere agli enti responsabili una riduzione del 50% delle tariffe autostradali per motoveicoli, per avere tariffe analoghe a quelle europee, coerenti con il servizio ricevuto. Ecco le motivazioni del CIM Coordinamento Italiano Motociclisti.

I servizi ricevuti dai motociclisti sono scarsi o nulli, comunque inferiori rispetto gli altri veicoli; sono pochissime le aree di servizio con parcheggi dedicati, peraltro nessuna su iniziativa delle concessionarie, comunque spesso inadeguati; in caso di guasto è quasi impossibile reperire un carro-gru attrezzato per il recupero di una moto e in caso di guasto le officine autostradali non sono in grado di intervenire su una moto.

Un motoveicolo ha un peso e una impronta a terra tali da creare una usura del manto stradale di gran lunga inferiore a quella di una autovettura; in tutta Europa i motoveicoli hanno costi di pedaggio autostradali ridotti rispetto alle autovetture. In alcune nazioni i motoveicoli sono addirittura esentati dal pedaggio; i motoveicoli sono spesso usati come alternativa alle autovetture nelle aree urbane. Il loro impiego permette una diminuzione della congestione del traffico e dell’inquinamento nel centro di molte grandi città, e la riduzione dei costi di pedaggio sarebbe un incentivo al loro utilizzo.

Le attuali metodologie di esazione consentono inoltre di differenziare i motoveicoli dagli altri veicoli, senza dovere fare modifiche o implementazioni alla infrastruttura esistente. Si possono usare contratti telepass dedicati oppure apposite tessere a scalare, metodi usati per concedere tariffe scontate ai pendolari su alcune autostrade. Il sistema assi-sagoma è utilizzato anche in Francia, dove però è stata contemplata una categoria specifica per i motoveicoli, con una tariffa dedicata. Non è quindi per l’utilizzo di questo sistema che non è possibile avere pedaggi meno costosi per i motoveicoli: è solo questione di volerlo o non volerlo fare.

Di conseguenza, per adeguare il pedaggio ai servizi ricevuti, per adeguare l’Italia alla situazione europea, per dare un corretto incentivo ad una mobilità alternativa, il Coordinamento Italiano Motociclisti richiede a tutti gli enti interessati di coordinarsi per dare una riduzione almeno del 50% delle tariffe autostradali per i motoveicoli. Le tariffe sono stabilite come costo al chilometro, e ogni autostrada ha costi diversi, per alcune autostrade sono molto più alti che per altre. Malgrado ciò, questo tipo di richiesta ha senso solo se fatta a livello nazionale, poiché coinvolge tutte le autostrade e tutte le concessionarie italiane, e i pedaggi vengono stabiliti in modo centralizzato. Fare richieste relative solo ad alcune tratte autostradali fa perdere di efficacia la richiesta, e da modo agli enti coinvolti di dare risposte di comodo.

Gli enti coinvolti nella gestione delle tariffe sono molti, e questo ha reso possibile dare risposte evasive a tutte le richieste che abbiamo fatto in questi anni. Ogni volta le risposte erano diverse, attribuendo a motivi sempre diversi l’impossibilità di avere un pedaggio specifico per i motoveicoli, creando confusione su chi dovesse proporre e chi approvare questo cambio di tariffa. Un incredibile scaricabarile.

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