Home Muraglione: sorpassi azzardati e patenti ritirate. Ma cosa è successo?

Muraglione: sorpassi azzardati e patenti ritirate. Ma cosa è successo?

Nel corso dell’ultimo weekend, in provincia di Firenze, si è svolto il secondo controllo della Campagna “Defend Life” 2013, un’iniziativa promossa dal Corpo Forestale dello Stato in collaborazione con la Prefettura di Firenze e la Polizia Stradale per la sicurezza delle strade appenniniche. Ecatombe di patenti tra i motociclisti.

Durante l’ultimo fine settimana ha avuto luogo la seconda ondata di controlli per la campagna “Defend Life” 2013, un’iniziativa promossa dal Comando Regionale per la Toscana del Corpo Forestale dello Stato in collaborazione con la Prefettura di Firenze ed il Compartimento della Toscana della Polizia Stradale e mirata ad incrementare la sicurezza delle strade montane e dei passi appenninici. Per questa operazione sono stati monitorati alcuni tratti della SS 67 (quella del Passo del Muraglione, tanto per intenderci) selezionati in base alla concentrazione delle infrazioni gravi e al numero degli incidenti verificatisi negli ultimi 10 anni.

La Strada Statale 67 rappresenta un’importante via di collegamento tra Toscana ed Emilia Romagna, e come noto gode di grande popolarità tra i motociclisti. L’operazione ha avuto luogo nel pomeriggio della giornata di sabato, dalle 13:30 alle ore 17:00 circa, e ha visto l’impiego di 15 unità di personale e 5 automezzi del Comando Provinciale di Firenze supportato dal Nucleo operativo speciale di Arezzo. Il caso ha tra l’altro voluto che, proprio poco prima che la Forestale sopraggiungesse nel luogo scelto per il posto di controllo, un centauro è uscito di strada in curva andando ad impattare sul guardrail.

Sono state impiegate due pattuglie: una dedicata al monitoraggio del comportamento degli utenti della strada, l’altra per il classico ‘posto di blocco’ dove i soggetti segnalati venivano fermati, identificati e sanzionati con multe e la decurtazione dei punti dalla patente, e naturalmente quella dei motociclisti è stata la categoria maggiormente colpita dai provvedimenti. Per non dire l’unica.

L’operazione della Forestale avrebbe ben presto concentrato la sua attenzione su cinque gruppi di motociclisti – in media 6 unità per gruppo – di cui 7 componenti hanno subito allertato il personale della videosorveglianza in movimento. Per questo motivo sono state attivate due ‘safety car‘ del Corpo Forestale dello Stato che hanno provveduto a seguirli per verificare le loro condotte di guida e capire se si era in presenza di fatti isolati o di veri e propri atteggiamenti ‘corsaioli’ e, quindi, pericolosi per la loro stessa incolumità e quella degli altri utenti della strada. I succitati riders si sarebbero resi protagonisti di una serie di pericolosi sorpassi in curva anche contromano, il che ha portato al loro fermo e al ritiro della patente, oltre alla sanzione amministrativa di oltre 200 euro.

E’ poi stato il turno di altri 5 gruppi provenienti dal versante fiorentino, che avrebbero attaccato una fila di autovetture incolonnate incuranti del divieto di sorpasso, anche in questo caso invadendo la corsia opposta in totale assenza di visibilità: 13 di loro hanno perso la patente. In seguito è toccato ad altri 3 gruppi, questa volta sorpresi ad attaccare autovetture e camion lanciandosi in ‘doppi, tripli e quadrupli sorpassi’ ancora in totale mancanza di visibilità dei veicoli provenienti dall’opposto senso di marcia: sette di loro hanno perso il diritto a circolare. In seguito è stata ritirata la patente ad altri 12 motociclisti, sempre per sorpassi vietati e circolazione contromano.

Il bilancio finale dell’operazione di sabato è sicuramente allarmante: sono state infatti ben 32 le patente ritirate in un solo pomeriggio (più due moto ‘truccate’ sequestrate), e non sono mancati neppure momenti di tensione che hanno costretto il personale della Forestale a rallentare il traffico per ragioni di sicurezza al fine di evitare che gruppi di motociclisti si incrociassero nelle curve con auto e mezzi pesanti in transito.

Le iniziative volte all’innalzamanto del livello di sicurezza sulle nostre strade meritano sempre un plauso a prescindere, ma i toni utilizzati da alcuni organi di informazione nel riportare gli esiti della campagna “Defend Life” 2013 (soprattutto quelli dell’operazione dello scorso sabato), che sembrano voler quasi far passare l’idea che i motociclisti siano una massa di ‘spericolati smanettoni senza cervello’ ci lasciano quanto meno perplessi (in alcuni casi al limite dell’indignazione). Senza girarci troppo intorno, sappiamo tutti che al Muraglione – come in praticamente tutti gli altri passi d’Italia popolari tra i motociclisti – è facile imbattersi in qualche biker dalla guida decisamente troppo ‘sopra le righe’ (oppure, più precisamente, troppo al di là della linea di mezzeria). Anche alla maggioranza di chi è solito frequentare i passi alpini o appenninici in moto sarà capitato di trovarsene di colpo uno davanti, e si tratta di un atteggiamento certamente censurabile (c’è la pista per quello, non ci stancheremo mai di ripeterlo), ma sentiamo comunque il dovere di sottolineare che la stragrande maggioranza dei motociclisti dispone invece di una testa pensante che intende tenere ben piantata sul collo, e che circola con le dovute cautele anche sui passi montani nella speranza di non trovarsi davanti uno sconsiderato (magari al volante di un’automobile) che invadendo la corsia lo costringa a ‘rialzarsi’ dalla piega e rischiare di finire sul guardrail (sempre che ce ne sia uno). Sarebbe come classificare tutti i tifosi di calcio come dei violenti per le gesta dei pochi classici ‘facinorosi’. La realtà dei fatti e che non è così. In altre parole, non è detto tutti i possessori di una supersportiva siano dei fanatici assetati di adrenalina che affrontano i passi come se fossero al Tourist Trophy. Anzi..

Questo ovviamente non vuol dire che bisogna starsene in coda dietro a un camper per chilometri perchè da solo occupa tre quarti di carreggiata, ma il punto rimane sempre quello: usare sempre il cervello, occhi aperti, e pensare magari un paio di curve in anticipo. E’ sempre simpatico salutare gli altri bikers che si incontrano salendo verso – o scendendo da – un passo montano, ma questo non significa che siano così interessati da voler addirittura ‘battere il cinque’. O peggio.

Il Coordinamento Italiano Motociclisti ha voluto dire la sua sulla questione e lo ha fatto con una lettera aperta che abbiamo ricevuto e che pubblichiamo integralmente:

In seguito ai controlli fatti dal Corpo Forestale dello Stato sulla statale del Muraglione sono state contestate, lo scorso 20 luglio, un gran numero di contravvenzioni. Dai comunicati stampa redatti dal Comando di Arezzo sembrerebbe che questi controlli siano stati svolti con modalità diverse da quelle (che contestammo) utilizzate lo scorso anno. Ma sui social network i motociclisti scrivono cose contrastanti. E che non sempre corrispondono a ciò che è riportato sul sito del Corpo Forestale.
Un utente del nostro sito web ci scrive: “Sabato 20 luglio mentre salivo il muraglione ho trovato una macchina che procedeva a 30 km orari appena sopraggiunta per passarla in un punto di dritta (ma sempre con striscia continua) l’auto accelerava per poi rallentare di nuovo e farmi passare (al km 133) questo perchè li potevano contestarmi la prossimità di una curva anche se aperta. Dopo 2 km mi hanno fermato al posto di blocco.”
La descrizione di come si sono svolti i controlli è decisamente differente, e ci piacerebbe capire cosa sia effettivamente avvenuto, considerando anche il fatto che sul sito del CFS è prima apparso un articolo che è stato successivamente modificato. Constatando le differenze nella descrizione dell’avvenuto, il CIM lancia un appello ad altri motociclisti che vogliano inviare la loro versione dei fatti, scrivendo una e-mail a [email protected]
Il CIM rispetta ogni Istituzione dello Stato, compreso ovviamente anche il Corpo Forestale dello Stato. Ma i comportamenti sono dettati dalle persone, da esseri umani, ed è noto che gli esseri umani non sono infallibili. Riteniamo che sia importante che i cittadini italiani rispettino le istituzioni, ma troppo spesso le istituzioni hanno comportamenti che le allontanano dalla popolazione, rendendole invise e creando inutili conflitti tra Stato e Cittadini.
Dai resoconti delle azioni svolte dal CFS si ha una immagine decisamente poco piacevole dei motociclisti. Anche i motociclisti sono esseri umani, a loro volta sbagliano e non tutti rispettano in modo preciso il CdS, ma riteniamo si debba fare attenzione a non generalizzare, dato che i motociclisti che guidano correttamente ci tengono a loro volta ad essere rispettati. Non ci interessano quindi le proteste generiche che leggiamo sui social network, vogliamo dei dettagli, e diamo quindi la possibilità ai motociclisti di dire la loro.
Tutto questo per cercare di fare qualcosa per migliorare il rapporto tra istituzioni e cittadini. Ci piacerebbe avere una versione unica su cosa avviene sulle strade dell’Appennino, perché si possa continuare a vedere gli agenti delle forze dell’ordine come degli amici che tutelano la nostra sicurezza e non vengano demonizzati come rigidi sanzionatori.
Ed è per questo che ci farebbe piacere quindi ricevere anche il punto di vista del CFS, dato che riteniamo che il dialogo tra cittadini (in moto e non) e istituzioni sia più proficuo di una attività basata su controlli e contravvenzioni a raffica. E l’auspicio è che, magari, l’atteggiamento del Comando di Arezzo del CFS sia diverso rispetto a quello tenuto lo scorso anno, quando ad una nostra ‘lettera aperta’ a tutte le Istituzioni, l’unica risposta fu un comunicato alla stampa nel quale si annunciava la ‘segnalazione’ del CIM alla Procura della Repubblica per verificare se ci fossero gli estremi per una diffamazione nei confronti del Corpo.
Il CIM è una associazione di promozione sociale impegnata da oltre vent’anni nella tutela dei diritti dei motociclisti. Siamo da sempre per un uso responsabile della motocicletta, i limiti e le prescrizioni vanno rispettati, ma chiediamo con forza che questi siano comprensibili ed accettabili. Se da una parte, quindi, abbiamo sempre sostenuto che chi utilizza le strade statali come se fossero piste private, oltre a mettere a repentaglio la sicurezza altrui (oltre che la propria) discredita la categoria dei motociclisti, e per questo motivo riteniamo che dovrebbero essere fermati, identificati e correttamente sanzionati, riteniamo che imporre limiti esageratamente bassi, o chilometri e chilometri di divieto di sorpasso senza soluzione di continuità, serva solo a rendere impossibile percorrere una strada rimanendo all’interno delle ‘regole’ anche per chi non abbia comportamenti realmente pericolosi.
E riteniamo che anche i controlli debbano essere tesi a colpire gli indisciplinati, non all’indurre in infrazione tutti gli utenti delle due ruote.

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