BMW brevetta le viti con il logo: più sicurezza o solo marketing?

BMW brevetta viti con testa a forma di logo per limitare la manomissione. Pro: identità e sicurezza. Contro: dubbi su coppie di serraggio e manutenzione autonoma.

BMW brevetta le viti con il logo: più sicurezza o solo marketing?
M V
Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 25 dic 2025

Nel panorama dell’innovazione automobilistica, una novità firmata BMW sta facendo discutere: la casa tedesca ha brevettato un sistema di viti che integra il celebre logo a elica direttamente sulla testa, con l’obiettivo di innalzare i livelli di sicurezza e controllo d’accesso sui veicoli. Questo progetto, già depositato come brevetto presso gli uffici competenti, rappresenta un punto di svolta sia dal punto di vista tecnico che di immagine, ma solleva anche interrogativi importanti tra gli addetti ai lavori, i tecnici e la vasta community degli appassionati di motori.

Il principio alla base di questa innovazione è tanto semplice quanto efficace: la testa delle viti riproduce una forma elicoidale segmentata che richiama il logo della casa di Monaco, rendendo possibile l’operazione di serraggio o allentamento solo tramite un utensile dedicato. In questo modo, ogni intervento non autorizzato viene ostacolato da una barriera fisica, aumentando la protezione contro furti e manomissioni soprattutto nelle aree urbane, dove le parti estetiche come carenature, coperture e pannelli di finitura sono particolarmente esposte.

L’introduzione di queste viti brevettate ha generato un acceso dibattito nel settore. Da una parte, si sottolinea il valore aggiunto in termini di identità visiva, rafforzando il legame tra il veicolo e il marchio BMW, e dall’altra si evidenzia il contributo concreto alla sicurezza dei componenti. Tuttavia, non mancano perplessità, soprattutto sul fronte delle performance meccaniche e della praticità di manutenzione.

Gli esperti sollevano dubbi sulla capacità di queste nuove viti di resistere a coppie di serraggio elevate. Sistemi come Torx e Allen sono stati perfezionati nel tempo proprio per assicurare una trasmissione ottimale della forza, minimizzando il rischio di slittamento grazie a profili ampi e ben studiati. Al contrario, la geometria proposta da BMW, caratterizzata da superfici di contatto più ridotte, potrebbe risultare meno efficiente per fissaggi strutturali o sottoposti a forti sollecitazioni, limitando di fatto l’applicazione della tecnologia a componenti non portanti o a bassa manutenzione.

Un altro aspetto che divide la community riguarda l’impatto sulla libertà di intervento e sulla manutenzione ordinaria. L’adozione di un sistema esclusivo, accessibile solo tramite attrezzi specifici, rischia di rafforzare la dipendenza dai centri assistenza ufficiali, limitando la possibilità per hobbisti e officine indipendenti di operare in autonomia. Questa scelta potrebbe compromettere una tradizione consolidata di auto-gestione, rendendo più onerosi e complessi anche gli interventi di routine.

Dal punto di vista economico, la questione si complica ulteriormente. Ricambisti e operatori indipendenti sarebbero costretti a investire in nuovi strumenti, con un inevitabile aumento dei costi operativi e un possibile allungamento dei tempi di intervento. Non a caso, alcune voci del settore suggeriscono un compromesso: limitare l’uso delle viti speciali alle parti meno soggette a manutenzione frequente, in modo da bilanciare le esigenze di sicurezza con quelle di praticità e accessibilità.

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