Amarcord: Kawasaki GPz750 Turbo
Termina questa settimana la versione “turbocompressa” della rubrica Amarcord, che ovviamente ritornerà con altre proposte “aspirate”. Dopo la Honda CX, la Yamaha XJ650 e la Suzuki XN85 si conclude infatti il poker di giapponesi con motore turbo, vere meteore della prima metà degli anni Ottanta, con il modello più performante del lotto, la Kawasaki Gpz Turbo.
La Casa di Akashi fu l’ultima a presentare un modello di serie con il turbocompressore, anche se a dire la verità alcuni anni prima, nel lontano 1978, Alan Masek, marketing director di Kawasaki USA, nonché co-titolare della Turbo Cycle Corporation, fece approntare una versione con motore turbocompresso della Z1R, venduta in 250 esemplari solo ad alcuni selezionati dealer e ribattezzata Z1R TC, mentre l’anno successivo altri 250 esemplari vennero costruiti con una grafica più accattivante.
Si trattava però di un modello speciale e adatto a pochi, come recitava anche l’avvertenza sulla brochure “deve essere guidata solo da piloti esperti, perché le performance della Z1R TC possono superare le capacità di controllo della maggior parte dei motociclisti”. Non si conoscono i dati di potenza ma l’accelerazione era da brivido per l’epoca: 10,9 secondi sul quarto di miglio.
Si arriva quindi ai primi anni Ottanta, quando la Honda presentò la sua CX500. Seguirono nell’ordine le meno fortunate Yamaha e Suzuki. Lo sviluppo di una moto turbo di serie da parte di Kawasaki iniziò nel 1981 con un motore 650 e al Tokyo Motor Show del 1982 venne presentato il primo prototipo, con carenatura in alluminio e motore 750, che venne mostrato al pubblico contemporaneamente a quello della Suzuki.
La versione definitiva fu presentata nel 1983, alcuni mesi dopo la Suzuki, come Model Year ’84, di cui ne vennero costruiti 5500 esemplari. Una curiosità: sebbene viene da tutti chiamata GPz750 Turbo, in realtà la targhetta GPz non compariva sulla moto, che era conosciuta anche con la sigla ZX750-E. Il Model Year 84 ad esempio era identificato come ZX750-E1.
La GPz era la più potente moto turbocompressa: il suo motore di 738 cc (66×54 mm), derivato da quello della GPz750 del 1981 ma alimentato a iniezione elettronica Mikuni, erogava infatti ben 112 CV a 9.000 giri (78 quelli della GPz) e aveva una coppia massima di quasi 100 Nm a 6500 giri (58 Nm per la GPz). La ciclistica contava invece su una forcella regolabile da 37 mm anti dive, monoammortizzatore con sistema Uni-Trak , due freni a disco da 280 mm davanti e uno singolo da 270 mm dietro.
Gli pneumatici misuravano 110/90 V18 davanti e 130/80 V18 dietro. Il peso a secco era di 233 kg e la capacità serbatoio di 17 litri. La velocità massima si superava i 230 km/h e l’accelerazione sui 400 metri era di 11 secondi.
Come per la Z1R, la velocità quindi non era di tanto superiore rispetto alle versione aspirata (che era di quasi 220 km/h), ma in accelerazione la Turbo rifilava quasi due secondi sul quarto di miglio alla GPz. Contrariamente alle concorrenti, che avevano una linea (ma non la ciclistica) un po’ troppo turistica per le prestazioni, il look della Kawasaki rispecchiava l’animo sportivo del motore, con una semicarenatura che ispirò alcuni modello successivi della casa giapponese, come la stessa GPz750R.
Nel 1985 venne commercializzata la versione ZX750-E2. Le differenze con la E1 dell’’84 erano davvero minime, come il cavo del gas desmodromico, e di poco conto. Di questa versione ne vennero invece costruiti 2500 esemplari. Purtroppo anche la GPz venne presto fatta uscire dai listini, in favore della GPz900R, presentata contestualmente alla Turbo.