E-bike in crisi: la storia di Rad Power Bikes è un campanello d’allarme

Rad Power Bikes ha chiesto Chapter 11 con 73M di passivo. La CPSC avverte sulle batterie coinvolte in incendi. L'azienda cerca acquirente e prosegue le attività.

E-bike in crisi: la storia di Rad Power Bikes è un campanello d’allarme
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Marianna Bortevi
Pubblicato il 23 dic 2025

Il settore delle biciclette elettriche si trova oggi di fronte a una delle sue crisi più profonde, e a farne le spese è uno dei nomi più noti: Rad Power Bikes. L’azienda statunitense, pioniera delle e-bike e tra i leader di mercato, è scivolata sull’orlo del fallimento, schiacciata da una combinazione letale di problemi finanziari, scandali legati alla sicurezza e un contesto di mercato radicalmente mutato dopo il boom pandemico. Una situazione che mette in luce come un solo anello debole nella catena produttiva – in questo caso le batterie al litio – possa innescare una reazione a catena capace di minare anche le realtà più consolidate.

A fotografare il momento drammatico della società sono i numeri: oltre 73 milioni di dollari di debiti, appena 32 milioni di asset disponibili, 31 episodi di incendio collegati ai prodotti e ben 12 cause legali ancora pendenti. Questi dati parlano di una crisi senza precedenti che ha spinto il management a chiedere protezione sotto la procedura di Chapter 11, la normativa americana che permette alle aziende in difficoltà di continuare a operare mentre tentano una ristrutturazione profonda. Un percorso tutt’altro che semplice, ma l’unica strada percorribile per evitare il tracollo immediato e tentare di trovare un acquirente disposto a rilevare l’attività entro 45-60 giorni.

Il nodo centrale della crisi è rappresentato dalle controversie relative ai componenti più delicati delle e-bike, in particolare le batterie al litio. L’ente di controllo statunitense CPSC (Consumer Product Safety Commission) ha emesso un avvertimento ufficiale ai consumatori riguardo ai modelli RP-1304 e HL-RP-S1304, individuando in questi dispositivi la causa di ben 31 incendi e danni stimati per oltre 734.500 dollari. Un colpo durissimo alla reputazione del marchio, già sotto pressione per il calo della domanda e la compressione dei margini dovuta all’aumento dei costi produttivi e logistici. Nonostante le pressioni dell’ente di vigilanza, l’azienda ha scelto di non procedere a un richiamo obbligatorio dei prodotti, contestando le conclusioni della CPSC e sostenendo che test indipendenti avessero certificato la sicurezza delle proprie batterie.

Ma i problemi di Rad Power Bikes non si fermano qui. Sul bilancio pesano anche oltre 8 milioni di dollari di tariffe doganali non saldate, un fardello che si aggiunge a una lunga lista di cause legali, tra cui una particolarmente grave legata a un incidente mortale che ha coinvolto un minore di 12 anni. La somma di questi fattori ha costretto la dirigenza a dichiarare passività per oltre 70 milioni di dollari, rendendo inevitabile il ricorso al tribunale fallimentare e aprendo un futuro denso di incertezze sia per i dipendenti che per la rete di distributori e clienti.

Sul fronte della governance, la società ha attraversato una fase di instabilità evidente: dal 2022 si sono succeduti ben quattro amministratori delegati, segno di profonde difficoltà organizzative e di una strategia aziendale in continua evoluzione. Ora la responsabilità ricade sulle spalle di Angelina Smith, attuale CEO, chiamata a un compito tutt’altro che semplice: negoziare con creditori e fornitori, preservare la reputazione del marchio e tentare di salvaguardare i rapporti commerciali indispensabili per la sopravvivenza dell’azienda.

Il caso Rad Power Bikes rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme per l’intero settore delle e-bike. Un danno reputazionale legato a componenti critici come le batterie al litio può rapidamente trasformarsi in una crisi finanziaria di proporzioni tali da mettere in ginocchio anche le aziende più solide. In questo scenario, creditori, distributori e consumatori attendono con il fiato sospeso l’esito della procedura di Chapter 11, che potrebbe portare a un rilancio sotto nuova proprietà o, al contrario, a una ristrutturazione drastica dell’intera azienda. Il futuro delle biciclette elettriche passa anche dalla capacità di rispondere con rapidità ed efficacia a queste nuove sfide, tra sicurezza, innovazione e solidità finanziaria.

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