Home 10 euro per “corrompere” l’agente non sono reato

10 euro per “corrompere” l’agente non sono reato

Automobilista cerca di corrompere due agenti con dieci euro. Assolto in cassazione.

Alcuni di voi ci avranno forse provato: colti in fallo dalla stradale avranno infilato una banconota nella patente sperando malamente di trovare qualche pubblico ufficiale disposto a chiudere entrambi gli occhi. D’altro canto anche l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato che “in Paesi che non sono complete democrazie ci sono altre condizioni che bisogna accettare se si vuole vendere quel prodotto“. Tradotto: a livello morale la bustarella non è un peccato.

Sospendiamo ogni giudizio, ma manteniamo l’affermazione, giusto per dimostrare che anche nella nostra classe dirigente un certo malcostume non viene certo demonizzato. Tempo fa un automobilista fermato per un controllo di routine, al momento in cui era stato richiesto di esibire la carta di circolazione, lo aveva fatto inserendo dentro una banconota da 10 euro e rivolgendosi agli agenti aveva anche suggerito “lasciate stare e pigliatevi un caffé”.

Prontamente denunciato veniva assolto in primo grado, mentre i giudici di merito della corte d’appello ritenevano di dover punire quella condotta ai sensi dell’articolo 322 del codice penale dato che l’imputato, in quel modo, avrebbe voluto evitare la contravvenzione. Sentenza ribaltata da i supremi giudici della corte di cassazione che hanno abbracciato la tesi del della difesa secondo cui quel gesto, fatto da una persona “semplice”, al massimo poteva essere interpretato come “segno di disprezzo degli agenti” ma non come istigazione alla corruzione. Assolto.

Offrire dieci euro, cinque euro ciascuno, a due esponenti delle forze dell’ordine, vista la risibilità della cifra, non sarebbe quindi un tentativo di corruzione, ma al massimo “reato di oltraggio, per l’offesa all’onore e al prestigio del pubblico ufficiale destinatario della dazione stessa.” Sull’oltraggio subito dai due agenti nulla da ridire, ma quello che rimane, a mio avviso, scandalosamente irrisolto da questa faccenda esemplare è la definizione di “irrisorietà” della cifra. A quanto sarebbe dovuta ammontare la bustarella per non essere insultante ma corrompente?

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