Home MotoGP Indianapolis, Marquez gioca al “gatto col topo”. Lorenzo s’accontenta. Anche Rossi

MotoGP Indianapolis, Marquez gioca al “gatto col topo”. Lorenzo s’accontenta. Anche Rossi

Tutto come previsto, o quasi, a Indianapolis, con il poker d’assi della MotoGP in fila indiana, due a due, come in Italia i Carabinieri.

Tutto come previsto, o quasi, a Indianapolis, con il poker d’assi della MotoGP in fila indiana, due a due, come in Italia i Carabinieri.

Davanti a tutti c’è Marquez gaudente e a bottino pieno, con Lorenzo a poco più di sei decimi, freddo come un eschimese ma incapace di contenere la bordata di Marc, puntuale – dopo una corsa sorniona – come un treno svizzero.

Poi il solito Rossi (gap di quasi 6 secondi), per nulla intimorito di partire dalla ottava pedina, sul solito podio, terzo gradino, punti che pesano in classifica generale. Quindi Pedrosa, che ci ha provato due volte a prendersi la benedetta terza piazza ma più per dovere … d’ufficio che per convinzione, sapendo che con Rossi – treno in rimonta – non c’era niente da fare.

Vista così, quasi una gara “inutile” in un circuito che di bello ha solo la storia e quel che gli gira attorno, dicasi business. Ma i segnali non vanno sottovalutati. Quali sono?

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Marquez ha giocato a gatto col topo, senza strafare: ci crede ancora e, vedi il Sachsenring vedi Indianapolis, non intende regalare neppure le briciole a nessuno, tanto meno fare errori. Di vittoria in vittoria cerca di riagguantare quel titolo che fino a poche settimane addietro sembrava oramai perduto. Il pilota c’è – c’erano dubbi? – e la Honda non ha niente di meno delle Yamaha, quindi il binomio ha le carte in regola per il quasi miracolo.

A Lorenzo e a Rossi piacendo, però, entrambi decisi a raggiungere lo stesso obiettivo di Marc, pur con tattiche diverse: il maiorchino giocando d’attacco e il pesarese giocando in difesa. Anche se poi l’economia della corsa può far saltare ogni progetto.

Sostanzialmente, dopo Indy, i numeri legati alla classifica non subiscono variazioni degne di … rivoluzione.

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Questo anche per i limiti del “quarto”, cioè Pedrosa, in recupero, ma senza quella capacità di affondare il morso (oggi nei confronti di Valentino) così che la quarta piazza ha (e avrà) il sapore amaro della sconfitta. Una sconfitta non solo personale ma forse più pesante perché rischia di non permettere l’affermazione del disegno strategico di Marquez e della Honda.

Tant’è. Fatto sta che Marquez più che vincere non può. Gli altri, invece possono fare meglio e a lungo andare la difesa può risultare una tattica non proficua, anzi perdente. Vedremo.

E il resto? Qui ci limitiamo alla Ducati, ripiombata in zona d’ombra, non certo appagata dal quinto posto del sempre più che bravo Iannone (gap di oltre 21 secondi!) e men che meno soddisfatta dal nono posto di Dovizioso (partenza da dimenticare) con un distacco monstre di quasi 33 secondi davanti a Petrucci, a 34 secondi!

A Borgo Panigale qualcosa si è inceppato e pare proprio che si torni al passo del gambero. Urge risposta.

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