MotoGP, pagelle. Marquez trionfale accende il “trenino”. Solo Dovi resiste

GP di Thailandia, le pagelle della MotoGP di Massimo Falcioni.

MotoGP, pagelle. Marquez trionfale accende il “trenino”. Solo Dovi resiste
Massimo Falcioni
Pubblicato il 8 ott 2018

La gara: voto 8+. MotoGP senza fantasia. Marquez la salva con il suo tocco magico. Grazie anche al Dovi-tosto. I tre giri finali salvano la corsa. E’, però, la solita “gara trenino”, anche piacevole ma di dubbia sostanza tecnica e agonistica. Questa è la MotoGP, questo passa il convento dorato. I piloti girano al risparmio altrimenti le gomme non arrivano alla fine. Non è (solo) questione di caldo. La “locomotiva” è Marquez che guida sopra i problemi (la sua Honda ha un filo in meno in accelerazione) e senza sbuffare dà lo strappo finale e punta trionfante alla stazione iridata numero 7. Senza l’alieno, la Rossa sarebbe mondiale. Yamaha, resurrezione o mix favorevole? Un plauso ai tifosi locali, felici come una Pasqua per il “loro” bollente GP. Applaudire tutti si può fare. Costa uguale.

Marquez: voto 10+. L’asso della Honda (voto 10-) è oggi l’emblema dell’arte di correre in MotoGP. Nell’attacco decisivo alla “5” dell’ultimo giro Marc piega in curva con la forcella a pacco, l’anteriore in controsterzo e la ruota dietro sollevata, tiene la corda, fa la curva ed esce in testa. E, piccolo dettaglio, vince la gara col sorriso. Marameo! Arte. A Motegi il primo match point per l’iride n° 7.

Dovizioso: voto 9+. Se vale sempre il monito di Enzo Ferrari: “Il secondo è il primo degli sconfitti” il Dovi non può ribadire: “Felice di mettere in crisi Marquez”. E’ questo l’obiettivo della Rossa (voto 10+)? Dovi l’osso duro, c’è. E non molla. Ma il number one è un altro. La staccata a “babbo morto” ha valore se non è la manovra… “disperata”.

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Vinales: voto 8+. Riporta la Yamaha sul podio dopo un inseguimento lineare e senza sbavature, “favorito” anche dal passo del trenino dei fuggitivi. Per Maverick aver “bruciato” Rossi vale più del podio. Forse.

Rossi: voto 7+. Illude ma non si illude. L’asso pesarese è realista: “Non bisogna accontentarsi di un buon risultato”. La vittoria resta una chimera. A rischio anche il terzo posto in classifica. E il podio di Vinales “brucia”. I primi due sono fuori tiro.

Zarco: voto 6+. Il suo quinto posto a 1”2 da Rossi e a 2”5 da Vinales dimostra che la Yamaha non ha fatto poi qui progressi tecnici necessari per tornare competitivi al top. Anche il harakiri di Pedrosa aiuta la classifica.

Rins: voto 6-. Non fa nessun azzardo. Anzi neppure ci prova. Sta al ritmo “ciuf-ciuf” della corsa appagato nel tenersi (ben) dietro il compagno (si fa per dire) Ian. Chi s’accontenta (non) gode.

Crutchlow: voto 5-. Cade nella “trappola” del passo blando imposto dai primi. Kal è pilota duro, d’assalto, non passista da clessidra. Nel cambio ritmo, poi, non ha risposto.

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Bautista: voto 6+. Dopo la moto stra ufficiale del Dovi, quella di Alvaro è la seconda Rossa al traguardo. Poco? Con il “benservito” della MotoGP per l’avventura in SBK non è poi così poco.

Petrucci: voto 5-. Delusione, ancora delusione. Il Petrux arranca e non convince. Semaforo giallo o cartellino rosso? Urge svolta. Altrimenti si entra nel 2019 dalla parte (o dalla porta) sbagliata. Dai!

Iannone: voto 4. Sbaglia lo start e solo lui sa cos altro (la media anteriore?). Sotto ogni aspettativa, fra i dondolanti vagoni di coda del trenino. Con la Suzuki (voto 6+) di Rins in ben altra posizione. L’Andrea fra alti e bassi. Anzi, più bassi che alti.

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