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Caro-Benzina: le ‘7 sorelle’ nel mirino della Finanza

Le procura di Varese chiude le indagini preliminari sui prezzi dei carburanti ‘gonfiati’ in Italia e mette sotto inchiesta tutte le compagnie petrolifere: leggi il report.

Le cosiddette ‘7 sorelle‘ del mercato petrolifero italiano (Api, Eni, Esso, Q8, Shell, Tamoil e Total-Erg) sono state oggetto di un’indagine della Procura di Varese che avrebbe evidenziato l’esistenza di un ‘tacito accordo’ tra le principali compagnie petrolifere operanti sul territorio nazionale che ha in qualche modo favorito la raffica di rialzi dei prezzi dei carburanti degli ultimi anni, che sarebbero quindi ‘totalmente ingiustificati‘.

Le indagini, promosse dal magistrato lombardo Maurizio Grigio della Procura di Varese, sarebbero iniziate oltre un anno fa in seguito ad esposto di Carlo Rienzi del Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti dei Consumatori), e tra i risultati fino ad oggi portati alla luce viene citato il livellamento volontario e univoco dei prezzi petroliferi alla pompa per ridurre le possibilità di minor guadagno dovuti alle dinamiche dalla concorrenza. In parole povere, la costituzione di un ‘cartello’ illegale che ha messo in piedi sistema di raggiro coordinato ai danni di oltre 34 milioni di utenti della strada.

Gli accertamenti hanno anche preso in esame il materiale fornito dall’Authority per la Concorrenza e dal Ministero dello Sviluppo Economico, grazie al quale si è potuto effettuare un raffronto con i prezzi praticati negli altri paesi dell’UE nello stesso periodo (Gennaio 2011 – Marzo 2012) che hanno evidenziato costi molto maggiori in Italia rispetto alla media europea. Da quanto si apprende dall’ordinanza emessa dal Tribunale di Varese, i listine delle ‘7 sorelle’ non avrebbero seguito, come da norma, l’andamento dei prezzi internazionali dei prodotti raffinati, né quelli imposti dalla libera concorrenza.

Chiusa l’indagine preliminare, il Gip del Tribunale di Varese ha riconosciuto l’esistenza di un rialzo fraudolento dei prezzi dei carburanti attraverso manovre speculative commesse dagli organi di vertice delle compagnie petrolifere, le cui sedi sono però ubicate al di fuori del territorio varesino. Per tale ragione, il magistrato lombardo ha quindi deciso di ‘passare la palla’ per ragioni di ‘competenza territoriale‘ alle Procure della Repubblica di Milano e Roma, dove si trovano le sedi delle 7 compagnie petrolifere

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