Kawasaki Ninja 300 vs Honda CBR250R: la video prova di Motoblog
Comparativa Kawasaki Ninja 300 vs Honda CBR 250R: piccole sportive per i motociclisti di domani.
Pista “Il Sagittario” (Lt) – C’erano una volta le 125 2 Tempi… moto carenate, piccole, pepate, veloci e a tratti eccessive per un sedicenne. Trentaquattro cavalli e quasi 180 orari per piccoli bolidi da appena 120 kg di peso, in sella ai quali la maggior parte degli attuali “trentenni” si è fatto (e a volte sfatto…) le ossa.
A quei tempi si iniziava presto ad andare in moto e chi non riusciva a mettere mano alle sportivissime 50 cc replica super-sport, le varie AF1 project 108, Malaguti RST & co (tutte rigorosamente un po’ elaborate), attendeva paziente sul proprio Piaggio SI i fatidici 16 anni, sognando e sperando di ritrovarsi una vera 125 cc in garage. Gli scooter erano quasi assenti o confinati al ruolo di traghettatori cittadini, mentre i sedicenni già pensavano alle moto da grandi, come la Aprila RS 250 o la Kawasaki ZXR 400, mentre prendevano forma le prime 600 a quattro cilindri.
Ma negli ultimi 20 anni molte cose sono cambiate, i piccoli missili da 125 cc sono diventati illegali, castrati a 16 CV e via via diminuiti per volumi e varietà di scelta. Sono arrivati i 125 4T, più affidabili, più economici ma depositari di un appeal di ben altro spessore. Il problema è che i principali concorrenti di una moto 125 o 250 cc sono diventati non tanto gli scooter, sempre più confortevoli ed economici, ma smartphone e tablet, veri oggetti del desiderio dei teenager moderni, sempre meno focalizzati sul mondo dei motori e sempre più lanciati verso l’universo telematico.
Fortunatamente, Kawasaki prima e Honda e KTM subito dopo, sono corse ai ripari creando delle valide alternative per queste nuove generazioni di motociclisti in erba. Honda CBR 250 R e Ninja 300 sono due moto sviluppate per raggiungere lo stesso scopo: massimo divertimento in sella e grande facilità di guida. Le abbiamo messe a confronto su strada e, soprattutto, in pista per verificare fino a che punto possiedono l’animo racing e se possono meritare quell’eredità così pesante lasciata sospesa dalle 2 Tempi e quasi svanita negli anni.
Del resto se la loro validità appare già largamente comprovata e quasi “scontata” nella guida su strada, qualche perplessità potrebbe essere mossa dai più scettici proprio sulle loro doti pistaiole. Tuttavia anche in circuito le due piccole carenate hanno risposto “punto per punto” al nostro test, dispensando un grande divertimento di guida, concesso al pilota già con la “stradalissima” gommatura di serie. Il comportamento delle due moto rimane però molto lontano perchè se la Honda offre una guida paragonabile a quella di una 125 potenziata, la Ninja sembra quasi una 600 alleggerita. Ciò si deve al monocilindrico Honda, ospitato in una ciclistica molto simile a quella del 125 sia nel peso che nelle quote dimensionali. La Ninja invece, con il suo bicilindrico, si è dotata di un diverso telaio e di un interasse superiore; aspetti che vengono evidenziati sul tortuoso circuito di Latina.
Entrambe le moto sfidanti possono essere guidate con la patente A2 ma, da un lato del ring la casa di Akashi propone una rivisitazione della Ninja 250 che ne innalza a 300cc la cilindrata, ad un prezzo di 4.990 Euro (ai quali consigliamo di aggiungere 600 Euro per l’ABS, offerto come optional). Dall’altro lato del quadrato la casa di Tokyo schiera la piccola CBR250R, rifinita con la stessa cura delle CBR più grandi, ma proposta ad un prezzo inferiore a quello di uno scooter di quasi pari cilindrata della stessa casa dell’ala dorata: 4.235 Euro, quasi 800 Euro in meno rispetto alla “verdona”.
Design
Poste l’una fianco al fianco dell’altra, tutto sembrano tranne che moto destinate ai neofiti, specialmente la Kawasaki le cui dimensioni e la mancanza del riferimento alla cilindrata sulle carene, rendono questa “300” visivamente molto simile ad una super sportiva di quelle che puoi vedere sfrecciare in pista nei weekend di gara.
Il muso della Kawa richiama immediatamente la sorella, arrogante e cattiva, di 1000 cc tanto che, come lei, si protende decisa in avanti con una linea assai slanciata che regala una sensazione di dinamismo che sembra non cessare nemmeno a moto ferma. La coda, spigolosa ma filante, si raccorda armoniosa ad un serbatoio carburante di ben 17 litri e il terminale di scarico, nonostante le dimensioni importanti, è ben disegnato ed integrato nel complesso. Visivamente la piccola Ninja è una sportiva senza compromessi. La sella, posta a 785 mm, consente praticamente a chiunque di poggiare a terra con sicurezza almeno un piede.
La CBR 250R, pur esprimendo la stessa sportività, grazie alle sue linee più morbide, appare un più “rassicurante”, in puro stile Honda. Cupolino, carena e terminale di scarico ricordano più la VFR 1200 che la CBR 1000 RR che corre nella WSBK; questo comporta un look meno estremizzato verso lo sport ma, allo stesso tempo, regala una maggiore protezione aerodinamica ed un superiore spazio a bordo rispetto alla sfidante. La struttura della carena ricalca la filosofia “multilayer”, ormai vero e proprio trend della casa dell’ala dorata.
Il serbatoio è molto stretto (contiene 13 litri, 4 in meno della piccola Ninja) e la sella, posta a 784mm da terra, è decisamente lunga e consente di spostarsi a piacimento per trovare la posizione di guida più comoda. I comandi non sono regolabili, ad eccezione della distanza della leva freno anteriore; ma l’ergonomia è comunque più che buona.
Entrambe le strumentazioni sono chiare e ben disegnate con un tocco più sportivo sulla Ninja, la quale sfoggia anche l’indicatore ECO che si illumina quando si tiene una condotta di guida rilassata e “green”.Buona, su tutte e due, la sistemazione del passeggero, che si ritrova un sellino più che dignitoso e ben imbottito con pedane poste alla giusta altezza.
Tecnica
Presentata come restyling del modello nato nel 2008 e che, fino alle ultime analisi di mercato, ha venduto da allora in Europa ben 13600 unità, la nuova Ninja 300 è, in realtà, una moto completamente nuova.
Partendo dalla termica, il blocco motore è stato totalmente ridisegnato per alloggiare i nuovi cilindri in lega di alluminio ove scorrono, a loro volta, dei pistoni alleggeriti. L’albero motore è stato accuratamente riprogettato per poter permettere un aumento della corsa da 41,2mm a 49,0mm, quindi un aumento di cilindrata che ora è pari a 296cc.
La testata, attentamente rivista nel flussaggio, ha visto le sue valvole aumentare di diametro di conseguenza e passare da 22,5mm a ben 23,5mm, ed è grazie all’evoluzione della sua componente termica che questa unità arriva a sviluppare senza fatica i nuovi valori di potenza e coppia massima attestati, rispettivamente, in 39cv – che corrispondono a 29 Kw – ed in 27 Nm. Grazie ai nuovi carter, è stato possibile installare per la prima volta di serie nella sua categoria, una frizione antisaltellamento appositamente progettata da Kawasaki e denominata F.C.C.
Anche la strumentazione è stata ridisegnata e, a fronte di un design decisamente Racing, offre al pilota tutte le informazioni di cui necessita, tra le quali anche il “Kawasaki Economy Indicator”: una piccola spia che ci suggerisce che la condotta di guida che stiamo adottando è ideale per percorrere tanta strada consumando il meno possibile il chè, tenendo conto della maiuscola capienza del serbatoio di ben 17 litri, ci fa pensare a percorrenze potenziali quasi da gran turistica tra un rifornimento ed un altro.
Passando alla concorrente, il cuore pulsante della nuova CBR250R è il motore monocilindrico raffreddato a liquido da 249cc, equipaggiato con testata del cilindro a 4 valvole e layout a doppie camme in testa: un propulsore sviluppato privilegiando l’efficienza e la coppia.
Grazie ad un’eccellente riduzione degli attriti interni, il motore della CBR250R offre una straordinaria economia di consumo: i 27km/lt promessi dalla cartella stampa sembrano assolutamente veritieri. La potenza massima è di 19,4 kW (26,4 CV) a 8.500 giri/min e la coppia massima di 23,8 Nm, combinata al peso particolarmente contenuto, assicurano ottime accelerazioni, sia partendo da fermi che in ripresa, tanto in città che sulle strade extraurbane.
Come tutti i modelli della famiglia CBR, anche la CBR250R impiega il sistema di iniezione Honda PGM-FI, per un’erogazione lineare ed istantanea che offre anche un notevole risparmio di carburante. La centralina di gestione (ECU) opera congiuntamente con l’accensione elettronica per garantire al cilindro una miscela di carburante sempre ideale in tutte le condizioni.
Il risultato è un motore con un’ampia erogazione della potenza e quell’immediatezza di risposta al comando del gas che solo l’iniezione elettronica è in grado di assicurare. Per semplificare la manutenzione, il sistema PGM-FI sfrutta inoltre un filtro del carburante esterno che contribuisce a ridurre ulteriormente i costi di cura ordinaria del mezzo. Il cambio è a sei marce e, a differenza della Kawasaki, non vi è una frizione antisaltellamento (di cui comunque in questo caso non abbiamo avvertito la necessità).
La nuova CBR250R mostra un generoso sistema di scarico che riesce ad unire un design gradevole con la più recente tecnologia catalitica per contenere al minimo le emissioni inquinanti. Il convertitore catalitico trivalente riduce il livello di idrocarburi, monossido di carbonio e nitrati. La sonda lambda inserita nello scarico permette alla centralina ECU di monitorare la quantità di ossigeno ottimizzando la combustione e quindi riducendo ulteriormente le emissioni.
Dinamica
In sella alle due piccole sportive giapponesi si percepisce immediatamente la profonda differenza caratteriale che le distingue. La Kawasaki, più corposa e dall’interasse più lungo, si dimostra stabile in qualsiasi contesto, sia che si tratti di una trafficata via di città che tra i cordoli di un circuito. La piccola Honda, invece, è decisamente più attenta e reattiva ad ogni minimo input del pilota tanto che, spesso, ci si accorge di aver perfino impiegato fin troppa forza nell’impartirle un qualsiasi comando.
In città la CBR250R si inserisce ovunque con estrema facilità arrivando a passare, addirittura, dove non passano nemmeno certi scooter (basta avere l’accortezza di chiudere leggeremente gli specchietti). La Ninja, al contrario, procede più adagio nel congestionato traffico metropolitano ma senza mai costringere a fermarsi: basta avere un buon occhio per le dimensioni e si passa quasi sempre.
Sulle buche, ormai onnipresenti, entrambe si dimostrano delle ottime “incassatrici”, con una risposta un filo più “secca” per la CBRina che, comunque, offre nel complesso un comfort superiore rispetto alla Ninja: il merito va ai semimanubri più alti ed aperti e ad una ergonomia meno estremizzata.
Uscendo dalla città, la verdona si prende la rivincita, offrendo sella e comandi decisamente meno sensibili alle vibrazioni cosa a cui, purtroppo, risulta più sensibile la piccola Honda che, al contrario, a velocità di crociera autostradale ne sfoggia una buona serie, risultando più stancante sui lunghi trasferimenti. Peccato, perché la protezione aerodinamica offerta dalla CBR è superiore rispetto a quella garantita dallo sportivissimo cupolino della Ninja.
Addentrandoci tra le curve delle colline che lambiscono la città, la CBR recupera terreno e più il raggio delle curve si stringe e più la Honda si dimostra a suo agio grazie alla sua agilità, data anche dall’uso dello stesso telaio della sorellina di 125cc, di cui conserva anche le quote ciclistiche e, di conseguenza, un’avancorsa minore rispetto alla sfidante. Con l’aumentare della velocità media però la Kawasaki si riporta in vantaggio, grazie ad una superiore stabilità e ad un motore con una gran propensione a girare in alto.
Gli impianti frenanti delle sfidanti, a causa delle pinze flottanti, si dimostrano leggermente spugnosi nella primissima fase di attacco ma non mostrano il fianco a fenomeni di fading, grazie anche al peso ridotto di entrambe.
Ed ora, finalmente, in pista!
Se è vero che queste due moto puntano a rimpolpare le fila dei motociclisti di domani, è altresì vero che una delle maggiori aspirazioni dei giovani appassionati dei semimanubri è varcare i cancelli di una vera pista.
I tracciati più indicati per queste piccole moto “tutto pepe” sono i piccoli circuiti ed i kartodromi, dove Ninja 300 e CBR250R fanno valere il loro peso ridotto e la grande agilità intrinseca. La pista da noi scelta per l’occasione è “Il Sagittario” di Latina
E’ strano salire in sella alla Honda con una tuta addosso perché, se possibile, riesce a sembrare ancora più piccola di quanto non sia: quasi una 125cc. Differente è la sensazione salendo e scendendo dalla Ninja300 che, invece, sembra quasi gonfiare i muscoli ed apparire più grande di quanto sia effettivamente. Addirittura salendo e scendendo dalle due moto in sequenza sembra impossibile pensare che tra le due passino appena un cilindro e 50cc di differenza.
In pista la CBR250R conferma la sua grande agilità, con ingressi fulminei ed una grande facilità nell’andare alla corda e tenerla il più a lungo possibile. La guida, per dimostrarsi redditizia tra i cordoli, deve essere scorrevole e mirata a perdere meno velocità possibile ed è un gran divertimento impegnarsi nel farlo giro dopo giro, ottimizzando ogni singola traiettoria.
La Ninja300 interpreta il tracciato come una piccola 600, richiedendo si una grande pulizia di guida, ma facendo valere il suo superiore allungo e la sua stabilità su tutto il resto. Rispetto alla CBR la guida è più spigolosa: si frena il giusto grazie al peso ridotto, si inserisce alla corda velocemente e altrettanto velocemente si rialza la moto per srotolare tutta la manetta a disposizione e far urlare il piccolo bicilindrico fino a toccare la zona rossa, posta a 13.000 rpm. Esaltante!
Pregi e Difetti
Kawasaki Ninja 300
Piace
Linea e profilo “da grande”
Ergonomia dei comandi
Finiture
Carattere e risposta del motore
Frizione antisaltellamento
Non piace
Taratura rigida del mono (regolabile con difficoltà)
Cupolino poco protettivo
Leve dei comandi non regolabili
Honda CBR250r
Piace
Ergonomia e posizione di guida
Consumi da record
Peso e maneggevolezza
Facilità di guida al top
Non Piace
Bassa propensione a girare agli alti regimi
Risposta freno anteriore molto dolce e volutamente poco sportiva
Comandi e leve non regolabili
Scheda tecnica Kawasaki Ninja 300
MOTORE
Tipologia motore Raffreddamento a liquido, 4 tempi, 2 cilindri in linea
Cilindrata 296 cm3
Alesaggio e corsa 62,0 x 49,0 mm
Rapporto di compressione 10.6:1
Distribuzione/aspirazione DOHC, 8 valvole
Sistema di iniezione Iniezione carburante: ø32 mm x 2 (Keihin), con doppia valvola ovale
Iniezione Elettronica
Avviamento Elettrico
Lubrificazione Lubrificazione forzata, carter umido
TRASMISSIONE
Trasmissione 6 marce con folle
Trasmissione finale Catena sigillata
Rapporto di trasmissione 3,087 (71/23)
Rapporti: 1a 2,714 (38/14)
Rapporti: 2a 1,789 (34/19)
Rapporti: 3a 1,409 (31/22)
Rapporti: 4a 1,160 (29/25)
Rapporti: 5a 1,000 (27/27)
Rapporti: 6a 0,857 (24/28)
Rapporto di trasmissione finale 3,000 (42/14)
Frizione Multi-disco a bagno d’olio, manuale
TELAIO
Tipo di telaio Tubolare a diamante in acciaio
Corsa ruota anteriore 120 mm
Corsa ruota posteriore 132 mm
Pneumatico anteriore 110/70-17 M/C 54S
Pneumatico posteriore 140/70-17 M/C 66S
Angolo di inclinazione del cannotto di sterzo/avancorsa 27°/93 mm
Angolazione dello sterzo sinistra/destra 35°/35°
SOSPENSIONI
Sospensione anteriore Forcella telescopica da 37 mm
Sospensione posteriore Bottom-Link, Uni-Trak, ammortizzatore caricato a gas,
regolazione precarico su 5 posizione
FRENI
Freno anteriore Disco singolo, da 290 mm a margherita
Pinza singola ad azione bilanciata a doppio pistoncino
Freno posteriore Disco Singolo da 220 mm a margherita
Pinza a doppio pistoncino
DIMENSIONI
Dimensioni (L x L x A) 2.015 mm x 715 mm x 1.110 mm
Interasse 1.405 mm
Altezza da terra 140 mm
Altezza della sella 785 mm
Peso 172 kg/174 kg (ABS)
Capacità serbatoio 17 litri
PRESTAZIONI
Massima potenza 29,0 kW (39 CV) / 11.000 giri
Coppia massima 27,0 Nm (2,8 kgm) / 10.000 giri
Scheda Tecnica HONDA CBR250R
MOTORE
Tipo: Monocilindrico, 4 tempi, 4 valvole, raffreddato a liquido (DOHC)
Cilindrata: 249,6 cm³
Alesaggio x Corsa: 76 × 55 mm
Rapporto di compressione: 10,7:1
Potenza massima: 19,4 kW (26,4 CV) / 8.500 min-¹ (95/1/EC)
Coppia massima: 23,8 Nm / 7.000 min-¹ (95/1/EC)
ALIMENTAZIONE
Iniezione elettronica (PGM-FI)
Corpi farfallati: 38 mm
Capacità serbatoio carburante: 13 litri (compresa riserva con segnalazione su schermo LCD)
IMPIANTO ELETTRICO
Accensione: Digitale transistorizzata a controllo computerizzato,con anticipo elettronico
Avviamento: Elettrico
Capacità batteria: 12V/6AH
Faro anteriore: 60/55W (H4)
TRASMISSIONE
Frizione: Lubrificata, multidisco con molle
Funzionamento frizione: Meccanica, con attuazione a cavo
Tipo di cambio: 6 marce
Trasmissione finale: Catena sigillata con “O-ring”
TELAIO
Doppio trave discendete in acciaio
CICLISTICA
(LxLxA)Dimensioni: 2.030 mm x 709,5 mm x 1.127 mm
Interasse: 1.369 mm
Interasse Inclinazione cannotto di sterzo: 25°
Avancorsa: 95 mm
Altezza della sella: 780 mm
Altezza da terra: 148 mm
Peso in ordine di marcia: Con il pieno di benzina 161 kg
SOSPENSIONI
Anteriore: Forcella telescopica da 37 mm, escursione 130 mm
Posteriore: Monoammortizzatore Pro-Link, escursione 104 mm
CERCHI
Anteriore: In lega a 5 razze, 17 M/CxMT2.75
Posteriore: In lega a 5 razze, 17 M/CxMT4.00
PNEUMATICI
Anteriore: 110/70-17M/C
Posteriore: 140/70-17M/C
FRENI
Anteriore: Disco idraulico da 296 x 4 mm con pinza a due pistoncini
Posteriore: Disco idraulico da 220 x 4 mm con pinza a singolo pistoncino
Tester: Emanuele Freddo, Ermanno Bastianini, Lorenzo Baroni, Caludio Galiena
Testi: Mario Savoca Corona, Lorenzo Baroni, Omar Abu Eideh
Foto: Omar Abu Eideh, Mauro Crinella, Emanuele Macaluso, Lorenzo Baroni
Video: Mauro Crinella, Mario Savoca Corona, Marco Daino
Montaggi video: Mauro Crinella, Mario Savoca Corona
PRODUZIONE: Blogo Motori
Si ringrazia la pista “Il Sagittario” di Latina per la cortese ospitalità.