Home Agente doriano gioisce su Facebook per aver multato i tifosi del Genoa

Agente doriano gioisce su Facebook per aver multato i tifosi del Genoa

Il calcio è uno sport molto amato in Italia, che genera diversi fatti di folklore. Uno di questi è avvenuto nel capoluogo ligure. Protagonisti un vigile e motociclisti e scooteristi genoani

Il calcio è uno sport molto amato in Italia, che genera diversi fatti di folklore. Uno di questi è avvenuto nel capoluogo ligure. Protagonisti un vigile e un motociclista.

Un vigile ha multato una moto parcheggiata sul marciapiede nel quartiere Marassi di Genova. Nulla di strano: è giusto sanzionare i comportamenti scorretti, ma in questo caso entrano in gioco altri fattori, legati al tifo, che rendono interessante la notizia sul piano mediatico. Per inquadrare il fatto è giusto mettere in evidenza che al centro della scena c’è il calcio, uno sport che non amo ma che in Italia gode di enorme seguito.

Tutti sappiamo quanto attorno al mondo del pallone si accendano le passioni, spesso tradotte in fatti di folklore, frutto di comportamenti lontani dal buon senso. Non so quanto la notizia sia aderente alla realtà, perché in casi del genere è facile aggiungere qualche nota di colore in più, specie quando si è sostenitori accaniti di una squadra, ma un fondo di verità c’è. Questo basta a concedersi alcune riflessioni.

Pare che l’agente della polizia municipale autore della contestazione sia stato scovato dal destinatario del verbale mentre nel suo profilo Facebook manifestava una sorta di gusto “particolare” nell’aver multato 74 mezzi, tra moto, scooter e auto, durante l’incontro di calcio Genova-Verona dello scorso 30 agosto.

Subito allora il collegamento del vigile con il tifo sampdoriano e la lettura della multa come una sorta di “vendetta” tra appassionati di calcio. Ad onore del vero, il soggetto che ha ricevuto il verbale ammette di essere in torto, ma l’idea che la contestazione abbia potuto avere altre motivazioni lo infastidisce un poco. Qui si entra in un terreno franoso, perché non abbiamo le prove di quanto riportato. Ecco perché evitiamo di sbilanciarci. Se le cose stessero come si racconta, entrambi i protagonisti avrebbero fatto un errore. Voi che ne pensate?

via | Il Secolo XIX

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