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MotoGP in crisi, “San” Valentino salvaci tu!

Valentino Rossi chiamato, ancora una volta, a risollevare le sorti del Motociclismo. Basta una vittoria a Misano per ritrovare nuovi appassionati?

Riproponiamo schematicamente il tema più volte sollevato da Motoblog della crisi del motociclismo da corsa, in particolare della MotoGP. Crisi comunque pesante, come dimostrano i perduranti dati negativi di audience tv (nell’ultima di Silverstone un vero e proprio crollo!) ma anche i “quattro gatti” presenti domenica scorsa a Jerez in occasione del mondiale Sbk.

E’ vero, specificatamente in Italia, la crisi investe anche altri sport quali il calcio e la Formula uno, anche (o soprattutto?) per mancanza di risultati eclatanti a livello internazionale, con le nostre squadre (specie la Nazionale) e le rosse di Maranello a becco asciutto.

Tutto ruota attorno alla Tv (Sky paga oltre 50 milioni di euro l’anno per i diritti della F1 e oltre un miliardo di euro per quelli del calcio) e la torta di quella montagna di soldi derivata dalle entrate dei diritti tv viene spartita fra tutti i protagonisti dei vari “giocattoli”.

Ciò vale, con le dovute proporzioni, anche per il motociclismo, o meglio, vale solo per il motomondiale, in particolare per la MotoGP che, pur dentro la crisi economica generale, sguazza nell’oro o giù di lì. Tuttavia, per quel che riguarda nello specifico il nostro sport, le rotelle non girano e c’è una disaffezione del grande pubblico che cala negli spalti degli autodromi e segue sempre meno le gare in tv.

La crisi economica morde, i costi dei biglietti sono esagerati così come quelli per la pay tv, una scelta sbagliata ai limiti dell’autolesionismo. Ma pesa molto il modo di come è stato trasformato il motomondiale, stravolgendone identità e immagine dei tempi che furono, una brutta copia della brutta F1. Pesa anche l’altalena dei regolamenti, che, al di là delle buone intenzioni, non hanno abbassato i costi e non hanno migliorato lo spettacolo. Siamo al gatto che si morde la coda e l’unico dato positivo riguarda la sicurezza, inimmaginabile fino a pochi decenni fa.

Le corse, la MotoGP, hanno perso fascino e appeal. Nel motomondiale – specie in MotoGP – dominano le Case giapponesi con la resistenza di una sola Casa europea, la Ducati (speriamo nell’arrivo di Aprilia), cui non è bastato l’aiutino di regolamenti farlocchi, per tornare davvero competitiva e giocarsi il podio.

Il gigantismo del luna park del paddok e le minigonne delle avvenenti ombrelline evidentemente non sono lo spettacolo che il grande pubblico vuole dalle corse: manca il vero spettacolo in pista di una grande giornata di corse, non solo di una corsa, mancano idee che collegano la cultura e la grande storia del passato con l’evoluzione tecnologica del presente proiettata nel futuro.

Invece di programmare si vive alla giornata. Il motociclismo è sport individuale (si fa per dire) ma è anche sempre stato sport fatto da un pilota e da una moto costruita da una Casa, che rappresenta una bandiera, spesso una nazione. Così è sempre stato nel passato con Guzzi, Gilera, Bianchi, Mondial, Mv Agusta, Benelli, Morini, Aermacchi, Morbidelli, Minarelli ecc. poi con Ducati e Aprilia. Bisogna creare le condizioni per consentire alle Case di correre, non affidandosi solo ai regolamenti su misura o a categorie-bluff, monomarca, come la Moto2.

Di fatto, al professionismo esasperato della MotoGP, fa riscontro un motociclismo al limite del dilettantismo, per lo più con i piloti costretti a pagare per correre.Da lì la difficoltà del vivaio e la difficoltà per far emergere nuovi talenti. La Dorna gestisce il tutto pro domo sua, senza progettualità strategica, nella esclusiva logica del business, elemento importante ma non l’unico. La FIM sta solo a rimorchio della Dorna e la stessa Fmi, pur impegnata, non riesce a far decollare i suoi progetti, vuoi per limiti di gestione racing, vuoi per scarso supporto di aziende sponsor e media. Ma qualcosa si muove e i primi risultati si vedono.

Da anni, non solo in Italia, la MotoGP regge su un unico nome: Valentino Rossi, grande campione vincente e star di forte appeal che buca il video, nonché una “macchina” porta soldi. Ciò sta bene anche a tutti gli altri (team e piloti) che hanno tratto vantaggio (economico e di immagine) dal giro alimentato grazie al volano Rossi.

Oggi, la fortuna della MotoGP è l’ingresso sulla scena di un altro fenomeno, il giovanissimo Marc Marquez, e il permanere sulla scena ad alto livello del “vecchio leone” Rossi. Serve adesso una scossa per riportare nel grande pubblico l’interesse per le corse.

La scossa può venire solo da un grande duello domenica prossima a Misano fra Marquez, Lorenzo, Rossi, con Valentino sul gradino più alto del podio. Un trionfo eclatante di Rossi è quel che ci vuole oggi per risvegliare la sopita passione della gente. Non risolve i mali della MotoGP, ma serve per andare avanti, sperando che la Dorna capisca la lezione di questi ultimi anni. Comunque, il ritorno alla vittoria di Valentino riporterebbe il motociclismo in alto, fra la gente. E’ poco? Meglio di niente.

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