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Amarcord: Honda Dominator

La gloriosa monocilcindrica da enduro Honda NX 650 Dominator


Alla fine del 1987 Honda presentò l’erede della gloriosa XL600. La nuova sigla era NX650 ma in realtà il nome di “battaglia” era quello più conosciuto di Dominator. In un’epoca di dakariane, Honda riuscì a ottenere un grande successo anche con questo modello, che aveva ottime attitudini fuoristrada ma in realtà non cercava di scimmiottare le navi da deserto, anche se parecchi lo utilizzarono proprio per correre le maratone africane.

Il motore era un monocilindrico da 644 cc con testata a 4 valvole RFVC (Radial Four Valve Combustion Chamber), alimentato con un carburatore Keihin a depressione da 40 mm e dotato di avviamento elettrico con decompressore automatico, anche se sui primi modelli rimase la pedivella d’avviamento, eliminata solo due anni dopo. Potenza e coppia erano rispettivamente di 46 CV a 6.000 giri e 5,8 kgm a 5.000 giri, per una velocità massima superiore ai 160 km/h, mentre lo scarico aveva i due caratteristici terminali posti ai lati dei fianchetti posteriori.

Il serbatoio conteneva 13 litri di carburante, la ciclistica si componeva di un telaio monotrave sdoppiato in tubi d’acciaio, forcella Showa tradizionale da 41 mm con escursione di 220 mm e ammortizzatore posteriore con sistema Pro-Link da 195 mm di escursione. I cerchi erano da 17” il posteriore e 21” l’anteriore, con pneumatici rispettivamente da 120/90 e 90/90. I freni erano a disco con l’anteriore da 256 mm e pinza a doppio pistoncino e il posteriore da 220 mm con pinza a singolo pistoncino.

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Il peso a secco dichiarato era di 152 kg. La strumentazione infine si componeva di un unico cruscotto di tipo automobilistico con a sinistra il tachimetro e a destra il contagiri. Infine il prezzo era di 7.296.000 lire.

Sostanzialmente quasi tutti questi dati rimasero invariati nel corso della produzione, a dimostrazione della bontà del progetto. La prima serie di Dominator, con sigla RD02 aveva come capostipite il modello J (che identificava l’anno 88, poi via via i successivi K per l’89, L per il 90, fino alla Y/R-1 per i MY 2000-2002) disponibile nelle colorazioni tinta unita rosso, nero o blu con la grande scritta dorata “Dominator” sul serbatoio.

In quegli anni si sono visti anche Dominator gialli con sella e scritta blu, i colori ufficiali Camel. In realtà erano un numero ristretto di esemplari utilizzati per il Camel Marathon Bike in Zaire nel 1988 e in Perù nel 1989, modificati in alcuni dettagli come il parafango anteriore alto e lo scarico Arrow due in uno, tutti di proprietà della Honda Italia e infatti tutti targati Chieti; una volta dismessi dal loro ultimo impiego in Sudamerica vennero ancora utilizzati dagli istruttori dell’Enduro Training, iniziativa di Honda Italia che dalla fine degli anni Ottanta fino a metà degli anni Novanta insegnava a tutti gli hondisti le tecniche dell’enduro.

A questo proposito vi lasciamo anche due video: il primo sul Camel Marathon Bike in Zaire, il secondo su quello in Perù, quest’ultimo tratto dalla trasmissione Crono, anche se inspiegabilmente commentato da un incomprensibile “mugiko”. In entrambi i video si riconosce un giovane Beppe Gualini, anima di tutti gli eventi firmati Camel.

Nel 1990 il Dominator subì un restyling soprattutto a livello di estetica. Le grosse scritte sul serbatoio sparirono in favore di due più sobrie poste ai lati del serbatoio e vennero aggiunte alcune livree bicolore. In quell’anno venne eliminata anche la pedivella d’avviamento e venne adottato anche un nuovo albero a camme.

Al Salone di Colonia del ’90 venne presentato il Model Year ’91, venduto a 8.078.000 lire. In quell’anno la corona di trasmissione passò da 45 a 47 denti, rendendo il rapporto finale leggermente più corto, anche se vennero modificati pure gli ingranaggi della seconda (più corta) e della quinta (più lunga), mantenendo quindi più o meno inalterato il valore della velocità massima dichiarato di 169 km/h .

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Nonostante fosse sempre contraddistinta dalla sigla RD02, nel ’92 ci fu un secondo ma più importante restyling che identificò la seconda serie: la carenatura venne rivista con dei nuovi convogliatori d’aria e integrava gli indicatori di direzione, mentre ricomparve la scritta grossa sul serbatoio, ora di 3 litri più capiente. Vennero rivisti numerosi altri dettagli come gli scarichi e i relativi fianchetti laterali.

Il peso salì a 165 kg, anche se in realtà non ci fu un aumento reale di 13 chili rispetto al precedente modello, bensì la Honda dichiarò un dato più verosimile di quell’ottimistico 152. Il prezzo rimase molto concorrenziale: 8.250.000 lire.

Fino al ’94 vennero introdotte semplicemente nuove grafiche, mentre nel 1995 arrivò la Dominator “italiana”, assemblata infatti negli stabilimenti Honda Italia di Atessa e venduta al prezzo di 11.390.000 lire. Vennero effettuate in quell’anno anche alcune modifiche: il motore aveva un’erogazione differente che ne migliorava il funzionamento ai medi regimi.

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Nuovi anche gli scarichi e l’ammortizzatore posteriore. Modifiche anche al telaio, nella parte superiore aumentata di diametro, e altre di minor rilievo, come il portapacchi predisposto per alloggiare un antifurto o la strumentazione leggermente ridisegnata.

Già dall’anno successivo arrivò però la terza serie, denominata RD08, che ripropose le frecce alloggiate esternamente e non più incassate nella carena, mantenendo il telaio del precedente MY 95, con un peso complessivo di 167 kg e prestazioni più o meno inalterate, mentre esteticamente la carenatura e i fianchetti posteriori si snellirono. Da qui in poi ci furono solo affinamenti estetici e qualche lieve modifica, ma sostanzialmente il Dominator rimase identico.

Nel 1999 il Dominator venne proposto nelle tre colorazioni Granada Blue Metallic/Accurate Silver Metallic, Magna Red e Black. Queste ultime due vennero riproposte anche l’anno seguente e rimasero invariate fino al 2002, anno in cui il Dominator andò definitivamente in pensione, più che altro per motivi “ecologici”, in quanto la Honda preferì non rinnovare la fiche di omologazione.

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Dal 2003 infatti era ancora possibile immatricolare motocicli euro 0 ma non omologarli. Il Dominator per essere inserito nel listino 2003 necessitava quindi di una nuova omologazione, che la Honda purtroppo non fece mai, così come per l’Africa Twin, decretando l’ingiusta fine di queste due moto. Se volete approfondire la storia e le curiosità di questa straordinaria monocilindrica, in rete esistono due ottime fonti, tra loro collegate: dominator650.it e la relativa community Dominatoristi originali. Vi ricordiamo infine che la rubrica Amarcord si ferma un paio di settimane per dare spazio a EICMA; appuntamento quindi al 28 novembre.

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