Quartararo boccia la Yamaha V4: “Nessun passo avanti, solo problemi”
Fabio Quartararo critica la nuova Yamaha M1 V4 dopo i primi test: problemi tecnici, potenziale inespresso e aspettative deluse per la casa giapponese.
Il debutto della tanto attesa Yamaha M1 V4 nei test MotoGP si è trasformato in una vera e propria doccia fredda per piloti e addetti ai lavori. Nonostante le grandi aspettative generate dall’adozione della nuova architettura a V, il primo feedback proveniente dalla pista è stato tutt’altro che positivo. In particolare, Quartararo ha espresso senza mezzi termini la propria delusione, evidenziando come il passaggio dal tradizionale quattro cilindri in linea al motore V4 non abbia portato i miglioramenti sperati, anzi, abbia persino peggiorato la situazione rispetto alla versione attuale.
Il pilota francese, da sempre voce autorevole all’interno del box Yamaha, non ha nascosto la sua frustrazione al termine delle prime sessioni di prova. “Al momento la nuova Yamaha è peggiore di quella attuale, non trovo aspetti veramente positivi”, ha dichiarato, raffreddando in modo deciso gli entusiasmi che avevano accompagnato la rivoluzione tecnica voluta dalla casa di Iwata. La sincerità di Quartararo non lascia spazio a interpretazioni: il percorso di sviluppo sarà più tortuoso del previsto e richiederà uno sforzo collettivo per invertire la rotta.
Le criticità emerse durante i test sono molteplici e affondano le radici in problemi già noti agli ingegneri Yamaha. Se a Barcellona si era percepito qualche timido segnale di miglioramento, la realtà del nuovo circuito ha spento ogni illusione. “In questo momento non avverto nessun passo in avanti nelle aree in cui avremmo bisogno di farli”, ha sottolineato il francese, evidenziando come la nuova configurazione non abbia inciso sui punti deboli della moto.
Sorprende come, nonostante il cambio radicale nella filosofia progettuale, le sensazioni alla guida siano rimaste pressoché invariate. “Il problema non è il motore V4 e non penso sia quello che risolverà tutti i nostri problemi”, ha precisato Quartararo, lasciando intendere che la vera sfida per Yamaha sia ancora tutta da giocare su altri fronti. L’adozione della nuova architettura, sebbene storica, non ha infatti modificato le criticità strutturali che affliggono la M1.
Tra le aree di intervento più urgenti spiccano l’anteriore della moto, l’elettronica e il setting generale. Il lavoro degli ingegneri si concentrerà soprattutto sull’ottimizzazione della risposta elettronica e sulla ricerca di un bilanciamento che consenta ai piloti di sfruttare appieno il potenziale del nuovo progetto. In particolare, le vibrazioni in ingresso curva rappresentano una delle principali criticità segnalate non solo da Quartararo, ma anche dal collega Augusto Fernandez. Questo fenomeno limita la confidenza dei piloti e complica ulteriormente la gestione della moto nelle fasi più delicate della guida.
Il confronto con gli altri piloti Yamaha, come Miller e lo stesso Fernandez, ha confermato la natura condivisa delle problematiche. Tutti lamentano una certa difficoltà nel far girare la moto, una caratteristica che paradossalmente rappresenta ancora l’unico punto di forza della versione attuale rispetto alla nuova Yamaha M1 V4. L’attesa per un cambio di passo, dunque, si trasforma in una corsa contro il tempo per colmare il gap con la concorrenza.
La scelta di adottare il motore V4 era stata salutata come una svolta epocale per Yamaha, ma la realtà della pista ha imposto una brusca frenata all’ottimismo. Gli ingegneri giapponesi dovranno lavorare con determinazione per individuare soluzioni innovative e restituire competitività a una moto che, almeno per ora, sembra aver perso la propria identità senza aver ancora trovato una nuova dimensione vincente.
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