Home Multe a raffica per i furbetti delle strade provenienti dalla Svizzera

Multe a raffica per i furbetti delle strade provenienti dalla Svizzera

Le multe collezionate dagli svizzeri sulle strade italiane non sono mai state loro notificate. Da oggi non è più così. Le autorità italiane dichiarano guerra ai furbetti.

I vari Autovelox, VeloOk, Tutor e via discorrendo che, al netto delle sentenze di qualche giudice di pace, non lasciano scampo agli Italiani in sella o al volante, non spaventano però gli svizzeri. Questo almeno è quanto è avvenuto fino ad oggi, o meglio, fino a ieri.

Chi abita nel Nord-Italia, specie nel milanese, varesotto e comense, è ormai abituato a vedere auto e moto con targa CH che si fanno un baffo dei limiti di velocità in autostrada, così come non è inconsueto, in città, vedere parcheggi “creativi” di mezzi provenienti dal Ticino o qualche altro cantone delle confederazione, il tutto fatto nel nome dell’adagio che intanto le multe dall’Italia non arrivano.

autovelox annullato

Il giocattolo però sembra essersi rotto. Dopo aver rinunciato per immemore tempo alla notifica, specie delle infrazioni di lieve entità, le autorità italiane sembrano essersi decise a dare un giro di vite al fenomeno.

A testimoniarlo è l’annuale rapporto del CCPD (Centro comune di Cooperazione di Polizia e Dogane) di Chiasso, l’ente svizzero preposto alla cooperazione transfrontaliera e che gestisce gli scambi di informazioni in materia di polizia e dogane tra la confederazione elvetica e l’Italia.

In base ai dati, si è registrato un aumento del 40% delle richieste di identificazione di targhe svizzere per infrazioni rilevate sulla rete viaria italiana. I più numerosi sono i ticinesi, ma tra gli indisciplinati ci sono anche automobilisti e motociclisti provenienti dai cantoni di lingua tedesca.

Gli strumenti oggi a disposizione delle autorità consentono agevolmente lo scambio di informazioni e la conseguente lotta ai furbetti, con l’auspicio che la cooperazione possa essere estesa anche alle polizie e dogane di altri stati, perché non sono solo gli svizzeri, ad aver fino ad oggi interpretato come meglio credevano il Codice della Strada tricolore.

Fonte: cdt.ch

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