BMW, Honda e Yamaha: come cambia la guida con le moto automatiche
Nel 2025 le moto automatiche con ASA, DCT e Y‑AMT e le moto elettriche come Zero SRF stanno ridisegnando il mercato per il carnet A.
Il panorama delle motociclette automatiche sta vivendo una trasformazione profonda e sempre più visibile, guidata dall’innovazione tecnologica delle principali case costruttrici e dalla crescente domanda di praticità e comfort da parte degli utenti. Il 2025 si profila come l’anno della definitiva consacrazione di questa tendenza: la progressiva estensione delle trasmissioni automatizzate, un tempo prerogativa di scooter e piccoli veicoli urbani, ora conquista anche i segmenti delle moto di grossa cilindrata e delle tourer destinate alle lunghe percorrenze. Questa evoluzione rende i modelli a gestione automatica sempre più accessibili a chi possiede la patente A, eliminando la necessità di gestire manualmente frizione e cambio, senza sacrificare prestazioni o piacere di guida.
Il cuore di questa rivoluzione tecnologica pulsa attorno a tre soluzioni meccaniche d’avanguardia, ciascuna con una filosofia costruttiva distinta e destinata a ridefinire i parametri di scelta degli appassionati. Da un lato troviamo il sistema ASA di BMW, dall’altro il celebre DCT di Honda, a cui si aggiunge la proposta Y-AMT di Yamaha. Ognuna di queste tecnologie rappresenta una risposta concreta alle nuove esigenze di mobilità, offrendo soluzioni personalizzate per differenti stili di guida e contesti d’utilizzo.
BMW, ad esempio, ha scelto di equipaggiare la sua famiglia di maxi-enduro e tourer da 1.300 cc – dalla versatile BMW R 1300 GS alla confortevole R 1300 RT – con potenze che raggiungono i 145 CV e un range di prezzi compreso tra 17.300 e 24.680 euro. Questo consente ai motociclisti di affrontare lunghi viaggi o spostamenti urbani senza preoccuparsi della gestione della trasmissione, godendo di una fluidità di marcia superiore e di una tecnologia che automatizza frizione e innesti mantenendo la trasmissione tradizionale.
Sul fronte Honda, il fiore all’occhiello è il sofisticato DCT (Dual Clutch Transmission), disponibile su modelli iconici come la Honda Africa Twin e la NT1100. Qui la potenza si attesta sui 102 CV, con prezzi che partono da 15.800 euro. Il DCT si distingue per l’utilizzo di due frizioni, che permettono cambi marcia rapidi e impercettibili, offrendo la possibilità di scegliere tra una modalità completamente automatica e una manuale sequenziale, in base alle preferenze del pilota e alle condizioni del percorso.
Yamaha, invece, punta sulla tecnologia Y-AMT per i suoi modelli Tracer 9 e Tracer 9 GT, dotati di 119 CV e pensati per chi cerca una dotazione touring avanzata. Lo Y-AMT gestisce un cambio sequenziale senza la necessità della leva frizione, regalando una guida più rilassata sia in città che sulle lunghe distanze, senza compromettere il coinvolgimento alla guida.
Parallelamente, il segmento delle moto elettriche sta guadagnando terreno, proponendo soluzioni all’avanguardia come la Zero SRF e la SR/S. Questi modelli sono equipaggiati con motori da 110 CV e offrono autonomie che superano i 250 km, con prezzi che variano tra 20.790 e 23.630 euro. Le moto elettriche eliminano completamente la trasmissione meccanica, riducendo la necessità di manutenzione e garantendo un’erogazione della potenza immediata e silenziosa, ideale per chi cerca efficienza e semplicità d’uso.
Dal punto di vista tecnico, le differenze tra i tre principali sistemi automatici sono significative. L’ASA di BMW automatizza frizione e innesti mantenendo la struttura convenzionale del cambio, offrendo così una transizione graduale verso la guida automatica. Il DCT di Honda, invece, utilizza una doppia frizione per garantire passaggi di marcia rapidi e senza soluzione di continuità, con la possibilità di alternare tra modalità automatica e manuale. Lo Y-AMT di Yamaha adotta un approccio ancora diverso, gestendo un cambio sequenziale senza la leva della frizione, per una guida intuitiva e immediata. Le motociclette elettriche, infine, eliminano del tutto la trasmissione meccanica, offrendo una semplicità di utilizzo senza precedenti.
I vantaggi pratici delle motociclette automatiche si manifestano soprattutto nella riduzione della fatica durante la guida urbana e nella maggiore comodità in condizioni di traffico intenso. Le prestazioni rimangono pienamente competitive rispetto alle versioni manuali, se non addirittura superiori in alcuni casi, grazie all’ottimizzazione dei sistemi elettronici. Tuttavia, non mancano le critiche: alcuni puristi lamentano la perdita del contatto diretto con la moto e l’aumento dei costi iniziali, anche se i dati di affidabilità e i programmi di manutenzione sono ormai in linea con quelli delle trasmissioni tradizionali.
Per chi si avvicina all’acquisto, la scelta della moto automatica dipende da esigenze personali e stile di guida. I modelli automatici risultano particolarmente vantaggiosi in ambito urbano, dove semplificano la gestione del traffico e riducono lo stress. Le tourer come la BMW R 1300 GS e la R 1300 RT si confermano ideali per le lunghe distanze, offrendo comfort e prestazioni elevate. L’Honda Africa Twin mantiene la sua leadership nell’off-road tecnico grazie alla robustezza e alla versatilità del DCT, mentre le Zero SRF conquistano chi desidera una manutenzione ridotta e una risposta immediata dell’acceleratore.