Moto3, Aron Canet a Blogo: “Puntiamo in alto”
Il 19enne spagnolo prepara l’attacco alla Moto3 2019 sotto le insegne del team di Max Biaggi: “La sua grande esperienza mi sarà molto utile”
Ci sono grandi aspettative attorno al nuovo Sterilgarda Max Racing Team, la squadra di proprietà di Max Biaggi che quest’anno si appresta a fare il suo debutto nella classe Moto3 del Motomondiale, e questo non è dovuto solo al “peso” del nome del suo proprietario.
Il 6-volte Campione del Mondo, infatti, ha allestito una formazione che, al suo primo anno nella serie iridata, sembra già in grado di poter puntare ai vertici della categoria, grazie a una struttura di prim’ordine guidata dal Team Manager Peter Oettl – ulteriormente potenziata quest’anno dal “Corsaro” con l’ingaggio di nuovo personale tecnico – e, soprattutto, grazie alla presenza di un pilota dalla già comprovata competitività in questa categoria: Aron Canet.
Il 19enne di Valencia, reduce da tre anni nella classe cadetta del Motomondiale passati con Honda (durante i quali ha raccolto 3 vittorie e diversi altri podi), è considerato uno dei piloti più talentuosi della categoria e un possibile pretendente al titolo, uno status ulteriormente rafforzato dai buoni risultati ottenuti nei test svolti finora sulla KTM 250 RC del suo nuovo team.
Abbiamo incontrato Canet in occasione della presentazione ufficiale della sua nuova scuderia, avvenuta qualche giorno fa nella ridente Montecarlo, e ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda alla vigilia di una stagione che si annuncia già cruciale per la sua carriera.
Quest’anno hai accettato una grande sfida, con una nuova moto e in un nuovo team, quello di Max Biaggi. Quando sei stato contattato la prima volta? Hai accettato subito la loro offerta?
“La prima volta che sono stato contattato per questo progetto non sapevo ancora che c’era dietro Max, pensavo fosse una cosa che faceva capo a Peter. Infatti, una volta arrivati a Misano [per il GP 2018], ci siamo seduti attorno a un tavolo io, il mio manager e Peter, e quella è stata la prima volta che è apparso anche Max.”
“Allora io gli ho chiesto: “Ma cosa ci fai qui?”, e lui mi ha subito spiegato: “Sono qui perché il team è mio, non di Peter. Peter sarà il Team Manager, ma la squadra è mia”, e infatti da lì abbiamo iniziato a negoziare per chiudere l’operazione.“
Credi che il fatto di non avere un compagno di squadra in questa stagione sarà per te un vantaggio o uno svantaggio?
“Credo che per me, alla fine, sia la stessa cosa. Se non sei un pilota veloce è un bene avere un buon compagno di squadra, perché ti fa da riferimento e ti aiuta a migliorare.”
“Ma questo per me sarà il quarto anno nel Mondiale, e credo di essere già un pilota molto veloce. Non credo soffrirò la mancanza di un compagno di box, quello che conta è che la squadra resti unita come lo è già.”
Quale può essere per te un obiettivo realistico quest’anno?
“Non so se alla fine sarà possibile raggiungerlo o no, perché ci sono 19 gare di mezzo, ma spero di poter lottare per il titolo mondiale. Per me questo può essere un obiettivo realistico.”
Dopo 3 anni con Honda, avrai a disposizione una KTM. Che impressione hai avuto della moto dopo i primi test?
“In pratica, io sono stato con Honda molto di più in quanto nel 2012 ho iniziato a correre con la RMU, che aveva il telaio Honda. Quindi ho fatto 2012 e 2013 con RMU, e poi dal 2014 al 2018 sempre su una Honda.”
“Dopo aver guidato la KTM, ti posso dire che questa moto preferisce fare delle traiettorie un po’ più chiuse, come nel karting, puntando direttamente all’apex della curva, mentre con Honda si fa una linea un po’ più aperta. Per me comunque va benissimo, perché ho una formazione che viene dal karting, e per questo mi piace di più anche guidarla. I test sono andati benissimo e il feeling con la moto è molto buono, per questo credo che quest’anno potremo fare dei buoni risultati.”
Senti pressione per avere un “boss” come Max Biaggi, che da pilota ha fatto la storia di questo sport?
“Non sento pressione per questo. Max è stato un campione che ha vinto diversi titoli mondiali e credo che la sua grande esperienza mi potrà essere utile quest’anno, per migliorare ancora come pilota. Ma già ora lo ringrazio per avermi dato l’opportunità di correre nel suo team e io voglio ricambiarlo con i risultati, per dimostrargli che ha preso un pilota davvero forte.”
Tu hai già dimostrato di poter essere un pilota con il potenziale per vincere, ma quali sono gli avversari che ritieni più temibili alla vigilia della nuova stagione?
“Per il titolo penso che i piloti più pericolosi siano Fenati, Masia e Dalla Porta. E ci aggiungerei anche Arbolino.”
Il numero 44 che ti ha sempre contraddistinto ha un qualche significato particolare?
“Sì, ha un grandissimo significato per me. Nel 2005 mio padre ha partecipato al campionato spagnolo di karting, e ha vinto con il numero 44. E’ per questo che lo uso anch’io.”
Indipendente da come finirà questa stagione, credi che l’anno prossimo sarà il momento giusto per te per passare in Moto2?
“Io penso di sì. Alla fine, dopo aver fatto 4 anni in Moto3, credo che sarò un pilota con la giusta esperienza per fare il salto in Moto2.”
Come al boss Max Biaggi, chiedo anche a te un pronostico per i titoli Mondiali di MotoGP e Superbike.
“Per la Superbike dico Alvaro Bautista, per la MotoGP dico Marc Marquez.”
Oltre ai motori, hai qualche altra passione o hobby particolare?
“Mi piace tantissimo andare a correre, anche se ultimamente ci sto andando un po’ piano per via di qualche dolore al ginocchio. Per questo, durante l’inverno, ho fatto una preparazione più basata sul ciclismo, che comunque va più che bene per restare in forma.”
“Inoltre sono un grande appassionato di snow-board e, più in generale, di tutti gli sport con la “tavola”. Ma non mi piacciono gli sci, con le due gambe indipendenti l’una dall’altra: mi trovo molto più a mio agio con entrambi i piedi sulla stessa tavola.”
Come ultima domanda ti chiedo che opinione hai tu, personalmente, da pilota professionista, sulle corse stradali tipo il Tourist Trophy dell’Isola di Man.
“Mi piace tantissimo guardarle, ma io non credo che potrei partecipare a una gara del genere perché sono troppo pericolose. Io comunque ammiro tantissimo quei piloti perché danno davvero il 100% e si giocano davvero la vita, molto di più di quanto non facciamo noi nel Campionato del Mondo.”