Home Jorge Lorenzo, intervista esclusiva: “Vorrei finire la mia carriera in Yamaha, ma devo valutare chi può darmi la moto per vincere”

Jorge Lorenzo, intervista esclusiva: “Vorrei finire la mia carriera in Yamaha, ma devo valutare chi può darmi la moto per vincere”

La caduta di Assen, il 5° titolo perso per 4 punti, la rivalità con Marc Marquez e il ritrovato rapporto con Valentino Rossi. Leggi l’intervista al 4 volte campione Yamaha.


Scarpette da ginnastica, felpa, faccina sbarbata da eterno adolescente. Se non fosse per gli occhi glaciali, dolci e sorridenti ma al contempo tenaci e determinati, Jorge Lorenzo sembrerebbe il ragazzo della porta accanto, appena uscito da un’aula universitaria, non uno dei piloti più forti degli ultimi trentanni.

Avevamo già parlato con lui tempo fa, ma ieri, grazie all’invito di Reebok, sponsor del mallorquino, abbiamo avuto la possibilità di scambiare una lunga chiacchierata nel quartier generale dell’azienda a Monza. Jorge sembra maturato, cresciuto, dopo l’ennesima estenuante e spettacolare stagione, che l’ha visto contendere il titolo a Marquez fino all’ultimo Gran Premio a Valencia e vincere ben 8 gare su 18.

Vive a Lugano, lontano dai riflettori: predilige le cose semplici, si allena con massacranti sedute di crossfit, ma si definisce un pigro che ama rilassarsi davanti alla Tv (magari guardando un match del Barca FC) e non disdegna qualche puntata a Milano per cenare in un famoso ristorante giapponese del centro. Riservato ma non scontroso, umile ma sicuro di sé, battuta pronta e favella tagliente: un gran personaggio, che sa conquistare il proprio interlocutore senza mai darsi delle arie. Insomma uno che sa fare il proprio lavoro non solo in pista, un campione a tutto tondo.

Iniziamo con la domanda di rito sulla stagione appena conclusa:

“Il bilancio di quest’anno è sicuramente migliorabile, dal momento che non abbiamo vinto. Comunque questa stagione è servita molto per migliorare il mio stile di guida. “

Hai perso il mondiale con l’incidente di Assen? La tua epopea durante quel week end ha emozionato il mondo intero…

“Si è stato un week end incredibile, ma in quella circostanza ho sentito di poterci provare. Volevo farmi operare subito, perché il dolere era molto grande e ogni piccolo movimento mi faceva soffrire. Allora abbiamo dovuto prendere un aereo privato per Barcellona, perché nei paraggi non c’erano ospedali disponibili per questo tipo di intervento. Poi dopo l’operazione stavo talmente bene che ho deciso di provarci. Allora abbiamo noleggiato un altro jet e siamo tornati ad Assen. E’ stato un week end molto costoso! Comunque non molti credevano che avrei potuto guidare una moto da 240 cavalli in quelle condizioni, invece sono arrivato 5°.”

La seconda parte della stagione è stata molto emozionante: hai creduto di poter vincere fino in fondo o hai lottato solo per chiudere nel migliore dei modi?

“Non penso mai molto al campionato, lo faccio quando mancano due gare. Vivo le gare giorno per giorno. Sapevo che il titolo era praticamente impossibile dopo le due cadute in Olanda e Germania. La logica diceva che doveva vincere Marquez, io ho provato a spingere ma ho perso punti anche nelle agre successive, perché non ero fisicamente a posto e la moto non era molto competitiva. Poi ho vinto le ultime gare ma era troppo tardi per vincere il Mondiale…”

La tua rivalità con Marquez ha raggiunto toni vivaci. Pensi che sia un pilota scorretto?

“Io sono un pilota e conosco i rischi che ci prendiamo tutti e quelli che io faccio correre agli altri. E’ giusto che noi si faccia un grande spettacolo, che dipende anche dai sorpassi, ma anche noi siamo persone e in questi anni non molti danno peso alla nostra sofferenza fisica. Dobbiamo difendere la salute dei piloti. L’incidente di Jerez penso dovesse essere sanzionato di uno o due punti: non critico Marc, lui corre con istinto, la colpa è della Direzione Gara. Io ho fatto una cosa simile a Valencia e anche io sarei stato da punire.”

Tu hai lottato da solo contro le Honda, pensi che Valentino avrebbe potuto aiutarti di più?

No, penso che se non l’ha fatto è perché non ha potuto.

Nakamoto, il boss della Honda, ha detto che ti contatteranno per il 2015…

“Io vorrei finire la mia carriera in Yamaha, ma non si può escludere nessuna possibilità. Io corro per vincere e devo valutare la moto più competitiva, anche se il team e altri fattori hanno il loro peso è la moto che fa la differenza.”

E cosa farete per ridurre il gap dalle Honda per il 2014?

“Lavorare per staccare più forte, che il nostro punto debole, ma non dormire nemmeno su altri aspetti, come la velocità massima, dove siamo ancora un po’ lenti e sul cambio seamless.”

Anche il 2014 sarà un campionato dominato solo da Honda e Yamaha?

“Speriamo di no e che la Ducati migliori tantissimo. Sarà difficile, però magari con Dall’Igna in un anno, un anno e mezzo possono migliorare tantissimo. Non sara facile per Cal, ma ha molto talento.”

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