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Stoner: “Il motociclismo non è sport di contatto”

Il fuoriclasse australiano visita il suo sponsor storico Nolan: “Il divorzio Ducati-Lorenzo? Persa troppo presto la fiducia reciproca”

Casey Stoner e famiglia stanno trascorrendo un raro periodo di soggiorno in Italia nel quale non si sono fatti sfuggire l’occasione di visitare gli amici di Nolangroup, celebre produttore di caschi bergamasco di cui è testimonial da ormai da 16 anni.

Per celebrare la ricorrenza, Nolan ha svelato un nuovo casco ‘replica’ del fuoriclasse australiano, il top-di-gamma sportivo X-803 U.C. Replica Stoner, ma ha anche permesso alla stampa nazionale di incontrarlo in una conferenza stampa ad-hoc insieme al patron Alberto Vergani.

Sono trascorsi ormai diversi anni da quando Stoner ha abbandonato il Motomondiale a fine 2012, ma il 2-volte Campione del Mondo, oggi 32enne, resta sempre un personaggio unico e autorevole, sempre schietto nei suoi commenti, una voce che molti appassionati di moto hanno imparato ad apprezzare nel corso della sua sin troppo breve carriera.

Oggi tester Ducati, Stoner ha comunque ulteriormente ribadito anche a Bergamo la totale mancanza di intenzione di tornare a correre, apparendo in forma decisamente sorridente e smagliante con la bella moglie Adriana e le figlie Alessandra e Caleya Maria, ma questo non gli ha impedito di condividere le sue sempre interessanti opinioni sul modo delle corse.

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E la prima domanda è stata sul discusso divorzio tra Ducati e Jorge Lorenzo, che ha spedito l’asso spagnolo tra le braccia dei rivali di Honda Repsol a formare una super-coppia con l’iridato Marc Marquez:

“Penso che Jorge sia stato una grande scelta per Honda, anche se mi dispiace un po’ per Dani [Pedrosa] anche perché, al momento, non conosciamo il suo futuro. Jorge penso sia stata la miglior scelta possibile per Honda e mi dispiace perché secondo me, in Ducati, troppa gente ha perso fiducia in lui fin troppo presto. Ma questo divorzio, secondo me, non è solo colpa sua.”

“Penso che Ducati avrebbe dovuto mettergli a disposizione quello che chiedeva in maniera molto più rapida di quanto ha fatto, e ora avrà in lui un grande avversario con Honda. Le due gare che ha vinto con Ducati quest’anno le ha davvero dominate, dimostrando di non aver affatto smarrito la stoffa del campione.”

VALENCIA, SPAIN - NOVEMBER 16:  16:  Casey Stoner of Australia and Ducati Team speaks with Jorge Lorenzo of Spain and Ducati Team (L) in box during the MotoGp Tests In Valencia at Ricardo Tormo Circuit on November 16, 2016 in Valencia, Spain.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Secondo Stoner, le due schiaccianti vittorie consecutivo di Lorenzo in Italia e Catalunya sono però arrivate “fuori tempo massimo” per ricucire la situazione in seno al team bolognese, che a sua volta però non sarebbe esente da colpe:

“Penso che Lorenzo vincerà ancora da qui alla fine dell’anno, magari più di una volta. Nelle due gare che ha vinto, al Mugello e in Catalunya, è stato davvero impressionante. Credo che Lorenzo e Ducati abbiano perso la reciproca fiducia un po’ troppo presto, ma credo che noi come Ducati avremmo potuto fare di più per Jorge qualcosa, nel senso di dargli quello che chiedeva.”

“Ducati ha dimenticato troppo presto di cosa è capace Lorenzo. Un po’ come succede con Pedrosa: la gente si dimentica cosa sa fare fino a che lui, d’un tratto, glielo fa ricordare con una grande prestazione. La separazioni tra Ducati e Lorenzo è, per molti versi, una delusione, ma credo che alla fine sia la cosa migliore per entrambe le parti. Alla fine, la situazione che si era creata non era piacevole.”

Ducati test Sepang Stoner

La scelta del successore designato di Lorenzo “in rosso”, l’italiano Danilo Petrucci, raccoglie comunque l’approvazione del fuoriclasse australiano:

“Secondo me, dopo che era stata decisa la separazione con Lorenzo, Petrucci era la scelta migliore che Ducati potesse fare, quella più logica. Danilo ha fatto un lavoro fantastico per Ducati e ha lavorato molto per arrivare dove è oggi. Negli scorsi anni ha lavorato molto anche nei test, ha dato un ottimo feedback alla casa anche durante i weekend di gare, aiutando così anche i piloti ufficiali.”

“Inoltre il suo rendimento quest’anno è stato sempre superiore a quello di Miller, quindi non penso che per Ducati ci potesse essere un’opzione migliore.”

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L’altro pilota factory Ducati, Andrea Dovizioso, è stato finora protagonista di un’annata ben al di sotto delle aspettative. Dopo aver sfiorato il titolo lo scorso anno, tutto l’ambiente Ducati si aspettava sicuramente di più dal forlivese:

“La stagione di Andrea, fino ad ora, non è stata certamente perfetta, questo è chiaro, ma molte cose sono cambiate per lui. Arriva da una stagione, quella scorsa, in cui non si aspettava di vincere e invece ha vinto molte gare, anche in modo spettacolare, mentre quest’anno, in cui si aspettava di raccogliere molto, è incappato in una serie di risultati negativi. Ed è una cosa dura da digerire.”

“Certo, anche lui ha fatto un paio di errori quest’anno, ma ci aspettiamo che possa ritornare presto quello di prima conquistando dei bei risultati. Ovviamente deve farlo piuttosto in fretta se vuole avere ancora qualche possibilità in campionato, non sarà facile ma adesso non ci resta che aspettare e vedere che succede.”

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Marc Marquez negli ultimi mesi è stato più volte criticato per uno stile di guida giudicato da molti un po’ troppo aggressivo. Interrogato sulla questione, Stoner ha parzialmente assolto il fenomeno catalano:

“Forse nel passato, ma adesso vedo che molti piloti fanno più o meno le stesse cose. Personalmente, io non capisco come la FIM possa permettere che certi episodi continuino a ripetersi. E non parlo solo di MotoGP ma anche delle altre classi, di motocross… di tutto! Ora le entrate troppo dure si chiamano “contatti”, ma per me il motociclismo non è uno sport “di contatto”.”

“Certe cose possono succedere, è inevitabile, ma ora sembra che vada sempre tutto bene e che sia lecito “entrare in contatto” con chiunque, in qualsiasi momento. Secondo me, invece, questa è una cosa su cui bisognerebbe intervenire.”

KUALA LUMPUR, MALAYSIA - FEBRUARY 02:  Casey Stoner of Australia and Ducati Team rounds the bend during the MotoGP Tests In Sepang at Sepang Circuit on February 2, 2016 in Kuala Lumpur, Malaysia.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Il suo pronostico per il Mondiale MotoGP, ad ogni modo, non ha riservato sorprese

“Non posso che accodarmi ai maggiori pronostici e dire Marquez. Anche perchè Valentino e Vinales, che sono secondo e terzo, non vincono gare da un anno! Quest’anno è un campionato davvero strano, ma Marquez alla fine sta dominando e penso che abbia ancora del margine che non ha ancora sfruttato.”

“Bisognerebbe che qualcuno riuscisse a mettergli pressione per almeno un paio di gare, ma ora ci sarà il Sachsenring, dove vince ininterrottamente da non so quanti anni. Questo non renderà la cose facili agli altri. Ma staremo a vedere… alla fine siamo ancora a metà stagione.”

A chi gli chiedeva se avesse ricevuto offerte per tornare a correre in MotoGP, Stoner ha risposto in modo piuttosto diplomatico:

“Nessuna a dire il vero. Quando ho deciso di smettere di correre, Honda mi aveva già offerto un ottimo contratto per convincermi a non ritirarmi, ma io ho rifiutato e nel paddock si sa il genere di soldi a cui ho rinunciato. Ma la mia è stata una scelta di vita e ora, infatti, ho una vita che mi piace davvero molto. Al momento ho ancora zero motivazioni e interesse a ritornare alla mia vita di prima.”

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Pur rimanendo un attento osservatore del mondo delle corse, Stoner non ha ancora identificato un giovane pilota che lo abbia del tutto conquistato:

“Sì, c’è qualche pilota che sto tenendo d’occhio, ma io non sono di quelli che guardano molto alla velocità o cose del genere. Io guardo a come trattano gli altri piloti in pista e a che genere di persone sono fuori dalla pista. Per me è quella la parte più importante, anche perché ho visto piloti con molto talento che poi non sono riusciti a raggiungere il loro potenziale.”

“Se trovassi un pilota giovane che piace davvero, magari mi piacerebbe dare il mio contributo per partecipare alla sua crescita, ma la verità è che sono difficili da trovare. E’ difficile per me individuare un pilota con l’attitudine che cerco io, uno che farebbe qualunque cosa per arrivare al top, facendo davvero sul serio. E’ molto difficile riuscirci di questi tempi.”

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A Stoner è poi stato chiesto se potrebbe prendere in considerazione l’idea di creare un’academy per giovani piloti sul modello della VR46 Riders Academy di Valentino Rossi. Pur non precludendosi questa possibilità, Stoner ha fatto alcune interessanti osservazioni a proposito:

“Sì, c’è qualche rumors sulla possibilità di creare un’academy in Australia, potrei essere coinvolto, ma io sono uno che guarda di più al talento puro, di chi salta su una moto e si butta nella mischia. Io magari preferirei concentrarmi su uno o due piloti in cui credo ciecamente, aiutandoli in tutte le maniere che posso, piuttosto che seguirne un grosso numuro cercando di supportare tutti.”

“Ad ogni modo, devo dire che ho comunque il massimo rispetto per quello che sta succedendo con l’academy di Valentino, perché sta dando una grande opportunità a diversi giovani piloti che così possono avere accesso a materiali migliori. Un po’ come è successo a me con Nolan [sorride, ndr].”

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“Il problema è che forse, con le academy, i ragazzi non vanno a cercare quel piccolo “extra” che potrebbero dare che viene dalla motivazione di conquistarsi il meglio. In qualunque campionato corri, ad esempio, se sei su una moto di media fascia, sarai sempre motivato a trovare quel qualcosa in più per conquistarti la moto migliore. Ed è lì che si vede il vero talento.”

“Con le academy tipo quella di Valentino, vedo che tutti i piloti sono sempre accompagnati dai migliori materiali e mi viene da pensare che potrebbero non essere così determinati a combattere fino in fondo per guadagnarsi quel tipo di condizione. E in questo modo credo sia difficile capire fino in fondo cosa può arrivare a darti un pilota.”

SPIELBERG, AUSTRIA - AUGUST 12:  Casey Stoner of Australia and Ducati Team  looks on in box during the MotoGp of Austria - Free Practice at Red Bull Ring on August 12, 2016 in Spielberg, Austria.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Anche riguardo alle modalità con cui le ‘nuove leve’ arrivano nella Premier Class del Motomondiale, Stoner ha fatto un’analisi sicuramente interessante e con diversi spunti di riflessione:

“Se confronto la Moto2 alla vecchia classe 250 cc: tutti possono essere piuttosto veloci in Moto2, sono un po’ come le MotoGP di adesso con tutta l’elettronica (ride, ndr) e alla fine della corsa e della qualifiche i distacchi non sono mai troppo pronunciati. E anche in qualifica tutti riescono a spingere, e questo perché, realisticamente, non sono nelle condizioni di lavorare come si deve sull’assetto: tutto dipende dal grip e dai freni.”

“In Moto2 hanno tutti lo stesso motore, i telai sono piuttosto simili, il set-up si può modificare solo in piccole cose e le moto sono generalmente ‘facili’ da guidare, oltre che permissive con i piloti. Adesso tutti possono essere piloti molto aggressivi sull’anteriore, mentre in uscita curva sono tutti più o meno uguali.”

Australian Casey Stoner leans his Ducati into a corner during the MotoGP qualifing session at Misano circuit for the San Marino Grand Prix in Misano Adriatico,  01 September 2007. Stoner took pole position in front of italian Valentino Rossi and US Nicky Hayden.  AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

“In 125 e 250, invece, dovevi essere una specie di artista, lavorando con gli ingegneri, settando la moto su tutti gli aspetti, imparando a guidarla e a “sentire” tutto ciò che riguarda la moto. Dovevi essere in grado di capire e fare tutto, mentre ora mi sembra che in Moto2 questo non ci sia molto, nel senso che viene chiesto abbastanza al pilota.”

“Poi vedo i piloti della Moto2 che salgono in MotoGP e in uscita curva sono tutti uguali: più o meno si limitano ad aprire il gas, la moto sale di giri (imita il suono del motore, ndr), ma non succede mai niente. E’ pazzesco, non impenna più nessuno! E adesso non ci sono più neanche gli errori, cadono tutti solo e soltanto sull’anteriore, non si vedono più intoppi nelle cambiate e così via.”

“Non si vedono più sorpassi come nella stagione 2006, che fu una stagione fantastica e forse l’ultima in cui l’elettronica non ha giocato un ruolo così importante. C’erano tante derapate, tanta azione in pista e tanti sorpassi.”

ESTORIL, PORTUGAL - OCTOBER 29:  Casey Stoner of Australia and Ducati Marlboro Team smiles in the team garage during the first free practice of the MotoGP of Portugal on October 29, 2010 in Estoril, Portugal.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

L’evoluzione tecnica delle moto nell’ultimo decennio è stata certamente importante, e per Stoner potrebbe aver penalizzato il suo “rivale storico” Valentino Rossi:

“Penso che se si tornasse indietro, ad esempio, alla situazione che c’era nel 2006 che ho appena menzionato, Valentino sarebbe davanti molto più spesso. Vedendo com’é la MotoGP adesso, mi sembra che i distacchi tra i top riders siano sempre piuttosto contenuti, ed è per questo che anche oggi, quando faccio i test, riduco l’elettronica al minimo: penso che potrebbe nascondere dei problemi relativi alla moto. Senza i vari controlli, si è più liberi di capire la moto.”

A chi gli chiedeva un parere sulle effettive possibilità di Rossi di conquistare un altro titolo mondiale, Stoner si è detto cautamente possibilista:

“E’ difficile da dire. Guardando alla sua attuale velocità direi di no, anche perché non vince gare da molto tempo ormai, ma comunque è piuttosto in alto in campionato, continua a fare podi e punti, ma io credo che bisogna vincere le gare per puntare al titolo e così, in questo momento, non credo abbia il passo per vincere il campionato.”

“In futuro, se i regolamenti dovessero cambiare, magari come dicevo io togliendo traction-control, anti-wheelie etc, per me Valentino potrebbe anche avere una chance. Conosciamo tutti il suo talento e io non credo affatto che sia più lento di prima. Non ha mai avuto grossi infortuni e quindi credo possa essere nelle condizioni di vincere un titolo. Anche Yamaha però dovrà dargli una mano.”

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Ma era la più passione per le moto o la pura competitività che motivava lo Stoner pilota? Di fronte a questa domanda, Stoner non ha saputo dare una netta risposta:

“Bella domanda: mi piaceva davvero correre in moto o era solo per il gusto della competizione? Anche oggi, per me, è difficile dare una risposta spiegando cosa mi dava più soddisfazione. Ma se c’è una cosa che mi manca della MotoGP sono le qualifiche: mi piaceva arrivare al punto in cui tutto si sarebbe ridotto alla prestazione su quell’unico giro e per questo le trovavo molto eccitanti.”

“So bene che la gara, alla fine, era quello che contava, ma provavo un gran gusto a fare le qualifiche proprio per l’intenso senso di competizione che mi davano. Per questo trovo difficile rispondere.”

Riguardo a quando tornerà in moto, le idee del fuoriclasse australiano sono invece ben più chiare:

“Sì, abbiamo almeno un test in programma quest’anno, ma al momento siamo in attesa di sapere le date. Io comunque non penso assolutamente a un ritorno alle corse, mi sto godendo troppo la mia vita con i miei figli e la famiglia. Ho lo stesso l’opportunità di guidare queste moto, da tester, e questo mi basta.”

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