Valencia: Marquez, pole che anticipa il trionfo?
Cinture di sicurezza bene allacciate: se queste infuocate qualifiche sono l’antipasto, la corsa di domani a Valencia, ultimo round della MotoGP 2013, presenterà un menù ricco di prelibatezze da soddisfare e galvanizzare gli appassionati sugli spalti e davanti alle tv di tutto il mondo.
Che spettacolo, ragazzi! E’ la corsa che vale un mondiale! Jorge Lorenzo, visibilmente scontento dell’assetto della sua M1 a cinque minuti dal termine delle qualifiche, compie comunque un giro da cesello, gran recupero, alzando gli scudi e tirando fuori gli artigli più affilati per resistere e tentare domani il contrattacco per indurre l’avversario all’errore e non cedere la corona iridata al suo connazionale Marc Marquez, l’indiavolato rookie con in canna il colpo decisivo che può farlo entrare nella storia del motomondiale al primo assalto della classe regina.
Il maiorchino – in sella alla seconda moto – deve accontentarsi del secondo tempo a 340 millesimi di distacco dal capotreno Marquez (1’30.237), ennesima cinghiata, nuovo record! Pedrosa più che chiudere la prima fila non può (+0.426) e ancora meno può Rossi, quarto, primo della seconda fila (+0.683), gap che su questo tracciato pesa come un macigno.
Poi il binomio delle Yamaha private Crutchlow (+0.876) e Smith (+0.964), quindi –terza fila – Bautista, Bradl, Dovizioso. A seguire Hayden e Iannone. Tutti i riflettori sono puntati sui due spagnoli che si giocano il mondiale.
Diversi per età ed esperienza, per formazione e carattere personale, per caratteristiche tecniche e stile di guida, per tattica e strategia di gara, Jorge e Marc sono due fuoriclasse, “gladiatori” strappa applausi, entrambi meritevoli alla pari del titolo di campione del Mondo. Ma sugli altari di Valencia c’è posto per un solo pilota: dalla strabocchevole assolata arena spagnola uno uscirà trionfatore e l’altro sconfitto, anche se certamente il nuovo campione abbraccerà l’avversario sul gradino più alto del podio.
Il motociclismo vive di tecnica raffinata, di grandi duelli, di ardimento e spettacolo ma è anche scuola di stile, fair play, modus vivendi, rispetto per le regole, per gli avversari, per se stessi.
I 13 punti di distacco fra i due spagnoli sono come 13 colpi di cannone, ma domani l’aritmetica non fa testo, conta solo il cuore di Mar e il cuore di Jorge: chi sbaglia è out, lascia il titolo all’altro.
Intanto, oggi non è Marc ha subire la pressione, bensì Jorge, o il suo Team. Vinca il migliore.
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