Home MotoGP: Lorenzo e il domino del mercato 2017 dei piloti

MotoGP: Lorenzo e il domino del mercato 2017 dei piloti

Scadono a fine 2016 i contratti dei migliori piloti, un aspetto che contribuirà a rendere il prossimo campionato ancora più bollente.

Il finale di stagione 2015 della MotoGP è stato caratterizzato da una certa tensione, ma le sorprese non sembrano mancare nemmeno per il 2016 a partire da un mercato che vede i migliori piloti in scadenza a fine anno: Jorge Lorenzo, Valentino Rossi, Marc Marquez, Dani Pedrosa, Andrea Iannone e Andrea Dovizioso e Maverick Viñales. “Il 2017 inizierà già a gennaio” dichiara un convinto Simone Battistella (manager di Dovizioso e Alvaro Bautista) alla Gazzetta dello Sport. La scelta di cambiare casa da parte di Lorenzo in particolare, potrebbe scatenare un effetto su larga scala e coinvolgere molti piloti.

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Io sono sempre stato nel reparto corse“, spiega Pernat (manager di Iannone) alla Gazzetta “ho fatto i contratti Aprilia di Biaggi e Rossi, tanto per fare due nomi, e ora che ho scavalcato la barricata conosco bene le dinamiche di una grande azienda. Sono presente a ogni sessione, dai test alle gare e a seconda del pilota che segui ti devi trasformare, andandogli incontro, perché è lui che conta. Ma è anche vero che se un pilota vince è perché ha un buon manager“.

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In un epoca in cui sono i media a trionfare, il contratto tra pilota e team è duplice, da una parte si occupa dei servizi di guida e dall’altra dei diritti di immagine. “Il contratto è inventiva poi, a seconda del team, oltre a spazi sulla tuta, e alla libertà per il materiale, puoi gestire altri spazi. Ma non sempre: Ducati, per esempio, pone limiti a livello di abbigliamento sportivo, orologio e altro“, spiega Pernat. “Il pilota è presente nella fase iniziale e finale, per la discussione approfondita meglio evitargli tensioni. Il suo lavoro è altro. Non esistono contratti standard: in genere si discute su base biennale, con opzioni normalmente a favore del team“, racconta Battistella.

Al manager spetta una percentuale, le più alte sono del 25%, mediamente il compenso equo ruota attorno al 15%, ma ci sono anche casi come quello di Pernat in cui il lavoro è pagato con una determinata cifra ad inizio anno.

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