Home Moto da cross: in aumento i furti ai danni dei concessionari americani

Moto da cross: in aumento i furti ai danni dei concessionari americani

Negli Stati Uniti si moltiplicano i negozi derubati, furti che sembrano essere collegati al fenomeno dei cosiddetti illegal dirt bikes riders.

Sulla costa orientale degli Stati Uniti, il furto di moto da cross ai danni di privati e concessionari è un crimine in continua espansione. Dalla Pennsylvania fino alla Virginia si moltiplicano le azioni mirate dei ladri che, solitamente utilizzando dei furgoni come ariete, devastano le vetrine dei negozi rubando in fretta e furia più moto possibili.

Come riporta il Washington Post, sono sempre di più i concessionari dei negozi che hanno subito questi furti negli ultimi mesi, c’è chi addirittura è stato derubato ben due volte in una sola settimana. Furti che “alimentano” un nuovo fenomeno sociale, una sorta di evoluzione delle gang di strada: i cosiddetti illegal dirt bikes riders.

Si tratta di gruppi di motociclisti a bordo di moto da cross non omologate per la guida in strada e, ovviamente, senza targa, che seminano il panico e lo scompiglio nel centro di città come Washington e Baltimora. Un vero e proprio sciame motociclistico che assedia le zone più trafficate della città e contro il quale la Polizia non può far nulla.

Un fenomeno che ha raggiunto il suo culmine nelle periferie americane dopo il successo del film documentario di Lotfy Nathan “12 O’Clock Boys”. Il film racconta l’epopea di questa nuova riding culture in continua ascesa ed è stato presentato per la prima volta al festival South by Southwest nel 2013.

E proprio a Baltimora la Polizia più di una anno fa ha creato una speciale task force per arginare e bloccare queste nuove gang motorizzate. Delle 420 dirt bike sequestrate dalle forze dell’ordine nella città del Maryland, ben 88 risultavano rubate a privati e a concessionari di altri stati come Virginia e Pennsylvania.

Per correre ai ripari i proprietari dei concessionari stanno fortificando sempre di più i loro negozi con barre e grate anti intrusione, insieme all’uso di dissuasori in cemento armato posizionati davanti alle porte di ingresso. Interventi che fanno somigliare sempre di più questi luoghi a delle vere e proprie prigioni.

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