Oltre 1.462 km in un giorno: la sfida estrema della Ducati Scrambler
Silvio Sabba e Valerio Boni percorrono 1.462,114 km in 24 ore su una Ducati Scrambler di serie a Tenuta Roverbella; documentazione inviata al Guinness per convalida.
Un’impresa che ha il sapore della leggenda e che, con ogni probabilità, entrerà negli annali della motociclismo mondiale: 1.462,114 chilometri percorsi in sole 24 ore su sterrato, un nuovo record distanza off road che vede protagonista la celebre Ducati Scrambler. L’evento, attualmente in attesa di omologazione ufficiale da parte del Guinness World Records, si è svolto su un circuito off-road nei pressi di Milano, alla Tenuta Roverbella, e ha visto impegnati due italiani, Silvio Sabba e Valerio Boni, in una maratona di resistenza senza precedenti.
Il tracciato, un anello di circa 1,263 km su terra battuta, ha messo a dura prova sia i piloti che la meccanica delle moto. Curve strette, asperità del terreno e condizioni mutevoli hanno reso ogni giro una sfida, ma il duo ha saputo affrontare con determinazione e tecnica ogni ostacolo. Partiti alle 14:42, Sabba e Boni hanno completato ben 1.158 giri, mantenendo una velocità media di 60,94 km/h, un dato che impressiona considerando la complessità del fondo e le difficoltà incontrate lungo il percorso.
Il connubio tra i due protagonisti nasce quasi per caso, durante la presentazione della 70ª edizione del Guinness World Records Book a Milano. Da una parte Silvio Sabba, recordman professionista con oltre 662 primati già registrati, dall’altra Valerio Boni, giornalista e tester motociclistico con una solida esperienza nelle maratone di lunga durata. Una coppia che unisce talento, resistenza fisica e una profonda conoscenza del mondo delle due ruote, elementi fondamentali per affrontare una sfida di tale portata.
Per garantire la massima regolarità e rispettare i criteri richiesti dal regolamento, il team ha scelto di utilizzare due Ducati Scrambler rigorosamente di serie: una Full Throttle come moto principale e una Nightshift come riserva. Entrambe le moto erano equipaggiate con pneumatici di produzione e non sono state apportate modifiche sostanziali, condizione indispensabile per l’omologazione nella categoria delle moto di produzione. Questa scelta ha evidenziato la robustezza e l’affidabilità della Scrambler anche nelle condizioni più estreme.
La maratona non è stata priva di imprevisti. Già nelle prime ore una foratura alla ruota posteriore ha imposto una sosta di circa 15 minuti. Un secondo inconveniente, sempre legato agli pneumatici, si è verificato durante la notte, risolto temporaneamente grazie all’utilizzo di uno spray sigillante, permettendo ai piloti di proseguire fino all’alba. Nonostante queste difficoltà, il duo ha raggiunto e superato l’obiettivo prefissato già poco dopo la mezzanotte, continuando a macinare chilometri fino al termine delle 24 ore.
La validità della prova è stata garantita da un sistema di controllo estremamente rigoroso: presenza di testimoni ufficiali, registrazioni video ininterrotte, tracciamento GPS e misurazioni certificate da un ingegnere abilitato. Durante la lunga giornata, Sabba e Boni hanno effettuato oltre 14.000 cambi di marcia, una media di uno ogni sei secondi, a testimonianza della difficoltà tecnica e della resistenza richiesta non solo ai piloti, ma anche alle moto stesse.
Al termine della prova, Valerio Boni ha dichiarato: “La distanza non era il vero problema — la vera sfida è stata la resistenza meccanica alle irregolarità del terreno”. Gli fa eco Silvio Sabba, che sottolinea: “Tra forature, soste obbligate e curve lente, abbiamo costruito una marca pulita e ripetibile”. Parole che esprimono non solo la soddisfazione per il risultato raggiunto, ma anche la consapevolezza di aver posto un nuovo standard per la resistenza delle moto di produzione su percorsi off-road.
Questa impresa, se confermata dal Guinness World Records, rappresenterà un punto di riferimento per le competizioni di endurance su sterrato e aprirà nuovi scenari per la Ducati Scrambler e per il settore delle moto di produzione. La documentazione necessaria per la validazione ufficiale è già stata inviata e ora non resta che attendere il verdetto definitivo, che potrebbe sancire un nuovo capitolo nella storia delle due ruote e consacrare definitivamente il record distanza off road stabilito dal duo italiano.