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Amarcord: Aprilia Tuareg

Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta


Il viaggio nel passato tra le moto immortali protagoniste della rubrica Amarcord torna ai mitici anni ’80. Vi ricordiamo ancora una volta che se avete una moto o anche un ciclomotore che vi sono rimasti nel cuore e volete raccontarci la vostra storia, mandate una mail a [email protected] allegando se possibile qualche vostra immagine d’epoca. Negli anni Ottanta i motociclisti sedicenni, in maniera maggiore rispetto agli altri, si dividevano un po’ in due categorie: stradisti ed enduristi. I 125 dell’epoca avevano motori e prestazioni simili, anche se ovviamente i modelli stradali disponevano di una manciata di cavalli in più e di rapporti più lunghi rispetto agli omologhi modelli da entrofuoristrada (con i quali molto spesso condividevano il propulsore, opportunamente rivisto a seconda dell’utilizzo).

Le preferenze dunque erano molto spesso di ordine pratico, estetico o “parentale”, nel senso che alcuni ripiegavano sull’enduro per evitare di impensierire troppo i genitori, spaventati, spesso a torto per i motivi sopraccitati, dalle elevate potenze che i 125 avevano e dalle velocità altrettanto elevate che le stradali raggiungevano rispetto alle enduro, ma c’era anche chi con le 125 enduro metteva i primi passi fuori dall’asfalto, scoprendo spesso una passione che in molti è rimasta anche in età più matura.

All’epoca poi la Parigi-Dakar era mediaticamente molto seguita, tanto quanto il Motomondiale, per cui le enduro riscuotevano un discreto successo. E poi erano più comode per portare a spasso le ragazze… Una delle enduro di maggiore successo è stata senza dubbio l’Aprila Tuareg 125, anche se venne declinata in diverse cilindrate, a seconda delle versioni: 50 e 250 con motore a due tempi, 350 e 600 con propulsore a quattro tempi. Nel 1983 Aprilia aveva in listino la RX 125, che era decisamente un mezzo troppo professionale per essere considerato una enduro stradale.

Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta
Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta
Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta
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Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta
Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta

L’anno successivo presenta dunque la prima ETX 125, che monta per la prima volta un motore Rotax, il 126 con ammissione lamellare, raffreddamento a liquido e miscelatore separato, ma senza la valvola di scarico RAVE, alimentato con un carburatore PHBH 26. La Dakar affascina sempre di più e così nel maggio ’85 presenta la prima Tuareg, che condivide con la ETX gran parte della ciclistica ma non le sovrastrutture, come il serbatoio da 16 litri invece di 10, o i paramani. A partire dall’85 sia la nuova Tuareg che la rinnovata ETX, presentata poco dopo, montano il nuovo Rotax 127 con valvola pneumatica RAVE allo scarico.

Il nuovo motore dichiara 26 CV all’albero (quelli effettivi alla ruota sono poco più di 20), la velocità massima è di poco inferiore ai 130 km/h e il peso di 124 kg. Viene commercializzata a 3.780.000 lire nelle versioni cromatiche rosso/giallo o blu/giallo. L’anno successivo arriva già un primo restyling, che comprende la nuova colorazione bianco/rosso, l’avviamento elettrico opzionale e il freno a disco anche sulla ruota posteriore.

Contemporaneamente, come per la ETX, esce anche la versione 350 con motore quattro tempi da 33 CV a 7500 giri, ma soprattutto la prima Tuareg Rally, che con il suo motore Rotax 127-GS da 34 CV a 10.750 giri, alimentato da un carburatore da 34 mm, unitamente a un peso dichiarato di soli 100 kg, ne fanno un mezzo molto specialistico.

Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta
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Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta
Tuareg, l’enduro di casa Aprilia più desiderato dai sedicenni negli anni Ottanta

La mancanza sia dell’avviamento elettrico quanto quella del miscelatore separato, nonché il prezzo (vicino ai 5 milioni) e la potenza elevati, rendono il Tuareg Rally un mezzo molto richiesto solo nell’ambito dei veri appassionati di fuoristrada, che possono contare anche su una ciclistica sopraffina e dedicata a questa pratica, più che a utilizzo on-off. Della Rally esiste anche la versione 250, con motore Rotax 244-GS sempre a due tempi, con 47 CV a 8000 giri, che già nell’84, in versione sperimentale, fu portata dal pilota Andrea Balestrieri alla vittoria del Rally di Sardegna.

Per entrambe le cilindrate è disponibile un kit competizione che comprende filtro aria, getti carburatore del massimo più grandi e marmitta libera non omologata. Le mode cambiano e nel 1987, sulla scia delle competizioni africane, arriva la versione carenata del Tuareg con doppio faro e parafango basso, nelle colorazioni blu/bianco con sella blu e rosso/bianco con sella rossa. Il motore è il nuovo Rotax 127 derivato da quello della AF1 Project 108, con valvola RAVE 2 e avviamento elettrico.

La potenza dichiarata è sempre di 26 CV e la velocità massima di poco superiore ai 130 orari, mentre il prezzo arriva a sfiorare i 4 milioni. L’anno successivo è la volta della Tuareg Wind, che verrà declinata anche nella cilindrata 600, oltre che nella 350 e 50 con motore Minarelli. In questa versione però il Tuareg diventa decisamente più stradale e pesante, tanto che le versioni 50 e 125 risultano decisamente sovradimensionate, nonostante il nuovo motore Rotax 123 più potente ed elastico del precedente, che sulla ottavo di litro sviluppa 28 CV per una velocità massima prossima ai 140 all’ora.

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La nuova versione ha sovrastrutture più grandi, come il codino, il serbatoio con due tappi e un portapacchi più largo; inoltre la forcella ha gli steli rovesciati da 38 mm e il prezzo sale sensibilmente fino a ben 4.808.600 lire. La versione 350 mantiene la potenza di 33 CV, mentre il nuovo 600 sviluppa 46 CV a 7000 giri. La Wind si evolve ulteriormente nel 1989 con un nuovo telaio irrobustito e un nuovo freno anteriore da ben 300 mm, mentre il motore viene affinato a livello della valvola di scarico, sviluppando una potenza effettiva alla ruota di oltre 26 CV per 140 km/h reali.

Nello stesso anno si rinnova totalmente la Rally, disponibile da ora solo nella cilindrata 125 a un prezzo piuttosto elevato, che supera i 6 milioni. la linea presenta una carenatura con doppio faro, ma con parafango anteriore alto; l’avviamento rimane a pedale ma ora c’è il miscelatore separato. Difficile ottenere prestazioni superiori al vecchio modello, ma la nuova Rally, alimentata da un carburatore VHSB 34 LD, riesce a sviluppare oltre 32 CV alla ruota, per una velocità massima superiore ai 140 km/h.

Le versioni dei due anni successivi continueranno a migliorare, soprattutto dal punto di vista della ciclistica. Nel frattempo le mode cambiano ancora, i serbatoi si rimpiccioliscono e arrivano sul mercato la più stradale Pegaso, che sostituirà la Wind, e la RX 125, che condivide il propulsore del Tuareg ma con una ciclistica molto più leggera e con migliori prestazioni fuoristrada, tanto che la Casa di Noale ne schiererà alcune nel campionato mondiale di enduro. Si chiude così l’epoca “dakariana” di questo 125, che va in pensione dopo oltre un lustro di gloriosa carriera.

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