Così un 24enne ha creato la Harley Davidson più audace d’Europa

Scopri la storia della Harley-Davidson Sportster XL53C Café Racer di Makai Wink: un progetto artigianale che unisce tradizione di famiglia e innovazione tecnica.

Così un 24enne ha creato la Harley Davidson più audace d’Europa
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Massimo Schimperla
Pubblicato il 22 set 2025

Nel cuore di un garage olandese, due generazioni si sono incontrate per dare vita a un progetto che unisce tradizione, passione e innovazione. La storia di una Harley Davidson trasformata in qualcosa di completamente nuovo è il risultato di un dialogo familiare, di mani esperte e di un giovane talento deciso a lasciare il segno nel mondo delle moto personalizzate. È qui che nasce la Sportster XL53C “Oslo”, una moto che racchiude non solo il fascino di un’icona a stelle e strisce, ma anche la forza creativa di chi ha saputo reinventarla.

Tutto parte dal legame tra Makai Wink e suo padre. Ogni volta che la complessità del progetto sembrava insormontabile, Makai trovava nel confronto familiare la chiave per superare ogni ostacolo. “Ogni volta che mi trovavo in difficoltà, chiamavo mio padre. Ci sedevamo in garage, osservavamo la moto insieme e cercavamo la soluzione migliore”, racconta Makai, oggi ventiquattrenne, capace di trasformare una semplice eredità in una dichiarazione di stile e tecnica.

La base di partenza, una Sportster XL53C del 1998, non era una moto qualunque: appartenuta alla nonna, portava con sé un bagaglio affettivo che ha reso il progetto ancora più significativo. Da questa piattaforma, Makai ha intrapreso una radicale trasformazione in Café Racer, una delle configurazioni più amate dagli appassionati per il suo mix di essenzialità e sportività. La moto, ribattezzata “Oslo”, ha fatto il suo debutto al Bike Shed Show, evento di riferimento per la scena custom internazionale, dove ha saputo catalizzare l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori.

L’aspetto più rivoluzionario della trasformazione riguarda il telaio, che è stato tagliato e rinforzato per accogliere una soluzione tecnica mai vista prima su questo modello: un monoshock posteriore proveniente da un quad. Questa scelta, audace e ingegnosa, ha richiesto una completa riprogettazione della geometria della moto, ma ha garantito una maneggevolezza e una stabilità senza precedenti. La parte anteriore, invece, è stata equipaggiata con una piastra di sterzo custom che integra le forcelle di una Kawasaki ZX-10R, mentre la frenata è affidata a doppi dischi Tokico, capaci di offrire una risposta molto più pronta rispetto all’originale.

La cura nella selezione dei componenti è uno degli aspetti che rendono unico questo progetto custom. La ruota posteriore arriva da una Fat Bob, il serbatoio è stato ricavato da una Honda Sabre e modificato ad hoc, nascondendo sotto di sé un serbatoio dell’olio realizzato su misura. Il codino e il sottotelaio sono stati interamente realizzati a mano, così come lo scarico in acciaio inox, frutto di una collaborazione tra Makai e un amico saldatore. Ogni dettaglio è stato pensato per fondere funzionalità, estetica e unicità.

Sul fronte delle prestazioni, il salto di qualità è stato reso possibile dall’adozione di un kit S S big bore da 1200cc, che ha trasformato il bicilindrico originario in una vera e propria macchina da corsa. L’upgrade è stato completato con alberi a camme N4 Andrew, carburatori S&S Shorty E e accensione Hi4N, portando la potenza a circa 85 cavalli rispetto ai 50 di serie. La velocità massima stimata raggiunge i 180 km/h, mentre il peso complessivo della moto si mantiene intorno ai 200 kg, rendendola perfetta per una guida dinamica sia in città che su percorsi più impegnativi.

L’ispirazione estetica non è da meno: Makai ha dichiarato di essersi ispirato alla Blacktrack BT 03 e alla mitica Harley-Davidson XLCR degli anni Settanta, ma la sua “Oslo” si distingue per un’interpretazione personale che la rende immediatamente riconoscibile. Le linee compatte e aggressive, unite alla cura per i dettagli, ne fanno una moto capace di attirare gli sguardi ovunque si trovi.

“È molto più compatta adesso, perfetta per muoversi in città e capace di attirare l’attenzione ovunque,” afferma orgoglioso Makai Wink, giunto al suo terzo progetto custom. Ma la “Oslo” non è solo un esercizio di stile: rappresenta un passaggio di testimone generazionale, un esempio concreto di come la passione e le competenze possano rinnovarsi e crescere grazie al dialogo tra passato e futuro. In un settore dove l’innovazione è spesso una questione di dettagli, la storia di Makai e della sua Sportster XL53C dimostra che il vero motore del cambiamento sono le persone e la loro capacità di sognare, progettare e costruire qualcosa di unico.

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