Home Toni Elias: “In USA non conoscono Valentino Rossi e la MotoGP”

Toni Elias: “In USA non conoscono Valentino Rossi e la MotoGP”

L’ex Campione del Mondo della Moto2 parla della sua nuova vita Oltreoceano ai microfoni di Motociclismo.es

Una volta erano i piloti americani che venivano “da noi” per correre le gare europee: prima del “marziano” Kenny Roberts Sr, la bandiera a stelle strisce non aveva mai sventolato sulle aste del Mondiale GP. Dopo di lui arrivarono Spencer, Lawson, Rainey, Schwantz, solo per citare quelli che sono diventati Campioni del Mondo: erano gli anni in cui i piloti statunitensi dominavano la Classe Regina del Motomondiale, e se non venivi dall’altra parte dell’Atlantico avevi poche possibilità di sfondare nella classe 500.

Gli yankee venivano dal flat e dirt track, discipline “tutte di traverso” che si sposavano bene con lo stile di guida delle mezzolitro a due tempi: poi l’ondata americana passò, e arrivano prima l’era Doohan e poi quella di Valentino Rossi. Il resto, è storia recente.

Toni Elias, invece, ha fatto esattamente il percorso inverso: dopo anni e anni passati nel Mondiale GP, ha tentato prima l’avventura in WSBK (una breve parentesi, nel 2013-2014) e poi si è trasferito negli Stati Uniti, nel campionato che una volta si chiamava AMA Superbike.

Il sogno americano di Toni è iniziato quasi per caso, un anno e mezzo fa: il suo manager lo chiamò, dicendogli che c’era l’opportunità di correre in SBK da ufficiale Suzuki. Ma c’era bisogno di trasferirsi Oltreoceano: il campionato era il MotoAmerica organizzato da Wayne Rainey, e la moto la Gixxer Yoshimura dell’infortunato Jake Lewis.

Toni fece le valige e partì per l’America, pronto per una nuova avventura: e che avventura! All’esordio di Austin siglò una doppietta, e per il resto della stagione andò talmente bene che il suo team decise di confermarlo anche per il 2017, al fianco dell'”altro” Hayden, Roger Lee. Così è iniziata l’avventura a stelle e strisce di Elias.

“Avevo preso in considerazione anche il BSB, ma c’erano delle cose che non mi piacevano… il clima, le basse temperature: vivere e correre dove piove sempre e fa freddo è una rottura di b***e!” ha raccontato a Motociclismo.es “Qui in California si vive bene, e con il Sole hai tutto un altro stato d’animo. Vivo a Los Angeles, e l’unica cosa brutta è che mi manca la famiglia. Per il GP di Spagna, però, tornerò un paio di giorni a casa a trovarli!”.

Quest’anno Toni sta usando la nuova GSX-R 1000 2017, moto con cui sta conducendo la classifica MotoAmerica con 95 punti davanti a Cameron Beaubier e Roger Lee Hayden: “Va più forte, frena più forte, di quella vecchia… ma partiamo da zero. Rispetto al WSBK qui siamo forse un po’ più liberi, anche se alla fine le moto sono comunque molto simili”.

Esatto, il Mondiale Superbike: perché non pensare a una wild card a Laguna Seca? “No, no, non possiamo pensare a questa cosa perché dobbiamo rimanere concentrati sul nostro campionato. Mi piacerebbe, ma il nostro week end di Laguna coincide con quello del WSBK per cui non se ne fa niente!”

Un tempo erano proprio gli USA una delle maggiori fucine di talenti delle derivate di serie, d’altra parte la “formula” Superbike arriva proprio da lì: Fred Merkel, Doug Polen, Scott Russell, John Kocinski, Colin Edwards… tutti americani, e tutti Campioni del Mondo della Superbike: anche i due Troy, Corser e Bayliss, hanno gareggiato in SBK negli Stati Uniti prima di passare al Mondiale.

L’ultima volta che uno yankee ha deciso di sbarcare da questa parte del Mondo (motociclisticamente parlando) ha messo in riga tutti quanti: si chiamava Ben Spies.

Ci sono ora, secondo Elias, dei piloti americani in grado di fare il salto nel Mondiale? “Gli Stati Uniti sono un paese grande, economicamente forte, non vedo perché in futuro non dovrebbero esserci più piloti USA anche nel Mondiale. Cameron Beaubier, il nostro rivale, arriverebbe nei primi 5 se gli dessero una Yamaha ufficiale”.

Grosso neo nelle corse statunitensi è invece la sicurezza, certamente non a livello di quella che si può trovare sui circuiti di MotoGP e WSBK: “Sotto questo aspetto, non è comparabile… i circuiti sono molto diversi. Ci vogliono i co****ni, perché spesso il muro è proprio vicino. Ma è così e lo accettiamo… abbiamo alcune piste che in termini di sicurezza non sono un granché, però le sensazioni che lasciano al pilota sono incredibili. E’ una cosa abbastanza comune ai tracciati americani”.

Ci pensa mai, Toni, a tornare a correre in Europa? “Al momento non credo di spostarmi, perché qui sto bene. Al massimo, se ci fosse una buona opzione in MotoGP…”. “Qui in America sono molto patriottici, seguono il proprio campionato. Ti direi che la MotoGP non sanno bene cosa sia… molti non conoscono nemmeno Valentino Rossi, che è una cosa che mi ha stupito molto”.

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