Rubrica Pillole Tecniche: il telaio
Parliamo oggi della struttura portante della moto: il telaio. Ricordiamo che, pur essendo una struttura molto rigida, il telaio deve assicurare alla moto il giusto equilibrio tra stabilità e maneggevolezza.
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Continuiamo la nostra introduzione alla tecnica della moto, presentata lo scorso giovedì con la nuova rubrica Pillole Tecniche, con l’analisi della struttura portante della motocicletta: il telaio! Come tutti sappiamo, il telaio di un veicolo è un vero e proprio scheletro, progettato e sviluppato per donare al veicolo il giusto equilibrio tra stabilità e maneggevolezza.
Soffermandoci sulle due ruote, i telai delle moto hanno subito negli anni numerosissime variazioni strutturali e, per la loro realizzazione, sono stati impiegati materiali sempre più pregiati. Derivando dalle biciclette, le moto inizialmente erano dotate di un leggero telaio a culla sul quale veniva installato centralmente il motore. Con l’aumentare della potenza, le varie case hanno ovviamente cercato di rinforzare questa struttura, proponendo già a metà del secolo scorso i primi telai che sfruttavano i motori come struttura portante.
Inutile dire che nel campo del motociclismo sportivo le innovazioni, sopratutto a partire dagli anni ’70/’80, sono state innumerevoli. Telai a traliccio, telai a doppia trave, monotrave, a doppia culla. Ognuna di queste tipologie di telaio è divenuta struttura portante di moto che hanno fatto la storia. Scendendo ancora più nel dettaglio, scopriamo i materiali utilizzati per la realizzazione dei telai motociclistici e quali caratteristiche hanno.
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Materiali utilizzati per i telai delle moto
Sicuramente, il materiale ormai più diffuso è l’acciaio. Questa lega, composta da ferro e carbonio, può essere utilizzata per le più svariate lavorazioni, essendo molto robusta e facilmente malleabile. In genere, l’acciaio si utilizza per realizzare principalmente telai a traliccio, a culla o scatolati. Esistono comunque varie tipologie di acciaio, che vanno scelte in base alle forze e alle sollecitazioni che il telaio da realizzare dovrà subire.
Dopo l’acciaio troviamo l’alluminio che, grazie alla sua leggerezza, garantisce una notevole riduzione del peso della moto senza rinunciare alla robustezza e alla stabilità. Essendo più raffinato, l’alluminio però richiede metodi di saldatura più artificiosi poiché, una volta a contatto con l’aria, le saldature su alluminio si corrodono più facilmente mettendo a rischio l’intera struttura. Per questo infatti, vengono utilizzate speciali saldature “al TIG”, ovvero realizzate attraverso l’utilizzo di gas inerti.
Un materiale poi ancora più raffinato è sicuramente il titanio. Questo materiale è robusto come l’acciaio, leggero come l’alluminio ed è altamente resistente alla corrosione. Ormai il titanio è utilizzato per realizzare numerosi componenti della moto, dalla ciclistica al motore.
Infine, il telaio più esclusivo e costoso da realizzare è sicuramente il telaio in materiale composito, costituito da fibra di vetro, fibra di carbonio, resina o Kevlar, tutti materiali ormai facilmente reperibili ma comunque molto costosi. Ognuno di questi materiali ha una caratteristica particolare che gli consente di essere adottato per la realizzazione di diversi tipi di telai per diversi tipi di moto.
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Il forcellone
Collegato al telaio tramite un’asse, il forcellone sorregge la ruota motrice posteriore trasmettendo all’ammortizzatore posteriore le sollecitazioni provocate dalla trazione, dai trasferimenti di carico e dall’asfalto. I tipi di forcellone possono essere suddivisi in tre categorie: doppio braccio, monobraccio e forcellone cardano.
Il primo tipo è il più tradizionale, il più diffuso, il forcellone che consente diverse tipologie di impiego e un ottimo rendimento. E’ una struttura simmetrica che può assumere diverse forme. Le sue dimensioni crescono con l’aumentare della potenza della moto e del peso. Tra i materiali più utilizzati troviamo l’acciaio, l’alluminio e il carbonio (nel mondo delle competizioni). Negli ultimi decenni, le case hanno optato per un forcellone dalla forma triangolare, una soluzione che consente di ottenere una buona rigidezza torsionale.
Troviamo poi l’affascinante monobraccio, una struttura molto più rigida rispetto al doppio braccio tradizionale, dove il perno della ruota viene fissato con un mozzo al quale poi si aggiunge il disco freno posteriore. Il materiali più diffusi sono acciaio o fusione di alluminio.
Questi due tipi di forcellone assumono un diverso comportamento in curva: il bibraccio assicura una certa stabilità e precisione, mentre il mono riceve maggiori sollecitazione deformandosi maggiormente. Questa azione spinge la moto a seguire traiettorie più ampie riuscendo però ad ottenere maggiore stabilità.
Un’ulteriore tipologia è infine il forcellone cardano. Struttura anch’essa “monobraccio”, si caratterizza per la trasmissione cardanica che trasmette il moto del motore alla ruota posteriore attraverso un albero di trasmissione e un sistema di ingranaggi contenuti all’interno di questa struttura rigida e robusta.
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